Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 30/08/2019
Un 2018 positivo: l’utile sale a 731.000. Gli occupati sono oggi ben 142. Previsti investimenti per oltre 6 milioni di Euro. Si rafforza il legame col territorio
Un utile di 731.000 Euro a fronte dei 568.000 del 2017; 142 dipendenti con recenti inserimenti di giovani qualificati e laureati; oltre 6 milioni di investimenti pianificati; circa 8 ettari di nuovi spazi dedicati a vivai esterni con nuove serre e sistemi di produzione tecnologicamente avanzati; un nuovo e sofisticato software per la gestione delle fasi post produzione come la gestione del magazzino, la spedizione e la fatturazione; presenze alle più importanti fiere del settore: piani formativi e un rapporto col territorio sempre più caratterizzante le importanti scelte aziendali.
Sono questi i numeri e le scelte presentati dall’Amministratore Delegato di Floramiata, Marco Cappellini, durante l’incontro coi media della stampa e della televisione, ben organizzato alcuni giorni fa nella sede dell’azienda e che ha anche visto la presenza del Direttore Enrico Barcella e del responsabile marketing Francesco Boriosi. Numeri che raccontano di una gestione che sta riportando il polo florovivaistico di Piancastagnaio protagonista assoluto del mercato di riferimento attraverso l’impegno e l’attenzione alla programmazione, al rinnovamento, all’innovazione, alla formazione e a un ritrovato entusiasmo che sembra coinvolgere il personale dipendente, quello dell’indotto e anche a una ritrovata sensibilità col territorio.
Dalla primavera 2017, è indubbio come Floramiata stia scrivendo una nuova storia rispetto a una passata da ritenersi assolutamente alle spalle per tutti, sempre più da dimenticare e forse già dimenticata nei suoi aspetti meno positivi, come fosse un’ombra cancellata da una luce nuova: quella di oggi. Una luce che aiuto uno sguardo che, al di là dei numeri del positivo bilancio 2018, punta diritto a un futuro dove ogni punto di arrivo è salutato come un nuovo punto di inizio. Una luce che sembra ridare forza a un personale che si ritrova sempre più unito e consapevole di essere nuovamente e giustamente protagonista di nuovi anni di una esperienza imprenditoriale amiatina.
“Dopo il nostro ingresso nella primavera del 2017, quello del 2018, è il primo bilancio utile per vedere effettivamente il nostro andamento – ha esordito l’Amministratore Delegato Floramiata Marco Cappellini – . Anche se stiamo già analizzando molto attentamente dato per dato per capire dove sia possibile migliorare, dobbiamo considerare il 2018, un anno sicuramente positivo che ha portato un utile di esercizio superiore ai 730.000 Euro rispetto ai 568.000 dell’anno precedente”.
Anche i dati relativi al primo semestre 2019 sono positivi, tutti a conferma della crescita dell’utile netto dell’azienda che, ad oggi, dovrebbe assestarsi intorno ai 900.00 Euro. Una crescita che va nella direzione auspicata dall’azienda che vuole raggiungere a bilancio 2021, un utile di due milioni di Euro, tanti quanti i crediti d’imposta derivanti dai certificati ambientali di cui Floramiata beneficia per lo sfruttamento del calore geotermico nella fase produttiva.
“Se è corretto dire che siamo in costante miglioramento e che il risultato 2018 è da ritenersi importante anche in relazione alla storia di Floramiata, il nostro obiettivo rimane quello del 2021, anno in cui vorremmo raggiungere un utile di bilancio solo attraverso la gestione caratteristica, ovvero quella svincolata dai pur importantissimi benefici dei certificati ambientali. Una scelta approvata dal CdA che punta, da quella data, a dedicare esclusivamente agli investimenti il credito d’imposta esclusivamente agli investimenti, del resto già iniziati sin dal nostro ingresso, anche in misura considerevole”.
A tal proposito va sottolineato la partecipazione di Floramiata al PIF (Piano Integrato di Filiera) della Regione Toscana e al Piano di Distretto Toscana Sud con richiesta di contributi per investimenti per circa 6 milioni di Euro.
“Il nostro piano finanziario vede mezzi propri dell’azienda, contributi in conto capitale e, in occorrenza, finanziamenti derivanti dal settore bancario – ha sottolineato Cappellini – . Abbiamo comunque prospettato un conto economico 2019 che prevede un utile di circa 900.000 Euro, a conferma di come ci sia un consolidamento dei risultati sin qui ottenuti. Per la prima volta, abbiamo un bilancio che ci permette di analizzare i costi industriali, pianta per pianta e suddiviso per varietà, così da verificare le singole marginalità che ci permetteranno di apportare progressivamente modifiche alla programmazione condividendo le scelte con l’area commerciale, quella della produzione e della stessa programmazione, tenendo ben chiaro quel che il mercato richiede”.
