Piancastagnaio. Coro vince con più meriti il Palio dei mezzi: Tremendo e Bonantonio, inaugurano un ciclo nuovo

Una Contrada che si è ritrovata, stringendosi intimamente e chiamando nell’abbraccio anche chi non c’è più, tutti dentro una stalla a fare “casa” La Contrada del Coro, trionfa nel primo Palio di Piancastagnaio corso tra mezzosangue, con Bonantonio da Clodia e Francesco Caria, detto “Tremendo”. Un Palio senza storia, o quasi, considerando il buon terzo giro di Borgo giunto alla fine non lontano dove nessun altro ha cercato di togliere all’accoppiata dello Stretto una vittoria attesa, silenziosa, desiderata e voluta in questi anni di partecipazioni per lo più sotto tono, con la rivale Voltaia, al contrario, assoluta protagonista del Palio pianese. A maggior ragione, la vittoria del Coro, non è del solo Capitano Davide Coppi, “stravolto dall’emozione” questa sera, ma di tutta una Contrada che si è ritrovata in quest’ultimo anno attorno a se stessa, stringendosi intimamente e chiamando nell’abbraccio anche chi non c’è più, tutti dentro una stalla a fare “casa”, con l’unico intento di recuperare l’orgoglio di se stessi, insistendo, dando fiducia, senza troppo apparire attorno al sogno di vittoria da rendere realtà in un contesto difficile e nuovo. E Vittoria è stata e nessuno può dire molto, nemmeno nulla. Forse è proprio in quella stalla, nominata tra le lacrime durante la Cena Propiziatoria del 16 Agosto, che bisogna cercare i valori di una vittoria, ancor prima di pensare all’insensatezza di una mossa e di una corsa dell’avversaria, che ha lasciato correre il buon … Bonantonio senza mai infastidirlo, subendo lo smacco di un sorpasso proprio nella curva che in passato gli era stata favorevole e motivo di scherno. Un Palio senza storie, un Palio “Tremendo” dove il fantino sardo, dopo un battibecco-giochino in lingua alla mossa con il conterraneo Carboni, detto “Carburo” ma che ben poco ha… carburato, ha dopo nemmeno mezzo giro, presa la testa di una corsa apparsa subito senza probabile storia se non per il ritorno di Borgo con Valter Pusceddu  e il suo Unico de Aighenta (potente ma meno esperto di corse in provincia) mentre, dietro, pian pianino e con alcune mezze “parate”, sia Voltaia (Carboni su Pressing de Mores) che Castello, con Giuseppe Zedde su Bomario da Clodia, sembravano rintuzzarsi per passare un po’ di inutile tempo, con Voltaia che già lontana sembrava più preoccupata a spianare la strada al Coro e a Borgo. Tre amici al bar. Un Palio vinto e stravinto, anche con sorpresa,  dalla Contrada dello Stretto che, da stasera, mette il 13° appeso al muro del museo di Contrada e ancor più alle mura del paese. Un Palio “nuovo” tra mezzosangue (e che mezzosangue!), che ha messo a tacere tanti discorsi ma che ne apre altri e di molto. Una Festa bella, che ha esaltato le qualità di una comunità che, ad ora, si è mostrata matura in barba alle tante chiacchiere, avvertimenti, sanzioni e restrizioni. Le Contrade sono anime spesso mature e non figlioli piccini da rimproverare o avvisare, quell’anima che il Coro ha dimostrato di accompagnare al cuore e al coraggio del proprio popolo, premiando la perseveranza verso una Dirigenza chiacchierata fin troppo da chi stasera ha perso e ha perso male. Auguri e complimenti dunque ai vincitori, ai loro cari e ai loro amici. Ora è il momento di festeggiare al meglio fra le proprie mura dove tutto è “casa” e risuona di felicità. Verrà il tempo per la Cena della Vittoria e il tempo delle riflessioni su come le altre Contrade, tutte, dovranno ben riflettere sul proprio Palio. Ma è il Coro a brindare, coi tanti giovani che preparano il futuro. [gallery columns="5" link="file" ids="33386,33387,33388,33389,33390,33391,33392,33393,33394,33395,33396,33397,33398,33399,33400,33401,33402,33403,33404,33408"] La corsa, il Ringraziamento e le interviste

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