Meraviglia all”inaugurazione dello scorso 4 Agosto dopo il restauro voluto dall’Amministrazione Comunale, progettato e sapientemente diretto dall’architetto pianese Sandra Giglioni. Il Sindaco Vagaggini, emozionato: “Piancastagnaio come un paese dove ci si vive bene . La cultura del bello deve riaffiorare per ridare al paese quel lustro che aveva e che merita di avere di nuovo.” Storia, tradizione, architettura, bellezza, cura, ricordi, emozione e commozione con nuove acque che si rincorrono nei vecchi lavatoi delle Fonti di Voltaia: sensazioni vere, di tutti e per tutti, per il ritorno alla gente di uno dei monumenti alle acque più belli di Piancastagnaio e, a nostra conoscenza dell’intera Amiata, restaurato dall’Amministrazione Comunale e inaugurato durante la tarda sera dello scorso 4 Agosto, dinanzi a a centinaia di persone. Il Sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini, con accanto il Parroco Don Gianluca Emidi, l’architetto pianese Sandra Giglioni (progettista dell’intervento e direttrice dei lavori) e i rappresentanti in costume delle quattro Contrade, non ha saputo trattenere sorrisi ed emozioni dinanzi ai tanti cittadini presenti, pronunciando parole quasi intime, comprensibilmente orgogliose, per un risultato di indubbio fascino, soprattutto riuscito e apprezzato da tutti. Un monumento alle acque ma anche un luogo di vita, che racconta la storia e l’evoluzione di una comunità divenuta nel tempo società. Un luogo, quello del Terziere di Voltaia, da cui le fonti prendono il nome, dove le acque sono state per secoli protagoniste, con il loro sgorgare dalle antiche sorgenti, portate con abile ingegno nelle vasche dei lavatoi, zampillio costante e fresco delle cannelle dei fontanini. Un luogo di tutti, dove la bellezza si disseta. «Le Fonti di Voltaia sono un patrimonio per la comunità di Piancastagnaio. Stasera mi ha fatto molto piacere vedere qui gli araldi delle quattro Contrade. Dopo la notte delle bandiere è significativo averli qui, tutte e quattro le Contrade alle Fonti di Voltaia: ciò che è bello lo è per tutti. – ha esordito il Sindaco Vagaggini – Ho voluto accanto a me il Parroco Don Gianluca Emidi , con lui anche l’architetto Sandra Giglioni che ha progettato e diretto i lavori di restauro e di riqualificazione di queste Fonti; un’altra eccellenza pianese che è riuscita a riportare con tanto amore, tanto desiderio e con questa sua padronanza riuscendo a renderle di nuovo fruibili alla collettività nella loro magnificenza e bellezza.» «Le fonti e i lavatoi, sono una tradizione di molti paesi ma a Piancastagnaio rappresentano veramente l’acqua perché questo era il paese delle acque; – ha proseguito il primo cittadino – per questo, tra le intenzioni di questa Amministrazione, c’è stata quella di rivalorizzare quello che erano le sorgenti su cui il paese nasce e rinasce. Un paese che nasce e vive dalle rocce come quelle della Liccia qui davanti, da stasera illuminate e fino a pochi mesi fa nascoste dalla vegetazione e pressoché invisibili ai nostri occhi, così come quelle che illumineremo del futuro parco che sarà intestato a Don Zelio Vagaggini. Ancor prima di questa sera, in moltissimi sono venuti a vedere le Fonti di Voltaia, giovani si sono soffermati a conoscerle forse per la prima volta; un segno di come ci si stia rimpossessando di quel che è la nostra cultura e tradizione. » «Dobbiamo ricominciare a far vedere Piancastagnaio come un paese dove ci si vive bene – ha detto con convinzione il Sindaco Vagaggini – , dove ci si sta bene, dove l’aria è buona, dove l’acqua è buona e dove tutto deve essere buono per stare bene noi e per attrarre di nuovo gente, così come lo era fino ai primi anni ‘80, quando moltissime persone venivano a soggiornare a Piancastagnaio. Dobbiamo riconsegnare