L’altro punto di vista. Il “ciclone” della separazione vissuto dai figli

Amiatanews (Elena Lorenzini): Siena 14/04/2019
La separazione dei genitori è sempre un avvenimento stressante per i figli. Ma cosa significa esattamente “separazione” per i figli? Come può affrontare questa crisi una coppia?

“Mio figlio non vuole stare con suo padre”, “La mia ex moglie insiste… ha iscritto Luca a basket senza dirmelo!”, “Quando è dal mio ex marito, Maria non segue più le regole decise a casa mia!”: sono esempi di discussioni o problemi che affronto quotidianamente con i genitori che si rivolgono a me per avere un aiuto con i loro figli, soprattutto durante e dopo la separazione.

Recentemente ho avuto l’opportunità di leggere il libro di Remo Largo “Figli sereni di genitori separati”, che ha arricchito la mia riflessione sul tema, sollecitando alcuni spunti che condividerò con voi lettori.
Durante la separazione prevale un aspetto che, seppure noto, viene troppo spesso dimenticato: per i figli la separazione dei genitori rappresenta una catastrofe, in quanto il bambino vede la madre e il padre come un’entità unica ed è inspiegabile, ai suoi occhi, che uno dei due possa avere un’altra persona accanto o che possa non abitare più sotto il suo stesso tetto.
Nel libro viene sviluppata una riflessione su come gestire la comunicazione della separazione ai figli. E’ principalmente sconsigliato dire: “mamma e babbo litigano o non vanno d’accordo”, questo perché il figlio potrebbe pensare “anche io con mia sorella litigo, ma stiamo insieme lo stesso e nella stessa camera”; si tratta dunque di una motivazione poco comprensibile ai bambini piccoli. Altra cosa da non fare è quella di parlare della separazione troppo presto, cioè in un momento in cui i genitori non hanno ancora stabilito la gestione pratica dei figli (quando uno dei due lascerà la casa, giorni e modalità di affidamento dei figli, ecc.).
Di solito si consiglia di comunicare la scelta di separarsi 15 giorni prima dell’uscita di uno dei due coniugi e quando saranno stati stabiliti i giorni e trovata una nuova casa, magari già sistemata con la stanza per il figlio.genitori_figli_02Una questione che viene ben spiegata nel libro è relativa alla modalità di relazione con i bimbi: gli ex coniugi non dovrebbero considerare i figli come la medicina della propria anima. Infatti potrebbe esserci la tentazione di cercare nei figli l’amore e il riconoscimento che sono venuti a mancare o di scaricare su di loro la rabbia e la frustrazione; i figli non servono a questo. Un tale atteggiamento risulterebbe una grande violenza psicologica, a cui i figli non sarebbero in grado di sottrarsi, poiché penserebbero che ciò non sarebbe giusto nei confronti dei loro genitori e si sentirebbero in colpa a non fare quello che il genitore dice loro.
Quando sentiamo di appoggiarci troppo ai figli, dovremmo cercare aiuto per gestire il dolore della separazione e ritrovare un giusto equilibrio. Inoltre dovremmo riuscire ad infondere in loro la fiducia e guidandoli nell’acquisizione della consapevolezza che la felicità non finisce con la separazione.
Ricordiamoci infine che i bambini crescono con problematiche non perché i genitori si separano, ma in quanto vivono e respirano una tensione continua e litigi snervanti. 

Come deve svolgersi concretamente una separazione per poter funzionare?
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Creare dei cambiamenti graduali e non cambiare in modo repentino le abitudini oramai stabilite, ad esempio: se il babbo prima metteva a dormire i bambini, dovrebbe continuare a farlo almeno per i primi tempi, anche se abita in un’altra casa. Dovrebbe, inoltre, essere mantenuta la solita scuola o asilo e continuati gli sport e l’accesso ai nonni.
• Mitigare la paura di essere abbandonati (“non vedrò più mamma o babbo”), cercare di infondere sicurezza, facendo capire ai bambini che i genitori ci sono e ci saranno sempre.
• Avviare una comunicazione tra genitori basata, se possibile, sulla collaborazione e sul compromesso e non sul figlio utilizzato unicamente come strumento per farsi la guerra; questo si riesce a fare, se si è in grado di separare il ruolo di genitori da quello di coniugi/amanti.
• Continuare ad avere la stessa idea di educazione dei figli, mostrandosi sempre come una squadra anche se non si abita più insieme.
• Comunicare con l’altro quando siamo sicuri di non buttarsi addosso rancore o rabbia: questa è la parte più faticosa e lunga perché fino a quando la ferita del divorzio non si sarà rimarginata, sarà complicato comunicare in modo sereno.

Concludo riportando una frase del libro: “La felicità e l’infelicità di genitori e figli dipendono in grande misura dai rapporti e dalle condizioni di vita che si stabiliscono dopo la separazione”, avendo come “bussola” questa frase si può evitare di fare tanti passi falsi


Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale

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