I due Consiglieri regionali: “Questione politica, non negoziabile sul piano risarcitorio. Se Enel dispone di tecnologie nuove per migliorare gli impianti attuali le usi da subito senza condizionarle a nuove autorizzazioni” Non si sono fatte attendere le prime dichiarazioni pubbliche dei due Consiglieri Regionali del Partito Democratico che hanno preso parte all’assemblea pubblica di ieri sera a Piancastagnaio, dal tema emblematico “Una nuova centrale a Piancastagnaio?”, voluta dalla sezione del PD locale dopo che, nello scorso Aprile, ENEL aveva depositato in Regione Toscana la richiesta di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), per la realizzazione di una nuova centrale da 20MW nel territorio comunale di Piancastagnaio (zona Asca). “Sospendere la procedura di Via per la nuova centrale di Enel nel Comune di Piancastagnaio finché non venga definito il nuovo quadro legislativo e programmatico” E’ la richiesta dei consiglieri regionali del Partito democratico Simone Bezzini e Stefano Scaramelli che richiamano quanto contenuto nel Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER 2015) e approvato dal Consiglio regionale nel precedente mandato in cui si definiscono i 100 MW come il punto di equilibrio fra lo sfruttamento della risorsa e la vocazione socio economica dei territori. “L’iniziativa che si è svolta ieri a Piancastagnaio –sottolineano Scaramelli e Bezzini che hanno ascoltato a lungo i cittadini del territorio amiatino– ha aperto in maniera forte e chiara, pubblica e trasparente il dibattito sulla geotermia nell’Amiata. Se Enel ha le tecnologie per modificare e per migliorare gli attuali impianti lo faccia fin d’ora e senza porre la questione di nuove autorizzazioni. La sfida – dicono i consiglieri del Pd– non è negoziale, ma politica. Quella che va messa in campo è un’idea di sviluppo sostenibile e duraturo, non un negoziato sugli aspetti risarcitori. E’ dalla nostra base – proseguono Scaramelli e Bezzini– che nasce la richiesta alla Regione Toscana di riappropriarsi della materia facendo una Legge Quadro, rispettando i patti siglati e i piani in essere e allargando il confronto alle altre forze politiche. Nell’attesa diciamo stop ad ogni nuova autorizzazione”. I due consiglieri regionali del Partito democratico ribadiscono che la nuova centrale si sommerebbe ad altre iniziative in itinere , confermando l’idea di definire preventivamente ad ogni nuova autorizzazione la cornice entro la quale deve svolgersi l’attività geotermica in Amiata. “Lo sviluppo di tutta quest’area – ribadiscono Bezzini e Scaramelli– non può essere visto esclusivamente in relazione alla produzione di energia. Sarebbe dunque di fondamentale importanza che nelle prossime settimane venisse definito il protocollo previsto dalla delibera approvata dalla Giunta regionale un anno fa che istituiva le aree di crisi. Questo potrebbe essere davvero l’occasione per dimostrare che l’Amiata non è considerata solo in relazione alla geotermia, ma che la Regione attribuisce a questo territorio un valore ben più grande”. Scaramelli e Bezzini hanno poi richiamato la risoluzione 140 approvata dal Consiglio regionale nel 2017 in cui si impegna la Giunta a definire le aree non idonee alla produzione di energia geotermica e in cui, oltre a predisporre azioni di monitoraggio permanenti nell’area dell’Amiata proprio per definire gli impatti ambientali, si richiamano, per il riassetto della concessione di Piancastagnaio, i 100MW come punto di equilibrio fra sfruttamento della risorsa e vocazione socio economica dei territori Ricordiamo che nei giorni passati, abbiamo assistito a una serie di posizioni pubbliche dei rappresentanti del Centro Sinistra di Piancastagnaio (attualmente forza di opposizione nel Consiglio Comunale di Piancastagnaio), attraverso anche una recente mozione indirizzata al Sindaco Vagaggini e al Consiglio Comunale, che impegna l’attuale Amministrazione a illustrare ai cittadini, attraverso un apposito consiglio comunale aperto o una pubblica assemblea, la sua posizione nei confronti della stessa ENEL, l’eventuale presenza di nuovi accordi rispetto a quelli stabiliti anche dopo la firma del “Protocollo Generale sulla geotermia”, avvenuta nel 2007.]]>