Amiatanews (Marco Conti): Piancastatgnaio 20/07/2022
L’AD Roberto Leo: “Qualora continuasse questa situazione c’è forte rischio di dover affrontare riduzioni del personale e ulteriori forti danni alle colture“
La carenza d’acqua e la prospettata crisi idrica che continua a interessare anche l’area del Monte Amiata, causata dall’assenza di precipitazioni, dal continuo irraggiamento solare e da temperature che da oltre due sono al di sopra della norma, sta continuando a mettere sempre più in difficoltà i cittadini, le imprese e le stesse istituzioni del territorio.
Tra le imprese in difficoltà, l’azienda vivaistica Floramiata di Piancastagnaio, leader nella produzione di piante ornamentali con 30 ettari di serre coltivate oltre a una produzione vivaistica all’esterno, attraverso una nota stampa odierna, informa di aver registrato “un nuovo calo delle forniture di acqua successivo ad un riequilibrio che era avvenuto nelle scorse settimane“.
“A fronte di una fornitura che oscillava tra i ca. 1.100 e 1.300 mc, da sabato mattina scorso sono passati a ca. 800 mc/giorno – si legge nella nota di Floramiata – Ciò crea un disavanzo di ca. 500 mc al giorno e una autonomia di soli 5 gg di irrigazione. Come l’azienda ha già segnalato, i 1.300 mc sono la quantità minima di sopravvivenza delle colture, avendo già ottimizzato con azioni di razionalizzazione dei processi irrigativi per ca. 700 mc al giorno (lo scorso anno, di questi periodi, il consumo si attestava a ca. 2000 mc al giorno)”.
“La razionalizzazione dei sistemi di irrigazione è conseguente alla consapevolezza di una crisi idrica generale della quale siamo consapevoli, tuttavia un maggior riequilibrio della distribuzione è necessario. Infatti, siamo già stati costretti a sacrificare alcune produzioni macerando piante.”
“La situazione è molto critica – evidenzia l’amministratore delegato Roberto Leo – Stiamo anche verificando un disavanzo di ca. 180 mc/giorno che sembrano attribuibile alla nostra rete esterna (di ca. 1,5 km) ma al momento non ci sono segni evidenti di perdite. Comunque, anche se fosse così, ciò non risolverebbe il problema. Qualora continuasse questa situazione c’è forte rischio di dover affrontare riduzioni del personale e ulteriori forti danni alle colture”.
Tali preoccupazioni erano già state in parte espresse nei giorni scorsi durante un convengno roganizzato in Floramita da ANCI Toscana, a cui hanno partecipato amministratori locali amiatini e imprenditori.