Amiatanews (Marco conti): Piancastagnaio 09/12/2016 Iniziata con successo la seconda edizione di “Favoliamo verso il Natale” con centianaia di visitatori nella prima giornata dell’8 Dicembre. Il centro storico dedicato al mondo delle fiabe. Ai Giardini Nasini il Villaggio di Ghiaccio con il mostro interattivo di Frozen. Aperti i Mercatini dell’Avvento Successo per l’apertura della seconda edizione di “Favoliamo verso il Natale”, il titolo che l’Amministrazione Comunale, ascotando il gruppo dei volontari che porta avanti durante tutto l’anno le idee del progetto fino alla loro realizzazione. Tanti i turisti arrivati a Piancastagnaio per quella che, alemeno nelle aspettative, gli organizzatori sperano conferma della validità della proposta natalizia pianese da inserire di diritto in un contesto amiatino tradizionalmente ricco di eventi. Almeno a vedere la numerosa presenza, la soddisfazione delle famiglie e la felicità dei tanti bimbi nelle vie del centro storico, dei giardini Nasini alla ricerca dei personaggi delle fiabe e la fervida attesa per salire nella Rocca di Babbo Natale nel castello Senese-Aldobrandesco, non si può che parlare di un indubbio successo che va ben al di là del bel tempo e del ponte dell’Immacolata Concezione. Tutti i tempi sembrano essere stati rispettati e le vie del centro storico, dalle 15 alle 19, sono state percorse da decine di famiglie e turisti, incuriosite dal percorso fiabesco che, attraverso un’itinerario colorato dalle luci, si snodava lungo le vie più caratteristiche del paese, raccontava le quattro fiabe, allestite nelle cantine o nelle piccole piazzette di Piancastagnaio. Le ben conosciute “I tre porcellini” e “Biancaneve”, assieme a “Le Fatine del bosco” (vincitrice del premio “Inventa una fiaba” 2015) e “Silvestrino..Topolino dall’orecchio sopraffino”, hanno riscosso successo e soddisfatto i visitatori, incuriosendo i più piccini a tratti dalle figure di dimensioni pressoché naturale che avevano visto forse solamente su qualche libro o su qualche filmato. Non poche le voci delle mamme e dei babbi che leggevano i pannelli con su scritta la storia raccontantata dalla fiaba; una bel modo di stare insieme e di colloquio, viste le tante domande dei più piccini, tipiche dell’età, così come al Giardino di Ghiaccio, dove i bimbi si sono sbizzarriti con il mostro Frozen, appositamente reso interattivo dai bravi artigiani che lo hanno realizzato e inserito in un contesto di sicurezza e di spazio da rendere ancor più piacevole il gioco. Nei prossimi giorni faremo un articolo dedicato a tutte le fiabe presentate. [gallery link="file" columns="7" ids="26398,26400,26401,26402,26396,26404,26405"] In particolare, abbiamo voluto seguire, nell’apertura ufficiale ieri 8 Dicembre, tipica giornata d’inizio del calendario di eventi natalizi a Piancastagnaio, l’apertura della Rocca di Babbo Natale che, vuoi per l’imponenza rispetto al contesto del monumento, vuoi per la bella illuminazione ben evidente a chilometri di distanza, è probabilmente il luogo più affascinante e visitato da parte di grandi e piccini, al punto che gli organizzatori hanno stabilito visite a orario con prenotazioni, dalle 15 alle 19, a gruppi di una quarantina di persone. Già all’ingresso della Rocca, ci si rende conto di entrare in un vero e proprio mondo dei sogni, che attira il visitatore a salire al più presto nel mastio, dopo aver incontrato all’ingresso una bellissima slitta di legno fatta a mano, ottima occasione per fare scattare o farsi scattare delle fotografie. Da non trascurare la bellissima mostra “Mini architetture italiane”, di Carlo Alberto Torlai, una serie bellissima di opere realizzate con la carta: chiese, piazze, vie, palazzi e monumenti italiani in carta esposte nel piano basso della rocca, a cui dedicheremo un apposito articolo. Il salire la rampa di scale in peperino per giungere nel mastio, una decina di metri più in alto, compensa la piccola fatica perché, appena varcata la porta in ferro d’ingresso, si entra in un ambiente a dir poco spettacolare, quasi a rimanere a bocc aperta. Un grande e storico camino acceso, attende l’ingresso a scaldare i visitatori aprendo lo sguardo alla stanza che rappresenta lo “studio di Babbo Natale“, ricco di elementi decorativi e di oggettistica, a dare il senso dell’internazionalità del personaggio, dei suoi viaggi, ma anche della sua