Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 15/11/2016 Legalità e trasparenza i principi guida per la costituzione in associazione del gruppo. Fabio Sani, ideatore e fondatore: “Vogliamo conoscere, capire quel che sta accadendo al grande bosco dell’Amiata, dei suoi tagli, della situazione ambientale in generale fino alla sentieristica. Saremo presto un’Associazione, così da avere una veste giuridica che ci permetterà un corretto rapporto con le Istituzioni e tutti gli interlocutori.”
E’ stata un’assemblea sicuramente partecipata, interessante, cordiale ed educata, quella di Venerdì passato, 11 Novembre, che vedeva, per la prima volta, il gruppo “Associazione Amici del Monte Amiata”, riunirsi pubblicamente dopo alcuni mesi di condivisioni e riflessioni virtuali sull’omonima pagina Facebook. Una quarantina di persone appartenenti al gruppo più altre, si sono ritrovate presso la saletta del Centro Anziani di Piancastagnaio, convocate dal fondatore e dall’ideatore dello stesso, Fabio Sani, che, assieme a Elisa Ely Maccari e Mauro Buoni, ha organizzato l’incontro, a cui hanno partecipato anche amministratori locali, tra cui Franco Capocchi, Assessore del Comune di Piancastagnaio con delega anche alla Forestazione.
Un’assemblea che ha visto l’intervento principale proprio di Fabio Sani, che ha voluto ricordare le prime motivazioni che lo hanno spinto a creare una comunità virtuale sulla piattaforma Facebook e lanciare petizioni attraverso siti web specializzati, sulle vicende ambientali che hanno interessato il bosco dell’Amiata. Il tutto nasce da alcune escursioni e passeggiate nei boschi dell’Amiata, durante la primavera e l’inizio estate, assieme al cugino Leonardo (amministratore con Sani del gruppo Facebook), durante le quali, l’occhio e la sensibilità di entrambi, hanno notato e riflettuto giorno dopo giorno, su quello che stava accadendo in molte aree del bosco, prevalentemente ad un’altezza che va dai 900 ai 1100 metri circa, con importanti e veloci tagli di ettari di alberi, le condizioni ritenute pessime delle strade e dei sentieri all’interno (con tanto di divieto di transito a mezzi e pedoni) e la mancanza di cura del sottobosco, con l’abbandono di significativi avanzi del legname tagliato, lasciato in terra. Una situazione ritenuta da tutto il gruppo “Associazione Amici del Monte Amiata” quantomeno allarmante, un vero e proprio scempio per la montagna e l’ambiente in generale, al punto da impegnarsi quotidianamente, attraverso il web, a denunciare ogni situazione relativa al problema.
“Voglio complimentarmi con voi, per il contributo continuo che date al nostro gruppo, che ormai conta circa 530 membri e che con una sola petizione ha raggiunto ormai le 1000 firme. – ha tra le prime cose indicate nel suo discorso Fabio Sani – Se penso che tutto questo accade dalla metà del mese di Luglio, non possiamo non essere soddisfatti. Questo testimonia che il tema che affrontiamo, tocca la sensibilità di molti ed altri, probabilmente, si affiancheranno a noi. Questa assemblea era necessaria per iniziare a conoscerci personalmente, stringerci la mano e vederci negli occhi. Siamo in molti e questo è già importante.”
Almeno cinquanta presenze in tutto (prevalentemente di Piancastagnaio e Abbadia S. Salvatore), va sinceramente riconosciuto, sono un numero soddisfacente, vista la serata molto fredda, l’inizio del fine settimana e una stanchezza generalizzata da tempo per le assemblee pubbliche, qualunque gli argomenti. Una presenza eterogenea, di altrettanta età, con alcune persone già facenti parte o simpatizzanti di altre associazioni ambientaliste della zona, che vogliono condividere gli obiettivi del gruppo e farne parte.
