Piancastagnaio. Sit-in di protesta di “Uni-Verso Amiata” tra i castagni del Campo di Fiera

Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 29/07/2019
Venerdì 9 agosto, dalle 17 alle 19.30.

Nuovo appuntamento pubblico organizzato da Uni-verso Amiata, l’associazione amiatina con sede ad Abbadia S: Salvatore, che si pone l’obiettivo di tutelare il patrimonio boschivo del Monte Amiata, cercando di sensibilizzare tutti coloro che abbiano a cuore la montagna e il suo futuro, attraverso una serie di riunioni, conferenze, dibattiti e proposte rivolte anche agli amministratori pubblici. Un impegno costante che vuol farsi ancor di più conoscere e sentire dai cittadini, attraverso l’utilizzo dei più diffusi canali informativi e quelli più tradizionali.
Dopo alcune assemblee pubbliche, che si son svolte anche nei mesi trascorsi in alcuni comuni amiatini, Uni-Verso Amiata ha organizzato a Piancastagnaio “un sit-in di protesta” , che si terrà il prossimo 9 agosto, con orario dalle 17 alle 19.30, al Campo di Fiera, tra i luoghi simbolo della bellezza del bosco amiatino.

“Siamo abituati a pensare e dire che nell’Amiata ci siano boschi, ma tra i 700 e i 1738 metri, con l’esclusione della Riserva del Pigelleto (862 ettari), tutto il resto della superficie forestale (6114 ettari) non è altro che una cava di pali o legname. E pensare che siamo un sito di importanza comunitaria: “Cono vulcanico del Monte Amiata, progetto LIFE08 NAT/IT/000332 – scrive Uni-Verso Amiata sulla propria pagina Facebook, spiegando le motivazioni della manigfestazione pubblica – I maestosi e vecchi castagni e faggi di una volta, più volte citati nella storia, sono stati tutti eliminati e non esistono più, l’età media di un castagno raramente supera i 25-30 anni, l’ecosistema dei rapporti funghi-piante-animali è andato perso. Ovunque si taglia o si taglierà, da lontano si vedono le ferite dei morsi delle motoseghe nel paesaggio, da vicino si vede una desolazione opprimente, solo ceppaie”.
“Non siamo negazionisti e sappiamo che l’ambiente forestale può essere una risorsa importante – prosegue l’associazione – , ma non può essere solo legno a basso prezzo e vogliamo che ritorni il bosco, vogliamo che cambi la politica di gestione del patrimonio forestale amiatino e che venga anche permesso agli alberi di diventare vecchi e maestosi, vogliamo che ci possa essere un turismo attratto dalle bellezze vegetali e non scacciato via dalla desolazione delle ceppaie e dei sentieri sconvolti, voglio Mo che il Sottobosco non sia una strada per autotreni e ruspe, vogliamo convivere con gli alberi, non solo farne profitto”.
“Nel rispetto della nostra storia passata, nel dovere di dare un futuro ai nostri figli, nella convinzione che si può lo stesso fare profitto economico con altri modelli di sviluppo, vogliamo che chi gestisce il patrimonio forestale la smetta di considerare l’Amiata come pelle da depilare di continuo, ma che la consideri un patrimonio di tutti, popolato da vegetazione, animali, persone, visitatori. In altre regioni i boschi sono più tutelati, perché nell’Amiata no? Per questi motivi chiediamo il supporto di chiunque ha gli occhi per vedere come è la situazione della nostra montagna e ha la sensibilità per fare cambiare questa situazione.”

Un appuntamento che si annuncia quantomeno di interesse, anche in relazione a una crescente critica verso una gestione del bosco e del sottobosco. Un sit-in che, come in altre occasioni pubbliche, cercherà di sensibilizzare, oltre i cittadini, chi amministra questo aspetto del territorio, più volte sollecitato a incontri o scelte in tal senso da parte di Uni-Verso Amiata.

Lascia un commento