Piancastagnaio. Una castagnatura ancora in attesa di stagioni migliori

Il 2017 si presenta leggermente migliore rispetto al 2016 per quel che riguarda la salute generale dei castagni, ma la stagione non ha aiutato la produzione del frutto tanto atteso. Ma l’attività del coltivatore può essere una risorsa per i giovani e motivo di sviluppo economico per l’indotto come il commercio e il turismo. A un anno esatto dall’ultimo nostro servizio sulla situazione dei castagneti sull’Amiata, in particolar modo quelli della zona di Piancastagnaio, ben nota per la presenza di marroni dove da alcuni anni alcuni piccoli imprenditori agricoli hanno ripreso o intrapreso con volontà e perseveranza le coltivazioni formando un’apposita associazione, abbiamo voluto incontrare il Signor Aldo Di Felice, imprenditore agricolo romano in parte di origini pianesi che, per passione, ha voluto intraprendere, questa attività una ventina di anni fa. Piancastagnaio_Castagni_20170928_DSC_0177 Aldo, che abbiamo scelto di intervistare in quanto tra i primi non residenti a Piancastagnaio a credere nella ripresa della coltivazione della castagna, possiede circa un ettaro e mezzo di marroni classificati IGP nell’area della “Carboncella”, a circa 750 metri di altitudine. Una zona altamente ricca di marroni, sempre più rivalorizzata dal sapente e appassionato lavoro di abitanti di Piancastagnaio che hanno riscoperto il valore della castagna non solo economico ma anche storico e turistico. Un impegno che cerca da anni di andare oltre rispetto ad indubbie difficoltà legate alla presenza di malattie del castagno causate da ben noti parassiti come l’ormai “stanziale” presenza del Cinipide galligeno del castagno, “Dryocosmus kuriphilusYasumatsu”, (il piccolo imenottero originario dell’oriente, arrivato in Italia e diffusosi anche nei boschi amiatini con estrema velocità), tenuta comunque “sotto controllo”, attraverso il lancio di insetti antagonisti come il Torymus e di altri insetti naturali oltre allo spargimento sul terreno dei castagneti di pollina. Oltre al Cinipide, i coltivatori si sono trovati ad affrontare altri parassiti come la “Cidia” (o verme delle castagne) e il “Balanino del castagno” e un altro ben noto patogeno di origine fungina, il cosiddetto “marciume nero del castagno”, causato dal parassita “Gnomoniopsis pascoe” che colpisce il frutto.” Amiata_castagno_cinipide_galligeno_IMG_20170515_141159 Tutto questo, accompagnato da una tarda primavera ed un’estate praticamente senza precipitazioni piovose significative, ha causato problemi in termini di quantità e probabilmente in parte di qualità, anche per il raccolto dei prossimi giorni, così come ci racconta nell’intervista il Sig Di Felice, con cui abbiamo voluto affrontare anche altri aspetti dell’attività del piccolo coltivatore agricolo e di come questa possa essere motivo di possibile interesse anche per le future generazioni, in un contesto evolutivo in armonia con la società, il commercio e il turismo. Buona visione dell’intervista realizzata lo scorso 28 Settembre ]]>

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