L’altro punto di vista. Quando il tradimento ti “porta” in terapia

Amiatanews (Elena Lorenzini): Siena 17/10/2019

Recentemente ho letto il libro “Una passione semplice” della scrittrice francese Annie Ernaux. Si tratta di un romanzo degli anni ‘90 che affronta, partendo dall’esperienza personale della scrittrice, il tema, sempre attuale, del tradimento, con le sue conseguenze di sofferenza e delusione. 
Il libro racconta l’amore e la passione devastante della protagonista per un uomo sposato e, soprattutto, dell’attesa di un incontro o di una telefonata con l’amato.
“Sin dal mese di settembre dello scorso anno, non ho fatto nient’altro che aspettare un uomo: che mi telefonasse e che venisse da me”.
Per la protagonista, non esiste più il presente, ma solo l’attesa o l’assenza di lui, che la chiama dalle cabine telefoniche, che arriva in macchina, che non bussa e subito la spoglia.
“Non avevo altro avvenire che la prossima telefonata d’appuntamento”, scrive Ernaux, che, in questo libro, rivela nei confronti dell’uomo una dipendenza e ossessione che la “guidano” perennemente nei pensieri e nella quotidianità. E’ una passione “semplice”, fatta di sesso e di rapimento emotivo, basata quindi interamente sulle emozioni e sull’aspetto più istintivo e meno razionale di una relazione.  La protagonista ha amato l’uomo ed è stata amata e posseduta da lui, facendo passare tutto il resto in secondo piano. Nemmeno i figli, il lavoro di insegnante, gli amici, sembrano aver avuto importanza per lei. La donna ha vissuto in uno stato “catatonico”, in cui il nucleo principale dei propri pensieri era solo l’organizzazione del prossimo incontro con il suo amante e la paura che qualcosa potesse andare storto.
Come psicoterapeuta, ho potuto più volte ascoltare vicende di donne e uomini che stanno vivendo o hanno vissuto esperienze simili con partner già impegnati. Frequentemente il lavoro affrontato con queste persone è quello di dare un significato al tradimento o capire cosa loro stessi “cercano e perdono” nella relazione: perché, pur non mancando loro apparentemente nulla, stanno cercando un amore a tempo? (magari trovato nelle “app” di incontri fugaci).

Spesso, in terapia, sia gli uomini che le donne desiderano comprendere. Si interrogano sui motivi per cui non riescono a troncare una storia che crea disagio e sofferenza e sul perché l’incontro fugace non si è trasformato in qualcosa di serio ed ufficiale.
Le motivazioni per cui una persona decide di intraprendere una relazione con un uomo o donna sposata sono molteplici e peculiari alla storia di ciascuno.
Una ricerca recentemente pubblicata nel nostro paese afferma che una donna su tre tradirebbe il partner, mentre tra gli uomini il 50% ammetterebbe di essere stato infedele. La ricerca è stata fatta dall’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà e commissionata da una piattaforma per incontri clandestini.
Tale studio afferma che i motivi principali che inducono al tradimento sono: l’insoddisfazione sessuale, il poco tempo di coppia, il lavoro, la rabbia, l’incomprensione, le problematiche economiche, l’arrivo dei figli, la bassa autostima, la mancanza di affetto e in alcuni casi la dipendenza compulsiva dal sesso. Gli uomini associano l’infedeltà al sentirsi più virili, mentre le donne cercano nel tradimento affetto, comprensione ed amore.
In questo gioco delle parti ci sono due ruoli principali, l’infedele che esce dal matrimonio (per i motivi sopracitati) e l’amante. L’amante molte volte asserisce di essere all’oscuro dello stato civile della persona infedele, perché tale aspetto è stato omesso. In una ricerca fatta dalla psicologa spagnola Balenciaga, si evidenzia come l’amante innamorato/a perdutamente dell’altro/a, agisca contro le proprie convinzioni e i propri valori (pur sapendo  di ingannare in primis se stesso e anche le altre persone). Malgrado questo egli continua la relazione clandestina perché si sente ricambiato.
Spesso nelle coppie di amanti si parla di fedeltà e si discute di progetti, ci si sente più volte al giorno, tutto questo di nascosto dal “resto del mondo”.  Passato un po’ di tempo dall’inizio della frequentazione “segreta”, uno dei due partner cerca di formalizzare la storia. Ed è a questo punto che sorgono, principalmente, i problemi di frustrazione e rabbia per il mancato riconoscimento dei propri sentimenti da parte dell’altra: si generano, quindi, ansia e paura che finisca tutto; è spesso in questa fase che si ricerca un aiuto di tipo psicologico.

In terapia si cerca di aiutare le persone a riprendere in mano la propria vita ed ad uscire da quel rapporto asimmetrico che genera, in chi lo vive, solo ansia e disperazione. L’ansia nasce dal fatto che le regole sono date dalla persona sposata e quindi l’altro/a non ha margine di manovra, non può decidere nulla e percepisce sé stesso/a come oggetto e non come soggetto attivo.
Di solito l’aiuto viene cercato quando la persona capisce che l’altro/a non ha intenzione di formalizzare la storia e lasciare il/la coniuge. Inoltre nuovamente la ricerca spagnola evidenzia come le persone che decidono di intraprendere una storia d’amore e creare un legame, siano disposte a dare e si mostrino fiduciose nell’altro; le persone infedeli, invece, sembrano appartenere ad un orientamento narcisistico, che le spinge a cercare di ricevere tutto quello che non hanno avuto, dando poco o niente all’altro, per una soddisfazione immediata che appartiene al principio del piacere e non al principio di realtà, che permetterebbe loro di essere empatici con le persone colpite.
In conclusione la vera scoperta è capire che il “noi di coppia” quello vero, vissuto, sano, che rispetta e non soffoca l’altro, magari anche un po’ “stropicciato”, è molto più forte “dell’io”, che cerca per se stesso la via più veloce allo stare bene, ma, spesso, anche la via di maggiore solitudine.


Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale

 

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