Piancastagnaio. Convegno sul teleriscaldamento. Una scelta da condividere, ma la partecipazione dei cittadini è modesta

Il convegno presso il Teatro Comunale Belvedere, ha visto la presenza di Amministratori Pubblici, Dirigenti CoSviG, ENEL GREEN POWER, tecnici ed esperti. Pochi gli imprenditori ed i cittadini   Il seminario che si è svolto ieri mattina a Piancastagnaio (teatro comunale) sul tema del “Teleriscaldamento geotermico. Le esperienze in Toscana”, organizzato dal Comune e dal Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), ha visto la partecipazione di tecnici, esperti, sindaci dei comuni geotermici, di operatori economici che stanno utilizzando il calore geotermico e del responsabile di Enel Green Power Massimo Montemaggi, il quale ha illustrato  cosa potrebbe significare in concreto una simile iniziativa proprio nel comune amiatino. Ma il pubblico locale era scarso. E qualcuno  ha mostrato anche qualche moto di insofferenza nei confronti di un tema “antico”, molto dibattuto, senza comunque giungere a risultati concreti. Dopo i saluti di rito, la relazione introduttiva di Sergio Chiacchella, direttore generale Cosvig, che ha analizzato la geotermia non solo come produzione di energia elettrica ma anche come fonte dei così detti usi diretti, tra cui risalta nettamente il teleriscaldamento. “La geotermia”, ha comunque affermato, tra un “pregio” e l’altro di tale energia, “è sostenibile, se fortemente condivisa dai territori. Impatta e segna pesantemente il territorio e necessita pertanto di massima condivisione”. L’ingegner Montemaggi ha esordito ricordando come in  cinquanta  anni di geotermia a Piancastagnaio siano  stati fatti vani  tentativi di installare impianti di teleriscaldamento. “Il teleriscaldamento funziona bene, ma ha delle complessità”, ha detto, come il costo, che a differenza di altre fonti di calore consiste  il 99% nella rete e  il 10% nell’acquisto della fonte  medesima. Un vero e proprio ribaltamento!  E ha fatto un esempio concreto di quanto potrebbe venire a costare per il comune pianese. Un investimento importante di circa 11-12 milioni di euro, con una spesa di 500 euro di allaccio a famiglia. Il Comune, comunque, non sarebbe l’unico attore, perché solitamente un progetto del genere richiama molti altri soggetti (riqualificazione dei sottoservizi, banda larga, illuminazione pubblica, etc). In più lo stato dà contributi importanti e sulla scena potrebbe anche presentarsi il Cosvig a  sostenere  l’investimento, anticipando i soldi. Piancastagnaio_Seminario_Teleriscaldamento_Geotermico_20160120_WP_20160120_085 A Enel Green Power, infine, il compito di gestire la risorsa e realizzare l’impiantistica a monte della rete. Ma i cittadini cosa pensano? A casa del Corto – ha ricordato Montemaggi – Enel non ha effettuato nessun investimento, perché gli industriali hanno detto no, non hanno aderito. “Questa iniziativa ha un senso, se il cittadino ci risparmia sopra. Almeno la metà di quanto spende oggi. Dalla presenza di questa mattina sembra che non vi sia interesse”. E ha concluso: “Perché così poca gente in questo teatro?”. Gli hanno spiegato che buona parte della giornata, fortunatamente, i cittadini di Piancastagnaio lavorano (parecchi nei borsettifici). Ma non è rimasto del tutto convinto. La passerella dei sindaci  (o loro rappresentanti) dei comuni geotermici (Pomarance, Montieri, Santa Fiora e Radicondoli) è stata una vera e propria apologia  (Santa Fiora a parte) degli impianti di teleriscaldamento realizzati e gestiti nei loro territori, analizzati sotto il profilo del risparmio energetico e  economico, del comfort, della qualità della vita dei residenti. Grazie forse alla accettabilità  sociale della geotermia e alle emissioni degli impianti geotermici del distretto tradizionale, che poco  hanno a che vedere con la situazione del monte Amiata Piancastagnaio_Seminario_Teleriscaldamento_Geotermico_20160120_WP_20160120_118


Fonti Mariella Baccheschi – Corriere di Siena]]>

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