Piancastagnaio. Si corre coi "mezzi", ma già si sapeva. Il sogno di una pista nuova

Si corre nella solita pista con cavalli diversi. La sicurezza è salva Articolo di Marco Conti ripreso da www.paliodipiancastagnaio.it Correre il prossimo Palio di Piancastagnaio coi mezzosangue e non più coi puri, è una notizia che avevamo già da tempo anticipato ai nostri lettori, fin dalla fine dell’inverno passato, quando, durante una nostra intervista radiofonica, il Sindaco pianese, Luigi Vagaggini, faceva presagire la situazione, già nelle solide mani delle decisioni del Ministero competente (Ministero delle politiche Agricole,  Alimentari e Forestali), in base alle normative dettate dalla cosiddetta ordinanza Martini. Successivamente, in un nostro successivo articolo di metà Aprile, avevamo confermato questa decisione che, ufficialmente, si è concretizzata con le ultime risposte ministeriali a una serie di documentazioni inviate dall’Amministrazione comunale, per cercare di aggirare alcuni ostacoli che portavano a una decisione, probabilmente, già presa da tempo dall’alter ego. Ma queste erano cose che ben sapevano, anche i Capitani e lo stesso Magistrato delle Contrade, visto che la la situazione non si è davvero creata recentemente, ma si è evoluta nel tempo, e, in maniera particolarmente evidente, negli ultimi due anni, dopo alcuni (anni) di tiritera di carte bollate tra burocrati intenditori e una UNIRE che non sapeva più cosa dire e, soprattutto, fare. Figuriamoci il resto dei burocrati, ad esclusione, a giudizio di chi scrive, dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, amiatino mai preso in considerazione a suo tempo sul cucuzzolo toscano. Quindi nulla di nuovo, a nostro pensiero, sotto questo cocente anomalo sole di giugno, se non il fatto che, comunque, il Palio si correrà il prossimo 18 Agosto con questa, se vogliamo definirla così, novità dei “mezzi”, anche se, sempre a nostro pensiero, novità non lo consideriamo nemmeno un termine appropriato. Ora, però, non è più il tempo delle parole, delle discussioni sulla storia, sulla tradizione, sul meglio del peggio o sul peggio del meglio: ora è il tempo delle scelte. Le scelte delle Capitanerie, ovviamente, che dovranno, per la prima volta nella storia del Palio di Piancastagnaio, tranne in due rarissimi casi quasi nascosti con mezzo sangue protagonisti (cosa ignara, ovviamente, ai saputelli dell’ultim’ora), attuare tutte le nuove strategie e quel che la gente di Palio (quella vera) ben conosce, considerando, che, in fondo, il Palio rimane lo stesso, così da non darla vinta a chi non lo vuole più o a chi, fuori le mura, gliene importa pochino. Piancastagnaio, rimane un Palio ad ingaggio, dove ogni Contrada pensa a procurarsi cavallo e fantino, cercando quasi sempre un’accoppiata affiatata fin dall’origine, dove nell’affiatamento c’è anche tutto il resto della strategia e di quel che occorre, ignaro ai decisionisti. Sostanzialmente, sotto questo aspetto, qualcuno pensa non cambi nulla o ben poco: speriamo siano in pochi e non in molti. Quello che non cambia, è quello che sappiamo: ovvero una pista che sostanzialmente non esiste, creata ogni volta sulla falsariga di un ippodromo irriverente nella semplicità. Una pista semplice, dove i cavalli, sono abituati a galoppare per circa cinque giri, su un fondo non propriamente duro, piuttosto sabbioso con un uno spessore della sabbia che raggiunge talvolta anche i 12-15 cm. Quel che (forse) cambierà, sarà come si comporteranno i mezzosangue su questo tipo di pista che invita a correre più che a frenare, con un muro in cemento armato, tra i potenziali criminali della sicurezza dopo decenni,  che rimane sempre duro appestato, con tanto di pilone a guardia dell’incolumità, duro