Presentato il libro “De lo Spedaletto e altre storie di Piano” Sabato scorso, nel cinema teatro Belvedere di Piancastagnaio, alla presenza di un folto pubblico, Giuseppe Sani e Francesco Serafini, hanno presentato la loro ultima fatica letteraria, ” De lo Spedaletto e altre storie della comunita’ Pianese, nel periodo storico che va dalla fine dell’ottocento alla meta’ degli anni cinquanta. Il volume, è stato presentato da Maria Luisa Picconi, Umberto Ottolenghi, Maurizio Boldrini. La coppia ” Fruttero Lucentini” di Piano, come li ha definiti amichevolmente Maurizio Boldrini, questa volta, ha scandagliato alcune vicende, curiose ma anche interessanti dal punto di vista della nostra storia, cercando di documentare il tutto con meticolosa e certosina passione per la nostra storia locale.
Non è mancata neanche una punta di polemica, sia da quanto detto dal giornalista Ottolenghi, sia per la presenza in sala del sindaco Vagaggini, chiamato in causa, e prontamente salito sul palco per replicare. Ma, l’occasione era quella di poter, attraverso anche un video molto significativo, entrare in quel pezzo di storia, dai tratti anche originali. Così, Sani e Serafini, ricostruiscono la vicenda dell’Arciprete Orsucci, che agli inizi del novecento, ebbe un duro scontro con l’allora Confaloniere del nostro Comune, Traversi, per una storia legata alla realizzazione di un porticato sotto la canonica, questione che sfociò in aspre contese tra i due, per anni, e che alla fine vide il Parroco vincere e il Confaloniere cedere aimé, in virtu’ di tanta acredine; poi ancora, il famoso patto di non belligeranza tra le milizie fasciste comandate dal gerarca senese Chiurco e il segretario dei Socialisti Pianesi, Buti. Ce ne sono molte di vicende, tolte dagli archivi e raccolte in un volume di quattrocento pagine edito da Effigi di Arcidosso.E in questo clima di vecchio paese, non poteva non mancare, la vicenda legata al patrono Filippo Neri. Infatti nel 1938, dopo il divieto imposto dal Vescovo Battistelli di portare in processione il reliquiario del Santo Fiorentino, poggiato sopra un manichino vestito da prete, si decise di affidare al maestro Moroder di Ortisei, la realizzazione di una statua lignea. Staua che non piacque in un primo tempo al Parroco Celata, al Vescovo, ma sopratutto ai Pianesi che volevano il loro Santo come sempre lo avevano visto, un candido vecchietto, sotto la cui protezione, da secoli si affidavano. Troppo giovane, la statua costruita da Moroder, il quale ritorno’ a Piano, e armato di colori e pazienza, modifico’ in giovane ” Pippo Bono”, invecchiandolo come lo volevano i Pianesi.
Ecco, è un libro che ogni Pianese dovrebbe leggere, per capire, la nostra storia e per tuffarsi in quegli anni, forse segnati da grandi tragedie, ma anni, in cui anche a Piano, ci si contava tutti, e ci si voleva forse un po piu’ bene. Giuseppe Serafini. (leggi altri articoli su “De lo Spedaletto e altre storie di Piano”) ]]>