Quando la differenza la fanno gli uomini veri

Uomini a chiacchierare nel salotto, uomini silenziosi nella slavina Dopo un paio di giorni quasi silenziosi di Amiatanews, in segno di rispetto per le tristi vicende appenniniche, la notizia del ritrovamento di alcuni dei circa trenta superstiti dell’albergo di Rigopiano, simbolo di questa tragedia, somma cattiva di eventi naturali ostili, non può che scaldare il cuore e calmare l’anima agitata, per la sorte delle persone intrappolate all’interno di una struttura spazzata via e ingoiata dalla natura, come un Titanic di montagna. Vedendo LA7, intanto che scrivo, col suo direttore Enrico Mentana che ragguaglia, istante per istante, circa le notizie, non può che venire in mente la tragedia di Vermicino del 1981. Stesso direttore, Mentana, le telecamere e le TV collegate, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Esercito, Soccorso Alpino, medici e alcuni cittadini a scavare all’ingiù, a cercare di “portar fuori” coloro che sono al buio di un destino improvviso, incastrati in questa tragedia che ha già portato via delle vite, tra cemento, il ghiaccio e i pezzi di montagna e di bosco che la slavina ha portato con se in un viaggio ferito e mortale. Ni vengono anche in mente i pochi centimetri (in montagna) e i millimetri (in paese) caduti da queste parti, le alture amiatine e della Val d’Orcia, con le scelte ansiose di bloccare parte della vita sociale per una “incaciatella”. Un contrasto che non crea necessarie critiche o biasimi, ma che appare evidente negli occhi e nella mente, durante la lettura dei giornali o l’ascolto di radio locali in questi giorni, dove l’assenza della vera neve, in realtà, sarebbe la notizia. Ma ancor di più riascolto e ripasso nella mente, le tante chiacchiere di politici e amministratori, cronisti, facebookisti e twitteristi, uomini e donne, che, in queste ore, imperversano un po’ dappertutto sui media e nei bar, ad additare errori e cose che si potrebbero fare. Tutto lecito, ma anche facile e semplice per chi, con solamente l’idea di una possibile nevicata in inverno (e quando dovrebbe essere altrimenti!), non prende la pala in cantina per tenerla pronta in casa a iniziare a “pulirsi il suo”. Già, sono proprio questi uomini a chiacchierare da giorni, dispensando colpe e giudizi, dinanzi alla tv e al caldo, in giacca e cravatta, con le calze di filo di Scozia e i mocassini di vero cuoio neri ai piedi. Qualcuno, ieri sera, parlava di interventi con elicotteri in alta quota con raffiche di vento superiori ai 100Km orari e assenza di spazi di atterraggio. Per quanto si possano essere sgolati con frasi del tipo “Rispettiamo il lavoro dei voloontari…”, ogni discorso continuava con il solito e dotto “ma” o “se”, dispensando, ovviamente colpe e lasciando la pala in cantina. Andateci voi a 1400 metri di altitudine, dentro una slavina, di notte, con gli sci, un elmetto con una lampadina a led a diversi gradi sottozero portati ancor più dai gelidi venti di grecale. Oppure scegliete voi alternative a tre metri di neve in poche ore, su strade di montagna vera, in regioni dedite prevalentemente alla pastorizia e all’agricoltura, oppure sulle strade di pianura e bassa collina, con neve e ghiaccio. Aivoglia a turbine e spalaneve! Entro stasera, inizieranno altri discorsi, negli speciali della porta accanto, che rivaluteranno tutto, compresi i soccorsi e la loro organizzazione, la Protezione Civile, l’Esercito, il Soccorso Alpino e tutto lo Stato; un “ringollarsi” le parole, come spesso accade agli uomini. Quelli veri sono dentro la valanga del terremoto, a compiere quel che hanno scelto: il silenzio del fare per salvare vite, le case e il lavoro. Per fortuna. Grazie Rigopiano_WP_20170120_021  ]]>

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