anc’esso. C’è anche da considerare il fatto che Piancastagnaio, ha sempre vissuto il suo palio un po’ per conto proprio e pur essendo caratterizzato da importanti strategie, ha sempre vissuto ai margini del grande movimento legato al Palio, di Siena ovviamente, perdendo, forse, i vantaggi che la “riforma” di Pierluigi Piccini rivoluzionò positivamente la corsa senese, i cui effetti sono ben evidenti a distanza di oltre dieci anni. La decisione senese, che prevede tutt’ora l’utilizzo in Piazza dei mezzi (semplificando al massimo il discorso),  cambiò anche in maniera importante e decisiva tutto il movimento dei cosiddetti “paliotti” e delle corse di provincia, che Piancastagnaio, arroccato da solo come a difendersi da nessuno, suonandosela e cantandosela, ha sempre vissuto in disparte, aumentando i costi e diminuendo le opportunità. Vedremo ora i nuovi rapporti e le nuove strategie, visto che, tra meno di un mese, le Contrade potranno provare i loro cavalli e dove l’attesa per le prove libere è già sicuramente alta. Aspettiamo sotto il sole afro-amiatino di questo inizio estate, che assola tutto e tutti, quel che accadrà nei prossimi giorni relativamente la sicurezza (?) e quali saranno le vere differenze tra correre con un purosangue e mezzosangue. Giusto per vedere. Facendo finta di non conoscere le altre motivazioni della scelta sui mezzosangue, questa doveva essere a questo punto fatta. Nessuna soluzione, nessuna alternativa, nessuna proposta vera e propria è stata resa nota, almeno negli ultimi 4-5 anni, ovvero da quando era sempre più chiara la faccenda affaccendata . Chi scrive, è convinto che il problema si risolva partendo dalla pista, mezza disegnata qualche anno fa sui fogli tecnici A0 intorno a un impianto rinnovato e nato per lo sport (il campo da calcio in erba sintetica); una struttura  sportiva a tutti gli effetti e, su questo, tutto quel che deriva dalle normative e i finanziamenti, che hanno anche il loro significato (sempre per riassumere). C’è bisogno di una pista nuova, vera, dove il discorso mezzosangue e purosangue, siano veramente trasparenti. La soluzione, chi scrive, la propone da tempo, indicando, anche per motivi storici e di appartenenza, l’aria del Santuario della Madonna di San Pietro come luogo ideale per la corsa del Palio. Una pista che potrebbe essere anche molto appetibile al cosiddetto circuito senese, dove Piancastagnaio ne potrebbe essere protagonista, parte attiva, con interessi degli addetti ai lavori finanche quelli di appassionati provenienti da aree vicine come la Maremma, l’Umbria e la Tuscia. Una soluzione per allenamenti e corse, dalla primavera ai primi giorni d’autunno, su una pista che rimarrebbe comunque a disposizione per i tanti appassionati, con un significato anche imprenditoriale e opportunità professionali. Piancastagnaio_Pista_Madonna_02 Viene in mente, il nostro compianto amico Piero Giorgeschi, detto “Sorriso”, quando ci raccontava come il Palio avesse bisogno di respirare e come il movimento ippico a Piancastagnaio, era regredito soprattutto per la mancanza di vere proprie strutture. Probabilmente è un sogno, quello della nuova pista, anche in virtù delle scelte che stanno avvenendo a livello amministrativo, dove, l’area circostante il Santuario della Madonna di San Pietro, sembra essere ormai destinata a servizi di utilità pubblica. Ma questo non toglie che una soluzione vada trovata, ricordando che prima c’era la pista e poi lo stadio comunale coi successivi annosi e incancreniti problemi relativi ai permessi e rilasci delle autorizzazioni per le manifestazioni pubbliche. https://youtu.be/oYACMCBjQ_8?list=PLKKmlSpDYZ8Tj9O0Vau-RAVPltUZMeZSU&t=1742  ]]>

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