Amiatanews: Amiata 26/01/2020
Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata.
Di Don Carlo Prezzolini (Toscana oggi – Confronto 19 gennaio 2020)
Negli ultimi giorni di avvento, dopo quasi un anno e mezzo di lotta contro una grave malattia, vissuta in una sofferenza grande, è morto don Antonio, storico parroco di Castell’Azzara. Personalmente gli sono stato molto vicino, l’ho aiutato nell’attività parrocchiale e accompagnato nella sofferenza.
Come uomini e come sacerdoti siamo sempre stati molto diversi: Antonio molto legato alle tradizioni, “sospettoso”, o meglio non entusiasta verso le novità, nella Chiesa e nella società; io rispettoso delle tradizioni ma nella voglia di aprirmi alle novità del Concilio vaticano II e alle novità, di stile e di contenuti, che ha portato papa Francesco. Eppure c’è sempre stata una stima profonda e una fiducia reciproca, pur nei suoi modi duri di confrontarsi con gli altri. L’ho detto più di una volta ad Antonio che fin da quando sono tornato nella nostra Montagna, e ormai sono 12 anni, è stato il sacerdote che più mi ha accolto e valorizzato, chiedendomi un aiuto particolare per gli eventi tradizionali importanti, affidandomi la predicazione della novena di san Nicola, patrono di Castell’Azzara, delle Quarant’ore e di altre feste.
La diversità spesso attrae, in particolare se alla base ci sono importanti aspetti che uniscono, che per don Antonio e per me sono state la fede in Cristo, la vocazione presbiterale e il grande amore per la nostra terra. Ci ha uniti anche un grande dolore: entrambi abbiamo perso una sorella per una malattia orribile, la Sla, che è stata diagnosticata a Mariolina e a Rita negli stessi mesi. Anche la loro morte è avvenuta, in tempi rapidi, a breve distanza l’una dall’altra.
Questi lunghi mesi di malattia hanno reso ancora più evidente la nostra amicizia e l’hanno rafforzata. Diciamo che abbiamo camminato insieme, spiritualmente, nella preghiera, nella speranza. Ho cercato di condividere il suo dolore e la sua lotta per la vita. Siamo arrivati a dirci, più volte, che ci volevamo bene. Devo dire che il primo passo l’ha fatto lui, non solo con me ma anche con altre persone che lo assistevano, in particolare con il fratello Nello. La malattia ha portato don Antonio ha scoprire l’essenziale della vita, che sono le relazioni belle, di affetto e di amicizia, e lo ha fatto crescere tanto, umanamente e spiritualmente.
Ho scoperto anche la sua timidezza di fondo e penso che le sue reazioni, spesso dure, nelle relazioni con gli altri, siano state meccanismi di difesa.
Molte persone lo hanno assistito nella malattia con grande amicizia. La sua chiesa e il suo paese hanno pianto la sua morte. La chiesa diocesana ha avuto una grave perdita. La parrocchia di Castell’Azzara ha avuto una perdita grave e dolorosa: penso sia finita un’epoca rappresentata da don Antonio e dal suo predecessore, e per certi aspetti maestro, don Giuseppe. Spero che gli “Orsi” affrontino la novità e il nuovo parroco con coraggio e apertura.
Spero che le tradizioni di questo paese montano, le più importanti almeno, siano conservate. Penso alle devozioni legate a tante famiglie che fanno celebrare feste per Santi o per la Madonna ed hanno anche quadri o statue, spesso di pregio: perché non raccogliere questi oggetti in una piccola sala espositiva che conservi e documenti questa particolarità delle tradizioni del paese?
Personalmente sto impegnandomi per una pubblicazione, con contributi di più esperti, sulle chiese del comune di Castell’Azzara collegate al territorio: è un progetto che avevo proposto a don Antonio e che verrà dedicato a lui.
Caro don Antonio, ti spero accolto nella Casa del Padre dove Gesù ci ha preparato una dimora, dove ritroverai i tuoi amati genitori, la tua cara sorella Mariolina e dove continuerai a pregare per il tuo paese, per la tua parrocchia e per i tuoi amici. Un caro e affettuoso abbraccio
Carlo Prezzolini