questo paese ai nostri cittadini ma anche a chi verrà, perché questo può essere il futuro. Ci sono le pelletterie, ci sono le serre e un tessuto imprenditoriale importante ma non dobbiamo dare importanza a una sola monocultura del lavoro; la cultura del “bello”, la cultura della tradizione, la cultura delle nostre bellezze storiche, artistiche, architettoniche deve riaffiorare per ridare al paese quel lustro che aveva e che merita di avere di nuovo.» «Questa sera ringrazi soprattutto voi, ringrazio i tanti pianesi che sono qui. Questo mi dà grande soddisfazione; come si è cominciato con le Fonti di Saragiolo, poi quelle di Borgo, oggi siamo qui, alle Fonti di Voltaia – ha ricordato in conclusione Vagaggini – . Tutto va ripreso e portato di nuovo avanti a quello che sarà l’unione tra il paese vecchio e quello nuovo nella zona dei giardini Nasini, con il collegamento attraverso un ascensore che salirà lungo la roccia. Vi annuncio che diverrà patrimonio del Comune anche il Campo ca’ Ciao delle Signore Furati qui adiacente: un nuovo polmone verde dentro Piancastagnaio. Siamo Pianesi e lo siamo con il nostro orgoglio ma anche con le nostre bellezze e con le nostre fatiche.» Un discorso inaugurale che ha ricevuto il consenso dei presenti, assiepati nell’area delle fonti, riqualificata e sicura che, come annunciato durante i Consigli Comunali, sarà oggetto di prossime opere importanti come la realizzazione di un elevatore elettrico a fune inclinato (ascensore), che permetterà in sicurezza il collegamento tra la zona delle Fonti di Voltaia e i Giardini Nasini, ovvero l’area verde che unisce il borgo medievale e la parte nuova del paese. Opere che, secondo l’attuale Amminstrazione Comunale, aumenteranno e miglioreranno la possibilità di accesso a un punto nevralgico del centro abitato (ricordiamo la vicinanza di servizi pubblici come scuole, uffici comunali, biblioteca, posta, banca, negozi, ecc…) ed essere motivo di decongestionamento anche del traffico veicolare e migliori opportunità di sosta per i veicoli.Tutto intorno a un complesso, fulcro e motivo di un luogo che rappresenta, oltre al valore architettonico, storico e sociale, quello cristiano delle acque, così come anche il Parroco Don Gian Luca Emidi ha voluto ricordare, prima di leggere il bellissimo “Cantico delle Creature” di San Francesco: «E’ l’acqua la vera benedizione per noi. Tra i tanti doni che la natura e Dio ci hanno dato, il più prezioso è l’acqua. Questa sera ringraziamo Dio per questo dono e lo facciamo con le parole di San Francesco d’Assisi del suo Cantico delle Creature. Mentre ascoltiamo queste parole, ripetendole dentro di noi, impegniamoci a valorizzare e a conservare la bellezza di questa casa comune che è il Creato, a fare in modo che gli enti e le società gestiscono e distribuiscono l’acqua, non la sprechino o permettano che vada perduta così come dobbiamo fare noi nelle nostre case con il suo utilizzo migliore.» «Mi sento una privilegiata per aver potuto lavorare su questo bellissimo lavatoio; è sempre affascinante per un architetto poter intervenire su edifici antichi che tanto ci raccontano sulla nostra storia, dall’alto valore non solo architettonico ma, come in questo caso, anche culturale e sociale. – queste le prime parole dell’Architetto Sandra Giglioni che ha progettato e curato i lavori, nel ripercorrere la storia delle Fonti di Voltaia – Quelle che abbiamo restaurato non sono le fonti di cui si narra negli Statuti di Piancastagnaio; le fonti originarie, formate da una vasca e altre due più piccole, erano posizionate proprio davanti a noi, sull’altro lato della strada, così come indicato nel Catasto leopoldino del 1823 e anche nei testi di Antonio Brogi. Quelle che inauguriamo stasera sono state costruite successivamente; sono fatte