Sabato 15 Ottobre, lo storico bar ai piedi della Rocca, compie 30 anni da quando la famiglia Perini ne è titolare. Non crediamo di andar contro alla deontologia professionale se la redazione di Amiatanews decide di dedicare un articolo ai 30 anni di attività delle famiglie Perini, quelle dei cognati Daiana e Vittorio, con lo stesso cognome, titolari del bar “La Rocca” di Piancastagnaio dal 1986. Il motivo? Semplice; il bar è uno dei locali più conosciuti non solo a Piancastagnaio, ma sull’Amiata, anche perché posto proprio dinanzi alla fermata del “postale”, ovvero dell’autobus, che, a seconda del tragitto e dell’orario, porta ogni giorno studenti, lavoratori, cittadini e anche qualche turista verso Siena, Grosseto e il Viterbese. Altro motivo si chiama “lavoro”, ancor più importante e determinante per questo 30esimo compleanno dell’attività; non è facile, anzi, è raro, che una stessa famiglia, le stesse persone, portino avanti un lavoro del genere per ben tre decenni ininterrottamente, ogni giorno e in ogni tempo. Non che non esistano altri esempi così, ma, se uno si guarda attorno, in questo settore così difficile e stancante, visti anche gli orari di apertura e chiusura di un lavoro senza sosta, non sono realisticamente molte le attività che, senza mai interruzione, sono così longeve nella gestione. Un bar che viene da lontano, ovvero da quegli anni ’50, quando prima Vasco Nucciotti, poi Ubaldo Pammolli e infine Aldo Giglioni hanno prima di Daiana e poi Vittorio gestito nel tempo il bar. Appena fuori le mura dal centro storico, proprio all’ombra della Rocca Senese-Aldobrandesca, il bar è proprio posto al crocevia tra la Via Provinciale, il Viale principale del paese nuovo e l’ingresso al centro storico, in una posizione quasi baricentrica con tutt’intorno il Palazzo Comunale, la fermata degli autobus, le scuole e l’asilo infantile, la banca, la Posta, lo studio dei dottori, i giardini pubblici: tutti buoni motivi per un successo, sembrerebbe, ed è anche vero, ma, dal nostro incontro, il successo dipende da ben altro. “Un viaggio nel tempo – ci racconta Daiana – 30 anni posso dire che sono tanti e lo sono, ma l’ho fatto con volontà e piacere. In fondo era un mio desiderio avere un locale che mi facesse stare in contatto con la gente; non è un caso che sin da ragazza ho voluto fare questo tipo di esperienza anche all’estero, in Germania. Dunque, pur con sacrifici importanti, sono felice di stare nel mio bar, assieme a Vittorio e al resto della mia famiglia.” “E’ proprio così – interviene la sorella di Daiana, Maria, moglie di Vittorio – Io, che non lavoro al bar, posso dirlo con una sorta di imparzialità. Daiana e Vittorio, hanno messo tutto se stessi in questo lavoro, non arrendendosi mai, anche nei momenti più difficili e anche inaspettati che le attività si trovano ad affrontare. Io e mio fratello Nando, abbiamo cercato di sostenere i nostri familiari per quanto possibile. E ne siamo contenti.” Maria, seduta tra i due, mentre sorseggio la mia grappa che il buon Vittorio mi ha offerto, sembra essere anch’essa cresciuta nel locale e, a dire il vero, è anche così, pur non avendoci lavorato. “Siamo stati sempre uniti – ci dice Vittorio non senza commozione – Ricordo all’inizio, quando, terminato il mio lavoro, venivo al bar per fare le cose che erano necessarie. Pur stanco, stavo bene e sempre più mi piaceva; ne ero convinto, al punto di decidere fosse il mio nuovo lavoro. Tante le cose fatte anche se, pur essendo passati gli anni, tanto c’è ancora da fare.” Effettivamente, al di là della normale attività, in un bar c’è sempre molto da fare e tanti i pensieri. Tra l’altro proprio dieci anni fa, il locale fu ristrutturato completamente. “Quel giorno si decise di andare avanti pur non avendo le risorse economiche necessarie – ci confida Daiana – Eravamo determinati a non chiudere la nostra avventura; troppi gli anni passati qui, che è la nostra casa per molti punti di vista. Abbiamo deciso con forza di continuare. Per me, una seconda prova da superare importante, dopo che, sola, mi sono ritrovata all’inizio di questa avventura professionale, a crescere mio figlio Federigo. Ma sono soddisfatta di me e di tutti noi; anche per questo festeggeremo con gioia questo trentennale, con una grande festa popolare organizzata per ringraziare gli amici e chi vorrà essere con noi.” Sabato 15 Ottobre, dalle 17, la festa: “La festa dovrà durare dalle cinque della sera alle cinque del mattino! – esclama Vittorio – Voglio proprio godermi la serata e condividere questi trent’anni con la gente, che è protagonista assoluta del Bar La Rocca. Ne ho viste tante qui al bar … amori nascosti, amori scoperti, ragazzi che salinano la scuola, bimbi