Montagna. FederFuni: “Necessari almeno 30mln di ristori. Anche sull’Amiata le criticità economiche non sono più sostenibili.”

Amiatanews: 31/03/2021
“Alla Toscana, alle Regioni appenniniche ed alle Regioni a statuto ordinario essenziali fondi per indennizzare adeguatamente le società degli impianti, le aziende dell’indotto ed i Maestri di sci che svolgono la loro attività in questi territori“.

FederFuni Toscana (l’Associazione Italiana delle Aziende ed Enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale), chiede alla Regione di sostenere con forza e determinazione le rivendicazioni economiche della Montagna Toscana rispetto ad una ripartizione, provvisoria, delle risorse destinate alla Montagna Italiana.
“I Sindaci e le Amministrazioni Comunali sono già al fianco della nostra categoria e delle aziende montane”, si legge in una nota stampa.
FederFuni rileva “il mancato interesse della stessa Regione alle motivazioni portate a sostegno di queste considerazioni, Amministrazione Regionale che non ha aperto un dialogo con la nostra Associazione neanche in merito alla richiesta di apertura degli impianti durante la stagione invernale”, scrive ancora  

FederFuni chiede quindi “un cambio di passo, un confronto diretto ed unilaterale essendo l’unica Associazione che sta sostenendo, insieme a forze parlamentari di Governo e di Opposizione, un deciso cambio di criteri di ripartizione dei 700.000.000,00€ messi a disposizione dal Governo con un provvedimento storico quasi epocale per l’importo e per la destinazione specifica ad un territorio spesso ignorato”.

Una modifica sostanziale, quella richiesta da FederFuni, che “porti alla Toscana, alle Regioni appenniniche ed alle Regioni a statuto ordinario i fondi necessari per indennizzare adeguatamente le società degli impianti, le aziende dell’indotto ed i Maestri di sci che svolgono la loro attività in questi territori. “Dobbiamo passare da 3/4 Milioni di euro sui 700 Milioni previsti ad un importo che rappresenti oltre 30 milioni di Euro in modo che si possa dare una svolta all’economia della montagna ormai rivolta verso un inevitabile fallimento. Con queste risorse, e parliamo quindi di decine di migliaia di euro per ogni attività,  anche l’intero tessuto economico fatto di piccole aziende potrebbe trovare una giusta ed equa risposta con indennizzi che a causa dei precedenti criteri, confronto tra mese di Aprile 2020 e Aprile 2019, non sono mai praticamente arrivati alle aziende di montagna”, conclude la nota stampa FederFuni. 

Sulla situazione amiatina così si esprime FederFuni:
“Le nostre Società degli impianti, dopo due anni di chiusura del 2020 e 2021, non possono più sostenere la criticità economica che si è venuta a determinare e potrebbero non essere in grado di riaprire per il prossimo inverno. La difficoltà e l’esposizione bancaria non è più sostenibile e se non ci sarà un concreto e sostanziale aiuto dovremo essere costretti a scelte drammatiche quali la chiusura con la messa in liquidazione. Lo stato non può, come al solito previlegiare le grande stazioni con i grandi incassi e penalizzare sempre i più piccoli. Le stazioni dell’appennino danno lavoro a migliaia di persone e sarebbe pressoché iniqua ed ingiusta una ripartizione di risorse su base lobbistica e prettamente numerica.”

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