L’azione criminale condotta da almeno quattro malviventi, poco dopo le quattro della scorsa notte, attraverso un’operazione con elementi nuovi rispetto al passato. L’intervento delle Forze dell’Ordine ha permesso il recupero della refurtiva, per un valore di alcune centinaia di migliaia di Euro abbandonato dai ladri in fuga. In corso le operazioni d’indagine, coordinate alla presenza del Comandante del Reparto Operativo Provinciale di Siena, Colonnello Tamponi Ancora un furto nelle aziende di pelletteria di Piancastagnaio e, ancora una volta, è la zona artigianale della “Rota” a essere interessata dall’azione criminale di almeno quattro malviventi, che ha coinvolto ben sei laboratori. Una vero e proprio “commando” formato da almeno quattro uomini (tanti son quelli visibili nei circuiti della video sorveglianza privata), è stato il protagonista di un episodio dai connotati piuttosto diversi rispetto al passato. I malviventi, infatti, prima di iniziare la razzia di alcune centinaia di borse di alta moda, prodotte all’interno delle sei piccole fabbriche condotte prevalentemente a livello familiare, ma che danno lavoro a circa 90 persone, hanno dapprima chiuso al traffico l’ingresso principale alla zona artigianale attraverso una terna (grosso trattore con brenna), così come di quello secondario di una strada rurale che porta alla stessa area, attraverso l’utilizzo delle barriere in acciaio, come quelle che si usano per delimitare aree di lavoro dei cantieri. Una volta sentitisi abbastanza sicuri all’interno della zona produttiva, dopo aver rubato una quantità di borse dal valore di mercato di circa alcune centinaia di migliaia di Euro, si sono diretti verso l’unica via di uscita a valle che, attraverso una strada di campagna, li avrebbe portati verso la SR 2 Cassia, così da poter fuggire durante la notte. Una fuga non riuscita però, in quanto, il mezzo su cui viaggiavano, si è impantanato nel fosso del “Brozzolino”, che divide la zona dei poderi Pietreto e Colle Lucciole, costringendo i ladri ad abbandonare la refurtiva sul posto, per poi fuggire per la campagna, visto l’immediato sopraggiungere dei Carabinieri di Piancastagnaio e Abbadia S. Salvatore, guidati nell’operazione dal Tenente Angelo Faraca, Comandante della Tenenza Carabinieri di Abbadia San Salvatore, con il supporto del Maresciallo Francesco D’Amora, Comandante della stazione Carabinieri di Piancastagnaio, allertati dagli allarmi e dalla stessa stazione di Montalcino. Tutto questo, dopo aver in precedenza rubato presso dei magazzini di materiale edile o di servizi boschivi presenti nella stessa area artigianale, il grande mezzo agricolo, le barriere per chiudere la strada e il furgonato per la fuga, oltre a una serie di attrezzi come cesoie, picconi e quant’altro per forzare le porte di’ingresso delle pelletterie e per rompere i vetri antisfondamento. Il tutto è accaduto la scorsa notte, poco dopo le quattro, così come si evince dai filmati delle registrazioni delle video camere private, quando la guardia notturna in servizio, si è resa conto di movimenti sospetti ed ha avvertito i Carabinieri del Comando di zona di Montalcino, contestualmente, come si diceva, agli avvisi sms che i sistemi di allarme inviano anche ai Carabinieri della zona dove le pattuglie di Piancastagnaio e Abbadia S. Salvatore si sono immediatamente recate, superando gli ostacoli predisposti dai malviventi, giungendo sul posto e indirizzandosi proprio nell’unica via di fuga, quella che portava verso la Cassia attraverso la suddetta strada di campagna. “Con il recupero della refurtiva e il fatto che non ci sia stato danno diretto alle persone, possiamo dire che la prima parte dell’operazione sia andata bene. – ci testimonia Tenente Angelo Faraca – Siamo intervenuti come Compagnia di Montalcino che ha ricevuto l’allarme intorno le 4,20 di questa notte. Subito è stata allertata la Stazione di Piancastagnaio che immediatamente si è recata sul posto seguita da quella di Abbadia San Salvatore anch’essa