Poggibonsi. Maltrattamenti in famiglia in presenza di minore: arresti domiciliari per un uomo di 33 anni

Ieri sera i Carabinieri di Poggibonsi hanno dato esecuzione al provvedimento del GIP di Siena Intorno alle 21 di ieri sera, Martedì 3 Aprile, i Militari della locale Stazione Carabinieri di Poggibonsi, hanno dato esecuzione al provvedimento che dispone la detenzione domiciliare, emesso nella stessa giornata dal G.I.P. di Siena su richiesta della  Procura della Repubblica presso quel Tribunale, nei confronti di un operaio di 33 anni, celibe, nato a Siena e residente a Poggibonsi già con precedenti denunce a carico. A conclusione delle indagini e l’inoltro di una dettagliata informativa all’Autorità Giuiziaria procedente, l’uomo è stato riconosciuto colpevole dei reati di cui agli artt. 572 e 61 nr. 11 quinquies del Codice Penale (maltrattamenti in famiglia in presenza di minore), in quanto, dall’anno 2016 a tutto il mese di marzo 2018, aveva sottoposto la convivente di 27 anni, fiorentina, nubile, disoccupata, ad abituali atti di violenza, minaccia e umiliazione, anche in presenza del figlio minore. Su indicazioni dei Carabinieri, madre e figlio si trovano ora presso una struttura protetta (centro anti-violenza) in attuazione del così detto “Codice Rosa”. L’arrestato, dopo la redazione degli atti in caserma, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, informata dell’avvenuta esecuzione del provvedimento restrittivo dalla Stazione Carabinieri di Poggibonsi.


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La violenza di genere

Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.

La normativa rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante ‘sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica’. L’elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.

Della raccolta e monitoraggio dei dati si occupa l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze Polizia-Carabinieri.

Per le segnalazioni è attivo il 1522, il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza. Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale.


Fonti. Comunicato Stampa 04/04/2018]]>

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