Piancastagnaio. Marco Furzi, massaggiatore sportivo nel ciclismo professionista: "E' un sogno diventato realtà."

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 19/04/2018
«E’ una grande soddisfazione e motivo di grande rispetto e riconoscenza per la mia famiglia, sempre  a me vicina in questi anni. Ringrazio Area-Zero D’Amico-Utensilnord, il Direttore Sportivo Massimo Codol e il team manager Ivan De Paolis per la grande opportunità che mi hanno dato. Porto con me i “miei” atleti amiatini che non smetterò di seguire.»

Un sogno divenuto realtà, non potevamo che titolare così il successo professionale di Marco Furzi, divenuto massaggiatore del team ciclistico professionistico Area-Zero D’Amico-Utensilnord, formazione UCI   “Continental” di Ancona, del team manager Ivan De Paolis e Direttore Sportivo Massimo Codol, uno dei ciclisti italiani più noti degli anni 2000.

 

Marco Furzi, 55 anni, amiatino di Piancastagnaio, sposato con Renata, con lei due figliole, Nicole e Valentina che le ha regalato con Alessandro la nipotina Sofia, ce l’ha messa davvero tutta per divenire “Operatore massaggio sportivo”, con tanto di brevetto CSEN CONI, così da confrontarsi di nuovo con la sua grande passione, il ciclismo. Forse era anche un destino segnato, visto che Marco, è stato atleta in questo sport da ragazzo ed è cresciuto in un ambiente che di ciclismo ne ha masticato parecchio essendo, l’azienda familiare di mobili, la  Fratelli Furzi, titolare di squadre professionistiche che hanno partecipato a Giri d’Italia e alle più importanti corse nazionali e internazionali in particolar modo negli anni ’70 con campioni tra cui Basso, Panizza, Zilioli, Conti, A. Moser,  Chinetti, Boifava, Polidori, Michelotto, Scorza, Marcussen e Olsen .

«E’ veramente un sogno diventato realtà!  – ci racconta Marco emozionato durante un caffè – È per me motivo di grande soddisfazione e importante affermazione personale; un percorso che inizia 20 anni fa, un giro…un tour… dove le lunghe tappe sono state lo studio, l’applicazione, i viaggi, gli investimenti sostenuti, la lontananza dalla famiglia e da casa, ma alla fine ho raggiunto un obiettivo professionale prestigioso che nasce comunque dalla grande passione per questa attività, il massaggiatore, assieme a uno sport che amo da sempre.»

20 anni fa, 20 come le tappe di un Giro d’Italia, Marco Furzi, atleta, impiegato, imprenditore e oggi anche Operatore massaggio sportivo, ha ripreso la sua corsa con la sua squadra più forte, la famiglia, spinto da una forte passione e alla ricerca di una rivalutazione personale. Il tutto nasce dall’interesse di Marco per il massaggio olistico Ayurveda, oggetto di studio e applicazione e la conoscenza dell’indissolubile rapporto tra corpo, mente e anima.

«Si, è iniziata proprio così racconta Marco Furzi – quando, 20 anni fa, ho iniziato a studiare e capire il massaggio olistico Ayurveda e le discipline collegate, rapportandomi dunque con il corpo e la mente dell’uomo, capendo l’importanza della loro imprescindibile natura. Poi, sempre più forte, l’interesse e lo studio del massaggio sportivo, un percorso che non nasce da uno sport qualsiasi ma dal ciclismo con cui sono cresciuto fin da piccolo vista la grande passione familiare che in questa fantastica disciplina, si è sempre rapportata a livello nazionale e internazionale con le proprie squadre ciclistiche. Ho avuto esperienza diretta agonistica su strada e, oggi, quella legata alla preparazione fisica degli atleti. Ho iniziato come massaggiatore di atleti amatoriali della zona a cui sono molto legato, che continuano a darmi grandi soddisfazioni, fiducia e amicizia; tra di loro ciclisti, maratoneti e anche calciatori; atleti come il pluricampione italiano di ultra maratona Massimo Taliani e il plurivittorioso figlio Cristiano nella mountain bike, così come l’esperienza con il grande Giorgio Calcaterra, più volte campione del mondo nella ultra maratona di 100 km. Con loro tanti gli atleti amiatini, nomino l’amico Stefano Marziali, plurivittorioso in Mtb pensando a tutti, che ancora ho il piacere e il privilegio di seguire e con cui ho un legame molto forte professionale e umano.»