divenuti uomini che portano oggi i loro figlioli qui da noi, politici, bancari e amminsitratori che si confidano… D’altronde il Palazzo Comunale è qui davanti, come la banca e la posta, e, dounque, molti sono stati i personaggi noti passare a prendere un caffè. Porto, per brevità, alcuni nomi legati al territorio che son passati da noi, come Massimo Fassino, sposato con Anna Serafini di Piancastagnaio, che ci viene sempre a trovare o lo stesso Prefetto di Siena che passa sempre da noi per un caffè. Poco tempo fa il Ministro del Lavoro si è fermato da noi così come l’ex Ministro Cesare Damiano. Per non parlare dei Vescovi che, in visita a Piancastagnaio per il Palio e per Santa Barbara, si fermano per un caffè o una bevanda calda. Qualche settimana fa, ora che mi viene in mente, la stessa Rosita Celentano, si è fermata da noi. Insomma una forte emozione anche per tutto questo.” Ricordarsi i gusti di ciascuno è una delle principali doti che chi lavora in un bar deve avere. Una dote che è riscontrabile un po’ dappertutto. Ma, questo tipo di lavoro, è molto cambiato negli anni; nuove proposte commerciali per soddisfare le esigenze del pasto veloce, il tipo di aperitivo, i cosiddetto “apericena”, serate a tema con musica giusto per fare degli esempi, che richiedono sempre più qualità nel prodotto e nel servizio. Questo elemento è spesso non considerato, attraverso valutazioni spesso sommarie; Piancastagnaio, ad esempio, ha rinnovato tutti i propri locali pubblici, con notevoli investimenti; in molte città, pur blasonate, si trovano ancora strutture pubbliche non rinnovate con scadenti servizi igienici e, peggio, non sempre oggetto di controllo, a cui aggiungere una proposta commerciale divenuta scontata negli anni, visto magari il trovarsi in zone comunque altamente frequente. “Abbiamo voluto porre particolare attenzione a questi aspetti – ci dice una soddisfatta Daiana – Piancastagnaio oggi è un paese, che, pur non essendo costante meta turistica, può ritenersi all’avanguardia per i propri locali pubblici. Anche i nostri colleghi sono sul mercato con strutture rinnovate ed igienicamente a posto sotto ogni profilo, dai servizi alle cucine,dal bancone a frigo. Per noi la qualità è stata una scelta vincente anche per quel che riguarda la nostra offerta che, crediamo, ci pone all’avanguardia in particolare nel settore dei dolciumi e dei prodotti per ciliaci. La scelta è stata anche quella di specializzarci in questo tipo di alimento, senza trascurare, ovviamente, tutto il resto con proposte sempre all’insegna della qualità ed esclusive.” “Un locale per le famiglie – interviene Vittorio – Qui non ci sono le slot machine, non si gioca a carte come ad altro. Una scelta voluta, un messaggio chiaro alla nostra clientela attuale e futura. Chi entra nel nostro locale, si accorge subito di questo aspetto, notando l’assenza del gioco d’azzardo e il tipo di clientela. Un locale anche con una forte presenza femminile, favorita sicuramente dalla vicinanza della scuola e dei giardini pubblici, ma anche dai nostri spazi esterni. In verità è sempre stata una caratteristica del bar – continua Vittorio – frequentato da giovani ma, soprattutto, da persone per così dire più adulte. Inoltre, proprio qui davanti, c’è la statua del minatore, a ricordo dei tanti lavoratori che si radunavano in attesa del “carrozzone” che li trasportava ai giacimenti di cinabro; oggi sono quelli che si fermano al bar, di ritorno dalle fabbriche di pelletteria o dagli uffici, che si danno appuntamento per due chiacchiere qui da noi. Insomma una tradizione che si conserva nel tempo, sin da quando, negli anni ’50 il Nucciotti iniziò l’attività in quella che era la vecchia struttura, dieci anni fa completamente rifatta in accordo col Comune. A tal proposito vorrei ricordare il supporto dello scomparso geometra Nisti che ci ha aiutato seguendo tutte le procedure necessarie per il rifacimento completo del locale.” Probabilmente, anzi sicuramente, la chiave del successo è proprio una delle parole e dei pricìpi che abbiamo ascoltato più volte ripetere dai protagonisti, durante questo incontro: “famiglia”. Una famiglia sempre unita anche nel nome uguale, Perini, ma, soprattutto, unita nella volontà del sacrificio del lavoro, che, dinanzi agli imprevisti della vita e della professione, ha saputo porre rimedio con il giusto impegno. Piancastagnaio, si sa un po’ in tutta la montagna, è nota per il valore che dà al lavoro, che non ha mai messo timore ai propri paesani, anche quando, alcune storiche miopie, non hanno sempre dato quanto ricevuto, dalle attività nei settori del commercio e del turismo. E questo, è un augurio per il Bar La Rocca e per tutte le imprese del settore. Auguri.]]>