Scelte che nelle intenzioni del management, andranno a rafforzare ancor più quella consapevolezza necessaria per raggiungere l’auspicato pareggio della gestione caratteristica auspicato nel 2021. Il tutto, anche ampliando i numeri e le tipologie della produzione attraverso la già avviata realizzazione del nuovo vivaio esterno che, al suo completamento, si estenderà su una superficie complessiva di circa 8 ettari, comprensiva di serre tecnologicamente avanzate (già realizzate) con personale formato e qualificato. Già parte del vivaio e le serre dedicate sono in produzione grazie a un accordo con la Giorgio Tesi Group di Pistoia, azienda facente parte del pacchetto societario di Floramiata. Un accordo che permette a Floramiata di conoscere già oggi tipologia e quantità da produrre e la relativa marginalità.
“Questi che stiamo vivendo sono anni di passaggio – ha ricordato l’Amministratore Delegato Floramiata – Ci soddisfano i numeri dei flussi di cassa; sotto questo aspetto il 2019 doveva essere l’anno peggiore; ad oggi, invece, il budget non è solamente rispettato ma siamo addirittura di poco sopra le nostre previsioni, anche in virtù di un fatturato superiore al previsto. Pur con tutti gli investimenti che sono stati fatti, Floramiata ha una situazione patrimoniale solida e di tutto rispetto pari a oltre 3,5 milioni di Euro e dei soci che, a sua volta, hanno fatto importanti finanziamenti pari a oltre 3 milioni di Euro, a dimostrazione della convinzione e del credo verso l’azienda.”
Va ricordato che quando l’azienda fu rilevata dopo il fallimento della precedente gestione, presentando una situazione di magazzino sostanzialmente senza giacenze; occorsero nel 2017 circa 3 milioni di piante per ricreare il sistema della produzione e quello commerciale con lo scopo di far apprezzare di nuovo Floramiata che aveva perso molta della sua credibilità sui mercati. Oggi, rispetto ai 380 iniziali, sono circa 800 i clienti dell’azienda tra grossisti, garden e Grande Distribuzione, seguiti direttamente non solo dalla riorganizzata rete commerciale ma anche dalla sede centrale di Piancastagnaio.
Relativamente al personale dipendente, dalle 78 iniziali, oggi Floramiata ha una forza lavoro di 142 persone, per lo più residenti nell’area amiatina o zone immediatamente limitrofe, preferenza dell’azienda nella scelta dell’assunzione assieme alla preparazione e ai titoli. Tra questi, nell’ottica di un inizio di rinnovamento del personale, anche giovani laureati provenienti dal progetto della regione Toscana “GiovaniSì”, il cui contratto, da tempo determinato si è trasformato a tempo indeterminato, a conferma della crescita dell’azienda capace di garantire nuovi posti di lavoro.
“Sono arrivati moltissimi curriculum, anche da zone piuttosto lontane dalla nostra sede e questo per noi è una dimostrazione di come l’azienda stia riacquistando credibilità. Siamo soddisfatti di poter inserire nuova forza lavoro che, per nostra scelta, in presenza delle qualità ricercate, preferisce gli abitanti del territorio”, ha evidenziato Cappellini.
Molta importanza verso una misurata strategia di marketing e della comunicazione, oltre a iniziative e investimenti a rafforzare il legame tra territorio, azienda e prodotto.
“Continuiamo a lavorare molto su questo aspetto – ha sottolineato Marco Cappellini – Cerchiamo di trasmettere e far capire ai clienti attuali e a quelli potenziali, i motivi per comperare una pianta Floramiata rispetto ad altre. Noi non vendiamo all’utente finale ma ai grossisti, ai garden e alla grande distribuzione dove a volte non vogliono il nostro marchio, ma usare il loro. Stiamo lavorando anche sotto questo aspetto, ovvero quello di valorizzare il nostro prodotto che viene dalla nostra azienda e dal nostro territorio così da dare un risultato alla somma azienda+territorio+produzione. Certamente, per far questo, bisogna far uscire una produzione adeguata e, su questo, ha lavorato molto bene il nostro direttore Enrico Barcella. Presenti come Floramiata alla borsa olandese – ha proseguito l’Amministratore Delegato – abbiamo verificato quanto siano apprezzate le nostra piante che hanno punti di forza che le contraddistinguono come il fatto che si sviluppano all’utilizzo del calore geotermico e all’esposizione alla luce naturale. Da qui la nostra volontà di rivolgerci anche al mercato estero che abbiamo concretizzato attraverso una sinergia con la Giorgio Tesi Group, produttrice di piante per esterno, la quale ha l’85% dei propri clienti oltre i confini nazionali; una sinergia che permette alla loro rete commerciale di proporre ai migliori clienti di acquistare le nostre piante da interno che in questo momento invece comperano in Olanda. A Floramiata interessa vendere all’estero a fronte di marginalità; con questo principio vogliamo incrementare, attraverso precisi accordi, il numero dei nostri clienti.”
Relativamente agli appuntamenti fieristici e nell’ottica di un ulteriore sviluppo delle azioni rivolte alla comunicazione e al marketing, l’azienda è presente nei più importanti appuntamenti del settore sia nazionali (Padova e Milano), che internazionali, come la IPM Essen in Germania.
Sempre sotto questo aspetto, Cappellini ha voluto sottolineare come sia importante anche far giungere i clienti acquisiti o potenziali direttamente in azienda. A questo scopo, per la metà del prossimo novembre, è stato organizzato un “porte aperte”.
