Amiatanews (Marco Conti): Piancastagnaio 23/08/2016 Serafino Magini stava tagliando l’erba, quando il suo trattore si è rivoltato improvvisamente, trascinandolo in una scarpata.
Un attimo, è bastato un attimo, al povero sessantanovenne Serafino Magini quando, questa mattina, era andato, come in altre occasioni, a casa dei consuoceri per aiutare a sistemare un po’ il campo antistante la loro abitazione alla Venavecchia, zona periferica a Sud-Ovest di Piancastagnaio. Non si sa esattamente come possa essere accaduto; probabilmente, il Magini, è stato tradito da un gradone nel terreno, non visto durante una banale manovra, mentre aveva da poco iniziato a tagliare l’erba del piccolo appezzamento di terreno adiacente l’abitazione. Proprio mentre stiamo scrivendo, si stanno svolgendo le indagini (non era ovviamente possibile accedere all’area recintata) e si attende l’arrivo degli inquirenti e del medico ASL da Siena, mentre sul posto, intorno alle 14, appena venuti a conoscenza, si sono portati prontamente i Carabinieri di Piancastagnaio, la Misericordia e i Vigili del Fuoco locali. Subito accorsi i parenti e i tanti amici della famiglia; tutti attoniti e dispiaciuti, con forte commozione per la tragedia. Un attimo e il piccolo trattatore si è rovesciato, trascinando con se l’uomo, fermandosi più in giù, poco dopo, sulla rete di recinzione. Sgomento per una tragedia inaspettata e per come i familiari si siano resi conto dell’accaduto; non vedendo arrivare verso l’uomo all’ora solita del pranzo, questi sono andati sul posto a cercarlo, facendo la tragica scoperta, trovandolo sotto il trattore oramai senza vita.
Un uomo buono, Serafino Magini, semplice come tutta la sua famiglia, cresciuto nell’umiltà e nel lavoro. Accogliente ed educato, ospitale nella sua casa, sotto la sua pertica fresca in estate. Da poco Fabrizio, suo figlio, gli aveva donato con Luisa, il nipotino Lorenzo, sempre sorridente e affabile con tutti. La vita dona e toglie nei momenti che sembrano e sono, all’apparenza, sempre ingiusti. Serafino, che lascia ache la moglie Anna, aveva visto la sua vita rinascere due volte, prima con Fabrizio e poi col nipotino Lorenzo; un compimento per lui e la sua consorte da godersi e da donarsi negli anni a venire. Noi lo conoscevamo abbastanza; il lavoro, la famiglia; tra le sue dedizioni le attività in Contrada, il Coro, dove era presente nelle feste e sempre pronto nell’aiutare a preparare le dolci cialde sul fuoco, per la Festa del Cialdone di Luglio, assieme a Fabrizio, Capitano per molti anni. Vogliamo ricordarlo così, sereno, parlare con garbo e attenzione, senza alzare voci o termini, come quando ci ospitò poco più di un anno fa nella sua casa, per un’intervista sui segreti della preparazione della cialda. Personalmente voglio ricordarlo per un bicchiere di vino rosso, bevuto al bar, tra la sua inutile insistenza nell’offrirlo e nel suo saluto: “la prossima volta tocca a me però, Marco”.
La redazione di Amiatanews, si stringe al dolore della famiglia.
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