Piancastagnaio: Vagaggini "Il mio impegno per la riapertura dell'Ufficio del Giudice di Pace"

Il Sindaco di Piancastagnaio ed Assessore all’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, deciso a mantenere l’importante servizio. Dopo le vicissitudini relative alla recente decisione di chiudere l’Ufficio del Giudice di Pace (Decreto Ministeriale del 22 aprile), con sede in Via Adua ad Abbadia S. Salvatore, Luigi Vagaggini, Sindaco di Piancastagnaio, prende una netta posizione a riguardo, manifestando la volontà di ripristinare l’importante presidio, anche in riferimento alle  opportunità offerte dall’ultima Circolare del Ministero della Giustizia che, sostanzialmente, indica come la domanda per il mantenimento dell’Ufficio, può essere presentata anche dagli Enti Locali, dalle Comunità Montane e dalle Unioni dei Comuni e, non solo, dal Comune di residenza dello stesso (Abbadia S. Salvatore). E’ noto da sempre come io sia convintamente favorevole al mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace e degli importanti servizi offerti ai cittadini. Come Sindaco di Piancastagnaio ed Assessore della Giunta dell’Unione Amiata-Val d’Orcia, sono già impegnato e continuerò ad impegnarmi nelle mie convinzioni, fino alla riapertura dell’Ufficio cogliendo le opportunità della Circolare Ministeriale. Sono già troppi gli impegni per tutti causati dal disagio di mancanza di servizi centrali, non possiamo permetterci di perderne di così importanti per la collettività.”  Ricordiamo che la chiusura dell’Ufficio definitiva è avvenuta intorno alla metà del maggio scorso, decisione presa, come previsto, dal Comune di Abbadia S. Salvatore con l’inevitabile disappunto e l critiche politiche. Una decisione presa dall’Amministrazione badenga a causa dell’impossibilità nel far fronte agli impegni economici spettanti per il mantenimento dell’Ufficio. “Proprio presso l’Unione dei Comuni” – continua il Sindaco di Piancastagnaio – “erano stati individuati degli spazi per l’apertura del servizio e se fossero realisticamente insufficienti,  sono disponibile a cedere gli spazi di pertinenza del Parco Nazionale Museo Miniere dell’Amiata e trasferirne altrove la propria sede. Da tempo lavorano nell’Ufficio del G. di P. due dipendenti: un dipendente del Comune da me amministrato; una dipendente messa a disposizione dall’Unione dei Comuni. Due figure ormai ad oggi ben formate, conosciute ed ormai pratiche del ruolo ricoperto.” (Tali costi sono ripartiti quota parte tra i comuni). Dunque, una presa di posizione chiara, decisa e realistica da parte di Luigi Vagaggini, con il chiaro obiettivo di ripristinare l’ultimo presidio di legalità che era rimasto sull’Amiata senese.]]>

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