Piancastagnaio. Palio. Il Palio vinto dalla Contrada di Borgo raccontato dalla senese Eleonora Mainò

Amiatanews (Eleonora Mainò): Piancastagnaio 19/08/2015 Nell’articolo una breve intervista, alla conosciuta collaboratrice di 0571foto.com

Il fascino del Palio di Piancastagnaio si vive tutto la sera nel dopo corsa; nel paese vecchio tra i vicoli e le piazzette che si aprono con affacci incredibili sulla vallata. Gli anziani sulle seggioline fuori dall’uscio a godere del fresco, gli sconfitti di Castello che lentamente smontano gli addobbi del rione e i vincitori, quelli di Borgo: un folto gruppo di giovani e bambini in giro per le stradine col Drappellone mentre la Contrada, dove si coccola Bighino, è percorsa dai cori. Un Palio vibrante, dove la Contrada Vittoriosa, con Pusceddu e Salvatore, forte di un accoppiata potente, porta a casa il decimo successo, quello della stella. Bighino è uno di quei fantini che non si risparmia in niente; non si accontenta solo di vincere; le sue vittorie partono da lontano; lascia poco al caso e quando gli capita sotto l’avversaria, il suo nerbo è sempre pronto. La mossa, dopo i momenti di stallo del giorno precedente, è un susseguirsi di dichiarazioni di guerra tra le avversarie; a Piancastagnaio il sapore del sale del Palio è ben vivo. Il Palio di Borgo è di attacco su tutti i fronti , dalla scelta del cavallo, un vero missile a una strategia, che appare chiaro fin dall’apertura della busta, è stata tessuta bene. Castello non risulta mai efficace, la reazione al canape è poca cosa, in corsa si perde lungo la pista rimanendo indietro di un giro. Il cambio di cavallo con Coro dei giorni passati, le voci di un possibile killeraggio di spessore, la scelta definitiva poi caduta su Sanna, tutto si rivela inefficace. I pochi pensieri che si frappongono tra Borgo e la sua decima vittoria vengono annullati , nelle posizioni subito dietro al Bighino da Voglia, uno che a Piancastagnaio dice la sua in maniera importante, il suo attacco all’avversaria Castello è continuo e vigorso durante la corsa, dopo le scaramucce al canape. Bighino può arrivare con tranquillità al traguardo, si concede quasi un intero giro di pista a nerbo alzato, è consapevole di non essere più il ragazzino di un tempo; tanta acqua è passata sotto i ponti, Piancastagnaio è uno dei palcoscenici che lo ha visto arrivare ancora minorenne e crescere e raffinarsi, come fantino e come uomo di cavalli. Ieri ha dimostrato, se ce ne fosse stato bisogno, la sua completezza, un fantino forte, che si fa rispettare sempre. Il Borgo gode una vittoria che si è fatta aspettare un giorno in più; con tutte le incognite possibili sulla tenuta della preparazione dei cavalli, i dubbi sulla presenza del mossiere (presente poi sempre nella figura di Renato Bircolotti che ha fatto i salti mortali per rispettare l’impegno) e lo spettro del maltempo. Alla fine, come accade nel Palio “giusto” vince il lavoro portato avanti nel tempo, scelte definite e precise, una stalla evidentemente capace di portare avanti un giorno in più il cavallo nella condizione ottimale, un Capitano che , anche dalle parole del giorni precedenti aveva lasciato intravedere capacità di analisi e prontezza nel prepararsi a gestire eventuali problematiche in seguito a un possibile ulteriore rinvio su Siena. Come si sentiva dire ieri sera durante la festa nella sede del Borgo, già tra pochi giorni si ricomincerà a lavorare sul Palio, lo sguardo è già al 2016, qualcosa è cambiato, un vento nuovo ha scosso negli ultimi anni certi equilibri fermi da tempo in questo Palio e c’è tutta la volontà di continuare a farlo soffiare.

 ]]>

Lascia un commento