Poi, la chiamata da Codol… 
«Ho avuto occasione di conoscere il Direttore Sportivo Massimo Codol a una cena tra gli amici atleti appassionati di ciclismo. Due chiacchiere con lui amichevoli per conoscersi un po’, nulla di più; per me era già un piacere avere dinanzi uno dei ciclisti più noti degli anni 2000 che ha corso tra l’altro Giri d’Italia, Giri di Lombardia e classiche del Nord come la Liegi Baston Liegi.  Poi, all’improvviso, ai primi di Marzo la sua telefonata dove il Direttore mi chiede di incontralo a Fiuggi alcune settimane dopo per conoscermi ancor di più vedendomi direttamente massaggiare alcuni atleti… il 2 e 3 Aprile ero già con lui e il team Area-Zero D’Amico-Utensilnord in Slovenia per il mio primo impegno da massaggiatore; Domenica 22 Aprile, una gara di livello internazionale, il Giro dell’Appennino. Un sogno, ripeto, divenuto realtà, da darmi pizzichi sulla pelle per capire fosse vero quel che accadeva.»

Beh, Marco, Codol non ti avrà chiamato per caso…
«Probabilmente avrà chiesto informazioni su di me dopo il nostro primo incontro; poi, dopo Fiuggi, ha valutato di dar motivazione e valore all’idea dandomi questa opportunità; non posso che ringraziare Massimo Codol per la fiducia e tutto il team guidato dal manager De Paolis.»

Le cose non vengono mai per caso si usa dire e crediamo sia proprio così. Questa opportunità, questo ingresso nel campo professionistico viene dall’impegno e dal sacrificio, ma non basta… 
«E’ innanzitutto motivo di grande rispetto e riconoscenza per la mia famiglia che mi è stata vicina in questi anni, anni non semplici anzi, difficili…molto difficili legati alle difficoltà del lavoro. Ma ho fatto una scelta. quella di rimettermi completamente in gioco affrontando e non subendo i problemi legati al lavoro e alle vicissitudini che la vita mi ha messo dinanzi. Ma questa scelta e ciò che ha comportato, sono state condivise con tutta la mia famiglia: è da essa che nasce e si crea questa mia nuova esperienza, da solo sarebbe stato impossibile e comunque non così ricco di soddisfazione e felicità.» 

Hai iniziato con atleti amiatini e ora entri nel professionismo.
«Si, ma è come entrassi assieme a loro. Porto tutti con me quando sono fuori e con loro le esperienze professionali e i tantissimi momenti di amicizia. Sarò sempre con loro che incontrerò nei miei rientri a Piancastagnaio dalle corse. L’esperienza fatta con gli atleti amiatini, che sempre continua, è importantissima. Gli atleti  Area-Zero D’Amico-Utensilnord sono professionisti ma anche giovanissimi; è un lavoro di estrema attenzione dove il ruolo del massaggiatore è di fondamentale importanza; mi rapporto sempre con il Direttore Sportivo Massimo Codol, seguendo le sue indicazioni per poi confrontarmi con gli atleti sotto molti aspetti. E’ un rapporto che va al di là del “massaggio”; c’è fiducia, rispetto e armonia nel condividere un’esperienza che diviene unione di squadra.  Il team appartiene alla categoria Continental, ovvero è una squadra maschile che partecipa alle competizioni dei circuiti continentali UCI e, solo disponendo di wild card fornite dagli organizzatori, può partecipare  alle competizioni del calendario World Tour, quelle del circuito mondiale di ciclismo su strada come Giro, Tour, Vuelta, Milano S. Remo, Classiche del Nord, Giro di Lombardia…»

Qual è per Marco Furzi, il significato interiore di questa nuova esperienza professionale…
«Questo incarico ha per me anche un profondo significato; è una rivalutazione della mia persona e di quelle capacità che non ho sentito sempre apprezzate da chi mi s tava vicino, da chi mi conosce, da chi, pur sapendo, ha ignorato in questi anni la mia attività. Pur esistendo a Piancastagnaio diverse società sportive, anche importanti, gli atleti che curo sono quasi tutti di fuori; qui sono nato e cresciuto e spero, credo di avere anche dato qualcosa e, in fondo, la mia nuova esperienza porta comunque a conoscere fuori anche Piancastagnaio. Ma guardo avanti con nuova autostima felice, emozionato di aver raggiunto questo obiettivo da solo, grazie alla mia più stretta famiglia, motivo anche di un giusto orgoglio.»

Come spesso ci troviamo a scrivere, c’è sempre differenza tra riconoscimento e riconoscenza; Marco Furzi, ci ha confermato, durante il nostro incontro, come l’importante incarico ricevuto rappresenti ambedue. Un’esperienza da vivere ogni giorno come se fosse il primo assieme alla professione scelta e a uno sport che ama da sempre e che ritorna a far parte della sua vita come, forse, ha in fondo, sperato e voluto.

C’è sempre tempo per chi lo vuole e lo cerca… come si dice “non è mai troppo tardi”. Crediamo, questo sia un messaggio sempre valido per giovani ma, visto il momento, anche per i meno giovani, dipendenti, lavoratori autonomi o imprenditori, in un mondo del lavoro che troppo spesso usa e getta professionalità e sogni di troppe persone di volontà, nascondendo eccellenze. La risposta è fare.

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