docilità, testimoniata dalla rossa sedia a dondolo vicino al grande fuoco. Si varca un piccolo ingresso per entrare in quella che è la novità della Rocca di Babbo: la “cucina di Babbo Natale“. Una stanza bellissima, dove, a nostro parere, c’è tutto il senso di questa iniziativa: la tavola per la famiglia, il forno e la dispensa coi prodotti del territorio, i mobili restaurati o frutto della donazione del volontariato, la luce del focolare, la madia per la conservazione e il vino, segno del lavoro nella campagna assieme alla pannocchia del granturco, le castagne e i semplici biscotti salati o dolci. Quasi uno spaccato di vita quotidiana, inserito nel gioco della fantasia e del lavoro di una quarantina di volontari che, senza dubbio, si sono dati un bel da fare durante i mesi passati per realizzare un ambiente così, semplicemente, bello. [gallery columns="7" link="file" ids="26395,26375,26378,26379,26394,26381,26392"] E pensare che tutto questo è frutto della volontà, come tutto del resto: mobili, lampadari, giocattoli, oggetti di ogni tipo, recuperati attraverso la ricerca nelle isole ecologiche o il regalo di qualcuno… Salendo si arriva al primo dei piani della grande torre; la fine della scala in legno ci porta nella stanza dei giochi… un tuffo in una piscina dei ricordi, con balocchi e giocattoli, pupazzi e oggetti di ogni tipo, sci di legno e slitte dei primi del secolo scorso; un mondo per le bocche aperte dei più piccini e del tempo che fu, ma che è sempre dentro i cuori dei più grandi, divenuti babbi e mamme, nonni e nonne. Prima di salire, si apre l’altra stanza, quella “più seria”, quasi silenziosa: è la camera da letto di Babbo Natale, col suo prete per scaldare un giaciglio sin troppo apparente, a giustificarne i bisogni e l’importanza del buon riposo. Una stanza ricca di particolari: dal comò all’armadio, dal piatto dove lavarsi agli specchi. Un posto che la storica inquilina Margherita Aldobrandeschi, certamente di passaggio tra queste stanze medioevali, avrebbe ben gradito, assieme alla cucina e, adire il vero, a tutto. Le scale salgono ancora, portandoci alle due stanze interamente dedicate al sogno e al credere nel mondo magico del Natale: sono quella col bellissimo Ufficio Postale e quella dove i più piccini possono scrivere la letterina a Babbo Natale, che verrà recapitata con un apposito “annullo” dallo stesso Ufficio. Due stanze solo apparentemente divise ma unite dal gioco e dalla fantasia dei più piccini, con i loro desideri e le loro speranze. Colori, voci, sorrisi, occhi e bocche spalancate al sogno, in un atteggiamento che ancor più emoziona i grandi, pronti a prendere carta e penna per aiutare i propri figlioli, quasi a dettare nella mente le parole, per poi, in fondo, scriverle sui propri ricordi. Non è il momento di saper scrivere o di saper colorare, essere più grandi o più piccini: è il momento di volare con l’immaginazione assiem agli elfi, adolescenti o poco più o poco meno, sempre vicini col loro garbato sorriso. [gallery columns="7" link="file" ids="26383,26391,26382,26384,26385,26386,26387"] Il salire sembra ormai essere finito se non voltassimo lo sguardo verso l’ultima rampa di scale che vuole portarci a ridosso del soffitto a botte, formato dalla forte pietra di trachite locale; una volta stellata da decine di luci, un tappeto che, quasi in punta di piedi, scopre la figura del “padrone di casa”. E’ lui, è Babbo Natale, dolcemente austero su un trono di pelle dorata, tra caramelle e lecca lecca, con vicino la sua illuminata slitta di legno, trainata da due renne illuminate, pronta a spiccare il volo tra le altre stelle della notte. Un Babbo Natale seduto su un trono cordiale, non distacccato, con lo spazio ampio per i bimbi che si fotografano, parlano e si abbracciano con lui, ancor di più dopo aver ricevuto in regalo caramelle e lecca lecca. Era lì che per gioco, si “nascondeva” l’atteso protagonista che ha cambiato il nome al castello; colui che in questi giorni, sarà ad attendere il suo momento ed essere sorpresa, sorriso, curiosità e gioia, anche dei bimbi più intimoriti dalla lunga barba bianca, dove tutti vorremmo tirarne un pelino per sentirci protagonisti di una fantasia senza tempo. Complimenti.Per informazioni sugli orari di apertura e sul come prenotarsi: www.favoliamoversoilnatale.it
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