“E’ per noi importante, anche attraverso i canali di comunicazione digitali offerti dal web, portare i clienti in Floramiata. Stiamo lavorando con molta attenzione all’evento di novembre dove ospiteremo clienti provenienti dall’Italia e dall’estero. Stiamo organizzando con scrupolosità il loro arrivo, il ricevimento in azienda attraverso la realizzazione di uno showroom con esposte le piante che produciamo; ci sarà una visita all’azienda con i alla presenza dei nostri commerciali. Un’occasione dove vogliamo far vivere ai nostri ospiti un’esperienza in contatto con il territorio e le sue peculiarità, a conferma di come sia imprescindibile il rapporto con l’azienda e la produzione”.
Durante l’incontro, Cappellini ha confermato il forte impegno di Floramiata nell’attività di ricerca. L’azienda è dotata di un Centro di Moltiplicazione Meristematica, vero e proprio fiore all’occhiello che si occupa, attraverso personale altamente qualificato, dello sviluppo di innovative tecniche produttive.
Inoltre, attraverso gli ottimi rapporti dell’azienda con i Ministeri di riferimento e le Regioni, da più di un anno vengono fatte ricerche su alcune tipologie di piante come il nocciolo e il castagno. Un progetto giunto a buon punto, è quello di riuscire a produrre le varie tipologie di castagno presenti in Italia, conoscendone il DNA e certificando così la pianta.
“Crediamo molto in questa iniziativa – spiega Cappellini – . Un progetto simile esiste parzialmente in Piemonte; per questo in accordo con le università di Firenze e Torino, la Regione Toscana e la Regione Piemonte, stiamo cercando di portare avanti insieme il progetto di certificazione. Non sarà un progetto che darà business, ma siamo convinti rimarrà importante per la zona, a conferma del nostro legame col territorio”.
Un legame sempre più da rafforzare e valorizzare anche attraverso attività solo apparentemente staccate dalla mission aziendale. Spesso ai clienti in visita all’impianto florovivaistico, attraverso visite guidate organizzate, viene presentato il territorio sotto l’aspetto storico, economico, sociale e delle tradizioni. Tra le visite, quella ai siti minerari di cinabro attivi fino ai primi anni ‘70 la cui chiusura diede vita alla “riconversione” del personale in un progetto di sviluppo che, assieme allo sfruttamento geotermico, diede la nascita alla stessa Floramiata.
Anche se prematuro, Floramiata, sta valutando con attenzione anche un sistema di welfare aziendale.
“Abbiamo già avuto incontri con i sindacati a cui abbiamo prospettato questa nostra volontà – spiega – L’idea, è riconoscere dei premi ai dipendenti in base ai risultati raggiunti dall’azienda. Questo accadrà dopo il raggiungimento del pareggio di gestione caratteristica. Ci sono idee allo studio, pensando, ad esempio, anche alle necessità legate alla maternità o quelle tipiche di una famiglia come aree dedicate ai più piccoli, al tempo libero, allo studio. Studieremo le necessità assieme ai dipendenti. E’ per noi un importante motivo aziendale, per questo vogliamo affrontare il welfare aziendale nel momento che raggiungeremo i risultati auspicati che ci permetteranno di dedicare agli investimenti i benefici derivanti dalla geotermia”.
C’è ottimismo dunque, così come la consapevolezza che il da fare è ancora molto e il 2021 non è poi così lontano. Va riconosciuto che l’incontro di mercoledì assume un significato particolare, in quanto, questa volta, i numeri del bilancio, dovevano dare chiare indicazioni, molto più di quelle che il bilancio 2017 potesse presentare. Per questo l’Amministratore Delegato Marco Cappellini e il Direttore Enrico Barcella, hanno voluto presentare l’azienda anche sotto altri aspetti.
Probabilmente, con i buoni risultati, l’aspetto che più si evidenzia è il deciso e ben programmato sguardo al futuro che Floramiata dedica anche a un mercato aperto nei confini. D’altronde i numeri suddetti lo testimoniano, l’azienda è in crescita, gli utili aumentano e seguono per di più quelli del fatturato. Il capitale netto è quantomeno importante e si aggiunge all’investimento iniziale dei soci, una cordata eterogenea e scelta con estrema attenzione, dove ognuno dà il proprio contributo.
L’aria è sicuramente diversa e si respira sempre più con piacere anche tra gli amiatini; sempre più Floramiata è protagonista nel territorio ponendosi con nuova forma e sostanza verso di esso e contribuendo alla sua conoscenza, alla valorizzazione e alla sua conservazione, anche con l’impegno verso l’ambientale nel voler divenire azienda “carbon-free”.
Valorizzazione del personale, motivazione, investimenti, formazione, tecnologia, innovazione e una decisa volontà verso un futuro da protagonista. Un personale altamente qualificato che dopo momenti difficili, torna a esprimere con ancor più entusiasmo il proprio valore. Nei numeri del bilancio 2018 e in quelli delle proiezioni 2019, abbiamo visto questo; un’azienda che è tornata a vivere con forza e appartenenza al territorio.