L'altro punto di vista. "Anto'… fa caldo!". Quando la temperatura influenza la performance.

Il tempo atmosferico influisce sul nostro umore, sul nostro modo di pensare e sulla nostra “voglia di fare” In queste due ultime settimane stiamo assistendo alla prima ondata di caldo, che rendono le attività lavorative, di studio e ricreative molto faticose. Gli psicologi hanno studiato come il tempo atmosferico influisca sul nostro umore, sul nostro modo di pensare e sulla nostra “voglia di fare”: diversi studiosi hanno mostrato come cambia  in funzione del meteo la nostra attività cerebrale ed emotiva. E’ stato rilevato che durante i giorni di pioggia i lavoratori rimangono in più tempo in ufficio e sono più rapidi a svolgere i compiti assegnatigli. Gli psicologi hanno anche scoperto che durante una bella giornata, tendiamo a fantasticare circa attività piacevoli che potremmo svolgere magari all’aria aperta, e che queste fantasie hanno un effetto sensibilmente negativo sulla concentrazione…in parole povere pensiamo a come organizzare il weekend piuttosto che a rispondere a mail o terminare un progetto. Perché accade tutto ciò? Gli psicologi sostengono che il nostro cervello diviene “pigro” durante le belle giornate. In un esperimento svolto con degli studenti questi tendevano ad essere meno critici verso le nozioni che gli venivano insegnate, mentre durante le giornate di pioggia il loro senso critico era notevolmente più spiccato. Ai ricercatori occorreva usare argomenti molto più convincenti per persuadere gli studenti. Così i risultati di queste ricerche suggeriscono che il cervello, quando fuori c’è il sole, tende ad usare delle scorciatoie di pensiero, a scapito della capacità d’analisi. Credo che  siamo tutti  d’accordo nel dire  che d’estate, con le alte temperature e l’alta umidità abbiamo minore energia ed attenzione. Anche le emozioni sono coinvolte in tutti questi processi: le variazioni giornaliere della durata della presenza del sole influenzano il nostro umore. Siamo più felici mentre si avvicina l’estate e le giornate si allungano, e più tristi quando il tempo diviene piú rigido e le giornate si accorciano. Quando il caldo è troppo le cose cambiano, e le performance calano. Sembrerebbe che esista un range di temperature ideali all’interno del quale il nostro cervello “funziona meglio”. Diversi studi stanno cercando di individuare le condizioni ottimali del funzionamento psicologico e cerebrale, ma le variabili da tenere sotto controllo sono molte, come appunto temperatura, umidità, ore di sole, esperienze personali, compiti da svolgere…etc. Quindi non sapendo quale sia la temperatura ideale per lavorare e studiare non ci resta che mangiarci un bel gelato che ci aiuti a raggiungere una “buona temperatura di testa” e con l’apporto di zuccheri, una maggiore energia e  voglia di fare/lavorare


La dottoressa Elena Lorenzini Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale ]]>

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