E’ il momento di essere unici. E’ Palio. Con queste due parole, un verbo e un complemento, si chiude la Notte delle Bandiere e si aprono i giorni del sapore infinito che portano alla Corsa di questa sera tra le Quattro, alle 19 sulla pista del Campo sportivo, ancora una volta. E’ dunque arrivato il momento della mossa, del fiancare, di spingere sul posteriore e di correre, lottare, corre e lottare tra il rumore degli zoccoli e la sabbia negli occhi di uomini e animali. A immaginarlo, è come se il silenzio in realtà avvolgesse i quattro cavalli e i quattro fantini mentre si addannano per vincere, vincere comunque vada, nel rispetto dell’accordo con l’altro simbolo del silenzio: il Capitano. Il resto è rumore, suono, musica e melodia, arrangiamento di una passione che chi non l’ha, è come non avesse il cuore e, soprattutto l’anima. Borgo-Valter Pusceddu-Unico de Aighenta-Mirco Calvani; Castello-Bomario da Clodia-Giuseppe Zedde-Claudio Renai; Coro-Bonantonio da Clodia-Francesco Caria-Davide Coppi; Voltaia-Giosuè Carboni-Pressing de Mores-Alessandro Conti: sta a voi ora, governare e rendere bello il Palio di oggi, sta a voi non rubare l’anima, sta a voi regalare emozioni, sta a voi donare la gioia, sta a voi lenire il dolore, sta a voi rispettare chi vi è a fianco. C’è bisogno primario di un Palio puro che allontani mesi troppo parlati, angusti, cupi, bugiardi, cattivi e lontani dalla realtà. C’è bisogno di un Palio bello, silenzioso, aperto, solare, sincero, vero, buono, vicino. C’è bisogno di un Palio unico, senza confini e senza indici, libero con le mani aperte a esultare e a stringersi. Forse, è nell’immagine e la tenerezza di una Donna col bambino che bisogna guardare; la Festa è per lei e Festa è per la Contrada che la ringrazierà, la Festa è per tutti. La purezza e bellezza di questo Palio è quella di tutti, doni da accogliere e conservare. Ora, per tutti, è il momento di essere unici in questo. Chi non lo sarà, si vedrà rimanere al canape o correre al contrario. Buon Palio a tutti. Sia Vittoria per una ma Festa una comunità in cammino.
Il chiasso all’ingresso della terra disegnata, per poi trovarsi nella silenziosa solitudine nell’attimo del nome chiamato, pronto a comprendere il battito del cuore e la forza dell’anima, che con altri mille ascolti in un sol corpo tra lo zoccolo ed il cielo. Altri pensieri si avvicinano ed altri fuggono per rimanere puri e poi decidere nel tormento di momenti che si rincorrono. Il sole vi guarda negli occhi, si accende e si spenge con le ombre del vespro ed il respiro diventa uno. Il tempo si ferma e riprende, si ostacola e torna regolare nell’orologio disegnato sul campo col sogno avverato nel desiderio. Esistere sarebbe l’inutile vittoria, vivere è Palio. (mc 62)]]>