così bene, con una fattura così elegante, delicata da rendere meraviglioso questo posto. Nel 1908, l’allora Amministrazione Comunale, commissionò al Prof. De Angelis, uno studio sulle acque per portare quella potabile in tutte le case. In quello studio, sono descritte tutte le fonti che erano a Piancastagnaio, da quella della Vena Vecchia fino a quella del Bagno degli Ebrei, che avevano delle portate d’acqua enormi. In questa zona De Angelis, descrive della presenza di ben due sorgenti che, ai piedi della scogliera della Liccia che abbiamo dinanzi a noi, erano a una distanza di circa 10 metri l’una dall’altra e alimentavano ben sei cannelle, con un deposito che si trovava nel giardino oggi del Bassi, ieri dei Pellegrini. Quindi, dalla roccia, scaturiva una sorgente dove l’acqua entrava nel deposito e da questo si distribuiva in due cannelle al di sopra della strada per poi essere convogliata ad alimentare queste queste fonti.» «Voglio ringraziare l’Amministrazione Comunale che mi ha dato questa opportunità – ha proseguito l’architetto Giglioni – ma tengo anche a ringraziare le ditte che hanno eseguito il lavoro e gli altri professionisti che mi hanno aiutato: la Ditta Edile Marcello Rossi di Castel del Piano, che si è occupata di tutti i lavori relativi al restauro; la Ditta Lauro Mambrini di Saragiolo che si è occupata dell’impianto di irrigazione e di riciclo delle acque con degli accorgimenti per evitare la formazione di alghe, tra cui un equilibrato e attento utilizzo di cloro; l’Ing. Giorgio Flori di Abbadia S. Salvatore con cui ho seguito l’impianto di illuminazione e chi mi ha seguito negli importanti interventi sulla staticità della struttura. Si è voluto riportare le Fonti all’originario aspetto anche attraverso gli stessi materiali del tempo; non è stato usato cemento ma solo calce come si faceva un tempo, facendo anche un’attenta analisi sul colore delle vecchie stuccature per poterlo riutilizzare. Le pietre della pavimentazione sono quelle di una volta, così come il fondo delle vasche.» L’architetto Giglioni ha voluto anche fare un forte richiamo all’importanza della conservazione del bene, all’attenzione da prestare per goderne la bellezza del manufatto e comprenderne i significati architettonici, storici e sociali: «Queste fonti sono un bene da tutelare e dobbiamo essere tutti noi a fare in modo che venga mantenuto come un bene di tutti. E’ un posto troppo bello poter essere danneggiato e lasciato in balia dei vandali. C’è bisogno di educare al bello, c’è bisogno che ognuno di noi faccia la sorveglianza affinché nulla si rovini.» La bellezza dunque al centro di una serata dal sapore e dal ricordo passato ma con una chiara volontà di futuro, trascorsa tra atmosfere gioiose, sorrisi anche ritrovati che forse han lavato qualche dissapore, anche per un po’ e come acqua di fonte che scorre. Luci, suggestioni, suoni, voci, rumori che tornano all’udito dei più grandi e che sono del tutto nuovi alle ultime generazioni. L’esibizione della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia a ricordare il tempo dei lavatoi, con canti e piccole rappresentazioni. Quel tempo siamo noi; teniamocelo stretto attraverso il rispetto di quel che Piancastagnaio così come tutta l’Amiata offre e che spesso, maltrattiamo e, ancor peggio, dimentichiamo. Vi lasciamo a due nostri articoli di approfondimento con all’interno gallerie fotografiche che ripercorrono i lavori eseguiti: http://www.amiatanews.it/piancastagnaio-proseguono-lavori-restauro-delle-fonti-voltaia http://www.amiatanews.it/piancastagnaio-si-inaugurano-le-fonti-di-voltaia [gallery columns="5" link="file" ids="43430,43411,43638,43637,43639,43640,43651,43652,43653,43408,43413,43409,43412,43410,43407,43646,43650,43649,43648,43647,43645,43644,43643,43642,43641"]]]>