L’altro punto di vista. “Amor che nullo amato amar perdona”. Perché il primo amore non si scorda mai?

Amiatanews (Elena Lorenzini): Siena 27/05/2019
Se vi chiedessero il nome del primo amore  ve lo ricordereste? Come mai dopo anni anni ci ricordiamo perfettamente non solo il nome ma anche il luogo del primo bacio o del primo incontro? Sembra che la spiegazione siamo molto meno romantica di quello che potremmo immaginare.

Il primo amore non si scorda mai, perché si attivano dei circuiti neuronali dell’ansia e della paura, che provocano in noi un piccolo trauma che ci accompagnerà tutta la vita. In uno studio svolto in una università americana, hanno scoperto che il primo amore viene ricordato in tutte le culture del mondo anche in quelle inclini ai matrimoni combinati e nelle quali la società da poca importanza all’innamoramento.
Lo scopo principale della ricerca è stato quello di dimostrare come il primo forte sentimento amoroso provocasse delle reazioni nel cervello diverse rispetto a quelle che si scatenano negli amori successivi. Lo studio, durato tre anni e condotto tra la Gran Bretagna, Usa ed oriente  ha evidenziato come questo fenomeno si manifesti in tutte le culture.
In pratica, i ricercatori  hanno preso diciotto studenti universitari di Pechino e gli hanno mostrato i volti di persone da loro amate in modi diversi. Mentre visionavano queste immagini, un macchinario “scannnerizzava” il loro cervello. Si è scoperto che mentre i partecipanti guardavano la foto della prima persona di cui si  sono innamorati, si attivavano le stesse aree cerebrali che regolano i meccanismi della dipendenza. Hanno così evidenziato che le emozioni provocate dal primo amore creano una dipendenza nei confronti di quella persona e del ricordo della stessa
La ricerca ha sottolineato che il ricordo degli amori romantici crea una  forte attivazione nelle zone che regolano i meccanismi motivazionali, mentre le immagini di persone con le quali abbiamo avuto un amore passionale, invece, attivavano le zone del cervello che regolano tensione e paura.
I ricercatori hanno concluso lo studio dichiarando che  l’amore passionale, a differenza di quello romantico, comporta una maggiore componente ossessiva e provoca sentimenti di incertezza e ansia. E’ per questo che il primo amore resta marchiato nella nostra mente a vita, spiega il professor A. Aron, che ha seguito la ricerca.

Altri aspetti emersi da questo studio sono che  il primo amore non è unico. Secondo gli esperti, un sentimento così intenso si può provare fino a tre o quattro volte nella vita. Anzi, con l’età adulta ci si innamora molto più intensamente perché il cervello si è completamente sviluppato e proveremo meno “dolore” perchè abbiamo già provato l’esperienza dell’innamoramento.

Ultima cosa che ha evidenziato questo studio è la differenza fra amore romantico e amore passionale. Mentre il primo è duratuto e nella coppia vi è una motivazione a stare insieme e una tendenza alla  ricarca della serenità e stabilità che è ciò che permette di creare un legame, l’amore passionale è invece caratterizzato dalla brevietà del periodo e dalla paura che possa finire e dall’ossessione nei confronti dell’altro  che percepiamo come sfuggente ed incerto e quindi le emozioni provate sono più forti e creano nell’individuo un susseguirsi di alti e bassi come nelle montagne russe che determinano il ricordo della persona anche se frequentata per poco tempo.

Rispetto al tema degli amori passionali e ossessivi consiglio di leggere il bellissimo libro della scrittice A. Ernaux intitolato “Una passione semplice” che narra della  storia di amore fra la scrittrice e un uomo sposato e quindi inaccessibile. Nel libro lei affronta l’ossessione amorosa verso questo uomo che non poteva avere per sé, dell’ansia che lei provava durante il periodo di attesa dell’incontro e la depressione del momento successivo all’incontro, che in lei creava un vuoto incolmabile e che la costringeva a non vivere nell’attesa del nuovo fugace incontro


Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale

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