Piancastagnaio. “In un angolo di tempo”; l’intimità di Don Zelio Vagaggini si svela alla gente

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 25/07/2019
Domani la presentazione del libro scritto dal sacerdote scomparso, curato da Don Carlo Prezzolini. L’iniziativa voluta dall’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura alle 17.30, in Piazza Dante.

La figura di Don Zelio Vagaggini, sacerdote di Piancastagnaio scomparso nella sua piccola camerina alla Colta, la Casa della Resurrezione, il 29 Ottobre 2017, continua a essere punto di riferimento per molte iniziative che, nel paese amiatino, riconducono senza indugi alla sua opera verso i bisognosi e la stessa comunità pianese.
Così come domani, venerdì 26 luglio (ore 17.30), quando, negli spazi verdi della riqualificata Piazza Dante antistanti la Biblioteca Comunale, verrà presentato il libro “In un angolo del tempo – Racconti della mia età e poesie”, scritto dallo stesso Don Zelio.

L’iniziativa, voluta dall’Amministrazione Comunale e seguita con particolare attenzione dall’Assessorato alla Cultura nella figura di Roberta Sancasciani, segue, a circa un anno di distanza, quella relativa alla pubblicazione del libro “Ed è già Resurrezione”, sempre scritto dal sacerdote scomparso. Entrambe le edizioni, sono stati curate da Don Carlo Prezzolini ed editate da Effigi di Mario Papalini (Arcidosso).

Dopo il Parco a lui dedicato, la Scuola di Pelletteria (questa assieme alla famiglia fiorentina degli Arnetoli) e la neo costituita corale “Amiata Choir” ne porta il nome, la Comunità della Resurrezione che vive ancora, le due pubblicazioni si aggiungono alla testimonianza e alla riconoscenza che gli amministratori e i cittadini di Piancastagnaio hanno voluto dedicare a Don Zelioi.

Anche “In un angolo del tempo” emerge sin da subito la figura di Don Zelio, indubbio punto di riferimento per la comunità di Piancastagnaio e figura sacerdotale apprezzata e conosciuta ben al di là dei confini amiatini. “A poche persone era noto che il nostro don Zelio scrivesse racconti e poesie; aveva ben altro da fare, arso da quel fuoco che lo spingeva ad occuparsi fattivamente dei poveri bisognosi di sostegno fisico e morale, quelli “feriti dalla vita e dagli uomini”. Eppure la mente riesce a trovare momenti di abbandono alla dolcezza della narrazione e della poesia”, si legge nella presentazione della professoressa Maria Luis Picconi di Piancastagnaio.

Parole che descrivono un Don Zelio meno conosciuto, intimo, riservato, assorto nel ricordo familiare in attesa di quell’abbraccio del 29 Ottobre che lo ha riunito al babbo Francesco, alla mamma Maria, alle sorelle Iole e Iva (Franca) e il fratello Alberto. Un viaggio di vita, un’attesa passata per la semplice casa, la crudeltà della miniera, la fatica dei campi, l’ombra dei castagni, la bellezza dei cipressi e il candore dell’amata neve. Tutto attraverso la sua opera evangelica, guidata da quella luce di fede mai spenta; né prima, né durante, né dopo. Mai.
Qui mi fermo…

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