allertata. Come attuale Comandante di Montalcino, ho diretto le operazioni che han visto subito una battuta durante la quale abbiamo recuperato la refurtiva e il mezzo usato per la fuga bloccato dalla fanghiglia da un torrente che scorre a valle dove il Nucleo Operativo di Siena, mentre noi si stanno facendo i sopralluoghi e le identificazioni necessarie.” “In tutto sono sei i laboratori coinvolti – ci dice il Colonnello Michele Tamponi giunto anch’egli sul posto per il coordinamento delle indagini – Sicuramente i malviventi, irriconoscibili in quanto incappucciati, non hanno nemmeno lasciato impronte, visto che indossavano i guanti come abbiamo constatato dalle registrazioni video delle telecamere di sicurezza delle aziende. I ladri, sentendosi inseguiti e temendo di essere arrestati, hanno abbandonato la refurtiva dopo anche essersi arenati in un fosso che corre lungo valle, vista la spessa fanghiglia presente dovuta alle recenti piogge. Proprio nel furgone rubato e usato per la fuga, contiamo di trovare elementi importanti per l’identificazione come DNA, impronte e quant’altro. I rilievi sono ora l’aspetto fondamentale per le indagini, assieme, ovviamente, anche alle video registrazioni che stiamo reperendo nelle aziende e che stiamo già visionando, oltre alle tracciature delle celle telefoniche. Siamo agli inizi, ma le indagini sono già in corso da questa mattina. Abbiamo comunque recuperato la refurtiva (borse di alta moda di noti marchi mondiali prodotte a Piancastagnaio n.d.r.) per un valore di mercato indicato intorno ai 400.000 Euro. Credo che tutti possano in qualche maniera ringraziarci per come per l’intervento immediato dei Carabinieri, determinante per ora e in attesa di evoluzioni, per il recupero della refurtiva abbandonata dai criminali proprio perché sentitisi braccati. Durante l’operazione, sono stati avvisati anche i comandi del circondario sia dell’Amiata che delle vicine stazioni dell’Alta Maremma, della Tuscia e dell’Umbria, in una sorta di accerchiamento di cui vedremo gli effetti nelle prossime ore. Dobbiamo anche dire che oggi, purtroppo, anche le aziende devono proteggersi di più rafforzando le proprie difese passive negli spazi esterni, cosa che in realtà atri in zona hanno fatto e che non sono stati coinvolti dal furto.” Comprensibile lo sconforto e l’amarezza dei titolari e dei dipendenti delle aziende, per taluno è il terzo furto subito nell’arco di un anno; la maggior parte di esse sono condotte a livello familiare e da decenni danno un sostegno fondamentale al settore economico di Piancastagnaio, di buona parte dell’Amiata e delle aree limitrofe, con milioni di fatturato all’anno e continuo serbatoio occupazionale che ha sempre risposto direttamente alle proprie crisi, assorbendo nel contesto anche il personale di aziende chiuse nel territorio, già a partire dagli anni ’90. Soltanto nella zona artigianale del La Rota, sono circa 400 i lavoratori che si recano al lavoro, in un’area già soggetta ad atti criminali verso la proprietà (ultimo tentativo di furto pochissimi giorni fa). Ma sono circa una una decina i furti che, in circa due anni, coinvolgono la pelletteria di Piancastagnaio e non solo. I malviventi, anche in zone lontane dal centro abitato e molto più vicine alle arterie di comunicazione viaria, hanno anche superato barriere di protezione passiva come muri di cinta, grandi cancelli e inferriate, dimostrando come l’attività criminale sia ormai svolta da professionisti senza molti scrupoli con basisti in loco, ben disposti all’aiuto in cambio di qualche vantaggio probabilmente poco significativo. (Ringraziamo i Carabinieri presenti sul posto e in particolar modo il Colonnello Michele Tamponi, il Tenente Angelo Faraca, e il Maresciallo Francesco D’Amora, per averci permesso di operare sul posto e rispondere cortesemente ad alcune nostre domande, così come gli imprenditori che hanno subito l’azione malavitosa.) [gallery columns="5" link="file" ids="28701,28700,28699,28698,28693,28688"] ]]>