Due Novembre: all’amico ignoto. C’è un povero tumulo di terra, nel nostro cimitero di Piancastagnaio che la pieta’ cristiana della nostra gente non fa mai mancare un fiore o un lumino. Nessuno sa chi e’ sepolto sotto quel tumulo dove i fiori crescono senza chiedere il permesso ai mortali. Nessuno lo sa. Anche i responsabili del nostro comune, non riescono a capire chi vi sia sepolto. Ogni volta che vado a trovare i miei, mi fermo per un rapido saluto a quell’amico ignoto che giace tra le altre tombe, pompose e ricche di fiori. Oggi, due novembre, ognuno pensa al proprio caro che ha attraversato l’altra esistenza, lasciando in chi lo amava ricordo e tristezza. La morte, inevitabile passaggio della nostra esistenza, fa parte della cultura di milioni di anni, e come tale ha avuto nelle celebrazioni delle diverse ere, grande attenzione con i suoi riti e suoi cimeli piu’ o meno importanti. Ma la morte, è la morte. E se c’è chi nel tempo vi ha ironizzato, c’e’ anche chi non accettato l’estremo passaggio,delegando agli altri pensieri e riflessioni, forse utili per vivere bene. Il grande Ettore Petrolini, vedendo arrivare il prete prima di morire, esclamo’ ” mo so belle che fritto”. Michel Quoist, prete scrittore francese, in una celebre preghiera poesia parla della solitudine di chi muore solo’∙. ,,amore di chi agonizza dolcemente solo, mentre nella stanza accanto, i parenti attendono il momento fatale, prendendo il caffe”. Della morte, nessuno parla volentieri. Anche ai bambini, e’ vietato sentirne parlaare. Il dolore deve essere nascosto, come in una anestesia della mente, per cui, si muore ” soli”. Nella famiglia patriarcale, pero’, non era cosi’. La vita e la morte, erano di dominio pubblico, per cui, nella famiglia numerosa, il fraatellino o la sorellina appena venuta al mondo, in casa, riceveva subito il saluto dei fratelli piu’ piccoli- E cosi’, quando un lutto colpiva la famiglia, anche il nonno o la nonna o il padre, se lucidi negli ultimi istanti di vita, raccoglievano la famiglia accanto al letto del morente per riceverne gli ultimi consigli i vita. Enrico Medi, il grande scienziato santo, pretese, alcuni istanti prima di morire, di avere tutti i figli accanto al suo letto, sussurandogli prima di morire” guardate come muore un cristiano”. Oggi, vorremmo ricordare tutte quelle persone che in questo anno, hanno affrontato il grande viaggio. Tutti quei pianesi, conoscenti e non conoscenti. Non è possibile, vista la grande comunita’ presente nel nostro cimitero. Vorrei prenderne uno che li rappresentasse tutti. Accanto al mio amico ignoto, riposa Giuseppe Fè, l’indimenticabile Peppone, che fece del volontariato e della carita’, uno stile di vita. Non a caso e’ sepolto accanto al mio amico ignoto.Guardo la sua tomba e guardo quella di Peppe, accanto. E allora mi dico fra di me: caro amico ignoto, non potevi capitare accanto a persona migliore, e allora mi tranquillizzo e dico fra me: amico dalla tomba anonima, sei in buone mani del tuo nuovo luogo nell’infinito. Giuseppe Serafini]]>
Piancastagnaio. Due Novembre: all'amico ignoto
- Autore dell'articolo:Redazione
- Articolo pubblicato:02/11/2014
- Categoria dell'articolo:Amiatanews / Piancastagnaio
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