“Quest’assemblea deve porsi alcuni obiettivi di base, legati a due principi fondamentali: “trasparenza e legalità” – ha continuato Sani – Noi siamo qui per conoscerci fisicamente dopo mesi di condivisioni di idee attraverso il web, ma dobbiamo iniziare e sostenerci attraverso a concretizzare le nostre idee attraverso degli atti formali, come la costituzione notarile dell’Associazione e regolare il sostegno di essa attraverso una contribuzione trasparente. Tutto questo per rapportarci con le Istituzioni in maniera chiara, trasparente con il dovere e il diritto di conoscere e porre le nostre istanze, in maniera formale e documentale.” “Non è possibile continuare a vedere situazioni del genere, è una situazione inaccettabile! – ha esclamato più volte Sani assieme agli altri relatori Elisa Ely Maccari e Mauro Buoni durante gli interventi che vedevano la proiezione continua di immagine a dimostrazione della situazione del bosco – Qui stanno distruggendo un ambiente in tutti i suoi aspetti con colpi durissimi all’eco-sistema dati non solamente dal taglio, ma anche dai troppi rifiuti inquinanti abbandonati, dalla gestione del sottobosco ridotto, con i sentieri, in condizioni pietose e impraticabili anche a escursionisti o cercatori di funghi. Vengono addirittura posti cartelli per vietare l’ingresso così, forse, da non far vedere; abbiamo trovato pezzi di informazioni della sentierisitca in terra, che sembrano essere stati appositamente tagliati. Non credo che alcune operazioni di disboscamento a favore di nuove piantagioni di alberi da frutto sia motivo visone positiva e convenienza. Non dobbiamo fermarci e proseguire per la nostra strada che significa lottare fino in fondo per fermare questo scempio, usando metodi legali e la trasparenza degli atti nostri e quelli che chiederemo alle Istituzioni.”
Questo dunque il senso e il riassunto sostanziale degli interventi, che hanno aperto un interessante dibattito tra i presenti, dove sono emerse diverse posizioni sulla priorità degli obiettivi della futura associazione. A dire il vero, questo non deve meravigliare essendo, il confronto, uno dei motivi principali dell’assemblea; confronto che ha tracciato, pian pianino, probabilmente la prima parte di un percorso basato su fatti oggettivi e inconfutabili, ovvero, quello della grave situazione della sentieristica, delle strade che attraversano il bosco (ridotte in alcuni tratti a veri e propri canyon come testimoniato da molti dei presenti e dalle immagini) e dell’abbandono di materiali inquinanti. Questi due elementi sono stati quelli avvalorati dalla maggioranza dei presenti, anche dopo l’intervento dell’Assessore del Comune di Piancastagnaio, Franco Capocchi, pur testimoniando anch’egli il suo disappunto su questo, ha voluto far presente di diverse inesattezze dette durante l’assemblea, relativamente al taglio delle piante (in prevalenza abeti non autoctoni) in montagna, ricordando che l’Amiata segue le direttive Regionali tenendo conto anche del fatto che le aree boschive sono in parte private e in parte pubbliche, ricordando di come ci sia in realtà molta attenzione alle aree destinate al taglio che comunque vengono rimboscate, come è possibile vedere anche a occhio nudo.
Legalità e trasparenza, sono dunque le basi del percorso che gli Amici del Monte Amiata vogliono percorrere, ma che appare, in questa fase iniziale, ancora un po’ confuso, se non nelle modalità, sulle tappe da percorrere per una meta ancora non chiara del tutto. E’ quello che, a parer nostro, esce da questa prima assemblea pubblica del gruppo “Associazione Amici del Monte Amiata”, a cui va sicuramente dato merito di sensibilizzare sempre più l’opinione pubblica su tematiche di indubbio interesse, con domande che dovranno avere necessarie risposte, vista anche l’evidenza di alcune situazioni.
La speranza è quella del dialogo e della proposta, senza commistioni che andrebbero a confondere gli obiettivi prefissati per divenire un altro dei tanti gruppi di protesta su cui porre timbri o stemmi dell’antipolitica. Per evitare questo, i principi indicati, “legalità” e “trasparenza”, universalmente corretti, dovranno essere adottati su atti e procedure concrete e condivise per dare quella compiutezza necessaria non solo all’ambiente ma a tutta la società amiatina
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