Montepulciano. Le storie e le parole di Patch Adams a sostegno dei pazienti di Nottola

Grande partecipazione anche allo spettacolo al teatro Poliziano “Amate. Amate gli altri, e amate prima di tutto voi stessi. Poi andate in giro, a contagiare il mondo con quell’amore” e così ha fatto e sta facendo da molti anni, Patch Adams, come viene chiamato Hunter Doherty, il famoso “medico clown” americano, che nel suo tour mondiale diffonde un messaggio di amore per le persone malate e che ieri pomeriggio ha portato anche all’ospedale di Nottola a Montepulciano. Il medico dal naso rosso fa visita alle strutture sanitarie italiane due volte all’anno, grazie a Banca Mediolanum e Mediolanum Corporate University che si occupano dell’organizzazione degli eventi e di tenere i contatti con i vari referenti. A Nottola, è stato accolto da Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est, Rosa La Mantia, direttore del Presidio Ospedaliero e da Flavio Civitelli, direttore Dipartimento Materno Infantile. Il suo arrivo e l’incontro con i pazienti della Psichiatria e dell’Hospice sono stati momenti di grandi emozioni per tutti i presenti, perché Patch non è solo capace di alleggerire gli animi di chi è ricoverato portando allegria e risate, ma anche di toccare le persone nel profondo della loro interiorità, sostenendole con il dialogo e l’ascolto e raccontando la sua storia di vita che lo ha portato ad essere oggi la persona che ha sempre desiderato diventare, un uomo e un medico che aiuta il prossimo. “Incontrare medici come il dr Adams è un’occasione preziosa per ricordare sempre a se stessi quanto sia importante la relazione umana all’interno del patto di cura, indispensabile e non sostituibile: un incontro di mente e di cuore” – commenta la dottoressa Dei.Montepulciano_Ospedale_Nottola_Patch_Adams_IMG-20181128_04Dopo la visita a Nottola, Patch Adams è stato protagonista, presso il teatro Poliziano di Montepulciano, di uno spettacolo che fa parte del Patch Adams Tour. Una sorta di “lezione show”, in cui si racconta attraverso un monologo che tocca e intreccia la sua vita privata, fin da quando era bambino, e quella professionale, mettendo a nudo debolezze, dolori, desideri e la volontà ferrea di fare del bene, per trasmettere agli spettatori il vero senso di ciò che fa, incitandoli ad essere felici, a rispettare la vita per le gioie che dà, anche quando la sua fine è vicina. “A 18 anni, con tre ricoveri in un ospedale psichiatrico alle spalle ho capito che dovevo mettere in atto una rivoluzione, una rivoluzione delle idee, la più poderosa di tutte. – racconta Patch – È stato allora che ho deciso: non avrei più avuto un giorno infelice in vita mia.” Ha parlato anche della vocazione a fare il medico che lo ha spinto verso il sogno di realizzare un ospedale, diverso dagli altri, dove i medici non guariscono solamente, ma si prendono cura dei pazienti, mettendo in secondo piano gli aspetti puramente materiali della professione a vantaggio di una umanizzazione totale del rapporto. Alla fine del monologo, si è messo a disposizione dei presenti per un momento di confronto e riflessione condiviso. [gallery columns="4" size="gallery-block" ids="46988,46989,46986,46987"]


Fonti. Comunicato Stampa USL Sud Est Toscana del 28/11/2018]]>

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