La mediazione familiare è un’alternativa virtuosa ai conflitti della separazione. La separazione di una coppia, anche quando appare l’unica soluzione possibile, è sempre un evento traumatico. Siamo di fronte al fallimento di un progetto di vita che porta con sé inevitabili frustrazioni, malesseri e risentimenti. Durante le prime fasi ci sono liti aspre, denunce, attacchi verbali e ripicche. Il paradosso della separazione è proprio questo: ci si separa per non litigare più e si finisce per litigare più di prima. Nella maggior parte delle coppie non c’è solo il disaccordo (più che normale) ma c’è il conflitto, ovvero si decide in base al potere che si vuole dimostrare e non rispondendo alle esigenze dei figli o agli obiettivi comuni. La mediazione familiare è un’alternativa virtuosa a tutto questo. Al comma II dell’art. 155-sexies c.c. (introdotto dalla legge 8 febbraio 2006 n. 54, recante disposizioni in materia di affido condiviso) il legislatore italiano ha previsto che: “Qualora ne ravvisi l’opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti di cui all’art. 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli”. Si tratta, quindi, di un percorso informale che offre ai coniugi , la possibilità di separarsi in modo collaborativo, ricercando soluzioni ed elaborando in prima persona accordi soddisfacenti per tutti i soggetti coinvolti. Si può ricorrere alla mediazione in modo “istituzionale”, cioè richiesta da un giudice o altrimenti in modo volontario da parte degli ex coniugi. Con l’aiuto della mediazione familiare, la separazione non viene vissuta come una gara, come una competizione da vincere ad ogni costo e con ogni mezzo; la risoluzione del conflitto avviene senza antagonismi e passa attraverso l’ascolto, la cooperazione, il riconoscimento dei bisogni reciproci, al fine di svolgere la funzione genitoriale in maniera responsabile e condivisa. La partita si conclude alla pari o, meglio, tutti ne escono vincitori (win – win). La mediazione è una negoziazione ed un cantiere per costruire una nuova forma di comunicazione, di tipo costruttivo e valoriale: I coniugi saranno indirizzati a spendere le proprie energie non nell’accusa e nel rimprovero dei reciproci sbagli, bensì nella disponibilità ad ascoltare e comprendere con controllo, rispetto e dignità le richieste ed i bisogni attuali. Il rispetto diventa fondamento comune per recuperare e stimolare il dialogo perduto, per il bene proprio e (soprattutto) dei figli, in vista della separazione. Non più marito e moglie, ma pur sempre genitori: su questo presupposto le parti costruiscono un rapporto nuovo, imperniato sulla collaborazione e sulla corresponsabilità. I vantaggi di questa scelta sono molteplici, elenchiamoli:
- Si evitano le grandi e lunghe conflittualità giudiziali, ad alta tensione emotiva e psicologica;
- Non c’è antagonismo: scelte e determinazioni sono frutto di riflessioni condivise e ponderate;
- Non c’è imposizione dall’alto e accettazione passiva: il mediatore non giudica, non esprime poteri, non impone decisioni o punti di vista; gli accordi vengono elaborati dai coniugi in prima persona e questo li rende potenzialmente più duraturi. Infatti, numerose ricerche in materia dimostrano che accordi etero – imposti hanno vita decisamente più breve di accordi auto – imposti e auto – disciplinati;
- Si limitano i traumi dei figli, derivanti dal clima di conflittualità, rabbia e depressione respirato in casa o, ancora peggio, da deprecabili dinamiche di mobbing genitoriale;
- Si riducono tempi e costi: il percorso mediativo si articola normalmente in 10-12 incontri, della durata di 60 minuti, a cadenza settimanale o quindicinale a seconda dei casi e delle necessità e senza grandi sacrifici economici. Per tutte queste ragioni, la mediazione familiare offre all’ex coppia coniugale una grande opportunità: quella di vincere in due, smettendo di farsi la guerra
Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale ]]>