L'altro punto di vista. Domani è un altro giorno

“Procrastinare è una trappola. Troverai sempre delle scuse per procrastinare. Ma la verità è che esistono soltanto due  cose nella vita: le scuse ed i risultati, e con le scuse non si va da nessuna parte.” (R. Anthony) Prendendo spunto dalla trasmissione in collaborazione con Cristiana Mastacchi su Antenna Radio Esse, “Psiche & dintorni”, parleremo del fenomeno del rimandare e come aiutarsi ad evitarlo. Tutti noi, prima o poi, abbiamo rimandato qualcosa, una telefonata, una dieta, una visita, un pranzo  e ci siamo anche trovati delle buone scuse per non sentirsi in colpa. Gli alibi più tipici di solito sono legati alla salute, al tempo o all’impossibilità data da altri.  Se siamo dei procrastinatori saltuari, poco male, quello che non facciamo oggi lo faremo domani, per davvero! Il problema è se siamo dei procrastinatori seriali, in questo caso questa modalità può diventare invalidante e creare dei problemi nella vita sociale e lavorativa.  La procrastinazione può divenire un vero  disagio: ore o addirittura giorni interi sprecati a non concludere nulla, per non parlare della frustrazione e dello stress per le scadenze che si avvicinano inesorabili ( tesi, esami, matrimonio). Fra i suggerimenti che mi viene di dare alle persone che rimandano a domani ( domani + domani + domani = mai) ce ne sono 7 da tenere sempre in mente:

  • Inizia dalla cosa più difficile ( per te), questo aiuterà ad affrontare le altre questioni in modo più leggero e ci alleggerirà di un bel peso di colpa e stress.
  • Inizia in qualsiasi luogo/ momento-non esiste un luogo e un tempo per iniziare, ma qualsiasi posto e momento possono essere buoni. Al contrario la troppa pianificazione allunga i tempi o addirittura li blocca ( faremo un figlio dopo aver fatto questo e quell’altro ma non prima di)
  • Prestare attenzione alle scuse – Ecco alcune delle scuse che gli psicologi hanno trovato essere più frequentemente dette per rimandare continuamente l’inizio di un lavoro: non sentirsi in vena di farlo;  credere che si lavori meglio sotto pressione; pensare che si possa aspettare fino all’ultimo minuto; incolpare la cattiva salute. Il suggerimento consiste nello sviluppare la consapevolezza che queste sono solo scuse. Etichettare le proprie scuse come tali, e riconoscerle come un fatto naturale che capita a tutti, permetterà di smettere di procrastinare e iniziare a lavorare.
  • Pensa concretamente a ciò che puoi ottenere con questo cambiamento ( gratificazione e successi), questo pensiero a livello di coscienza crea una maggiore carica per affrontare il primo step.
  • Evita di pensare eccessivamente – pensare al qui ed ora aiuta a non sovraccaricare la mente di troppe preoccupazioni per quello che sarà o per quello che poteva essere.
  • Suddividi le cose da fare in micro obiettivi , suddividere le cose da fare aiuta a vedere il sasso più che la montagna.
  • Ricordarsi che la fatica del procrastinare è pari a quella del fare il primo passo, con la differenza che nel primo caso niente cambierà e nel secondo ci daremo almeno la possibilità

Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale ]]>

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