Prese in esame l’area dei Giardini Nasini, del Viale Gramsci, del Campo di Fiera e del Parco Penne Sconosciute. Dispiacere ed amarezza per l’inevitabile abbattimento dei due grandi alberi dei Giardini e delle altre piante, dovuti a malattie come il fungo da carie. Dopo un periodo di indagini sulle condizioni dei parchi e di alcuni parti boschive del centro abitato, il Comune di Piancastagnaio, ha deciso importanti interventi, a tutela ambientale, come potature e abbattimenti di una quindicina di piante, alcune divenute parte “storica” del paesaggio, come i due grandi alberi dei Giardini Pubblici Nasini (un abete bianco ed un cedro), dei lecci lungo il Viale Gramsci ed altre, prevalentemente castagni, situati nell’area della Liccia, al Campo di Fiera ed al Parco Penne Sconosciute. Inoltre, una ditta incaricata, sta effettuando lavori di potatura lungo tutto il Viale Gramsci e in alcune aree limitrofe, laddove, i lunghi rami, sono divenuti pericolosi in quanto ostacolo al transito di mezzi come scuola bus e furgonati, pericolo che aumenta in caso di vento, pioggia o neve. Gli abbattimenti nell’area dei Giardini Nasini, si sono resi necessari a causa di un fungo da carie che, nella sostanza, marcisce nel tempo la pianta, “svuotandola” all’interno rendendola inevitabilmente ammalata e oltremodo pericolosa, visto che potrebbe cadere senza preavviso. Ricordiamo che i due maestosi alberi, alti dai 22 e 27 metri circa, sono situati in un’area altamente frequentata dai cittadini, turisti, famiglie e bambini, vista anche la vicinanza delle scuole primarie. Le indagini, sono state eseguite da un dottore in Scienze Forestali Ambientali, incaricata dall’Amministrazione Comunale, che, attraverso appositi strumenti come il Resistograph (strumento che misura la resistenza opposta alla perforazione di un ago sottile che penetra nel legno), ha eseguito rilevazioni periodiche per stabilire il tipo di malattia e la necessità, scongiurata fino all’ultimo momento, degli abbattimenti. Una necessità considerata assoluta, visto anche la “classe di pericolosità”, ritenuta “estrema”. Lo studio, ha preso in esame una cinquantina di piante, esistenti in tutta l’aera del parco pubblico, compresa la zona a valle della “Liccia”, e lo stesso Viale Gramsci, che ne disegna parte dei confini, relazionando sullo stato di salute delle stesse, attraverso parametri scientifici, come quelli che ne stabiliscono la stabilità, la classe di “propensione al cedimento” (ovvero la classe di pericolosità da “trascurabile” ad “estrema”), gli effetti dannosi della potatura (copitozzatura). L’indagine, oltre a spiegare cause ed effetti delle situazioni critiche, consiglia ed indica anche gli interventi da compiere a salvaguardia, tra cui i vari tipi di potature, i controlli, le nuove piantumazioni, e, appunto, gli abbattimenti necessari. Gli interventi, si stanno svolgendo in questi giorni e proseguiranno la prossima settimana, quando, proprio le due piante di alto fusto ai Giardini Nasini, verranno abbattute con comprensibile dispiacere di tutti. Parlando con alcune persone più anziane, in questi giorni di inaspettato caldo, sedute proprio dinanzi al grande abete, il dispiacere per il taglio è ancora più sentito, pur comprendendone la necessità. “Son vecchie e malate anche loro…”, una battuta ricorrente, come quella che ricorda le vecchie cartoline in bianco e nero di Piancastagnaio degli anni ’50 con le due bellissime piante che già allora facevano bella mostra di se. E’ un segno della vita anche questo e non è un caso che un albero ne sia simbolo, anche se il ricordo, come spesso accade, lascia il passo all’attualità, che, purtroppo, racconta di malattie che aggrediscono anche le piante forti, come del resto i castagni, che cadono secchi, senza rami ormai, scoprendo le radici ridotte quasi a stuzzicadenti, rispetto a quelle naturali. In tutto, 17 gli alberi che non saranno più nei boschi e nei giardini pianesi. I tecnici incaricati dell’Amministrazione Comunale, ci hanno riferito che, per quanto riguarda i Giardini Nasini, sono già state decise le cose da fare, ma per la loro attuazione, si attende la realtà paesaggistica dopo l’abbattimento dei due grandi alberi; la scelta sarà tra nuovi o tra aiuole con piante più piccole. Anche se ci sarà comunque da aspettare per ritrovare quell’ombra cercata nelle giornate più calde dell’estate, o per rivedere lo spettacolo della neve appoggiata sui rami degli alberi, pur con amarezza ma confortati dagli studi di tecnici specializzati, è necessario accettare una situazione divenuta, a dire il vero, molto pericolosa per l’incolumità di tutti e di tutto.]]>