Radicofani. Cultura: al via la prima edizione de “La posta letteraria”

Amiatanews: Radicofani 20/06/2019
Grandi personaggi, forti passioni, sabato 22 e domenica 23 giugno

Radicofani ospita per due giorni (sabato 22 e domenica 23 giugno) la prima edizione della Posta letteraria, in piazza San Pietro, a cura dei giovani dell’associazione Pyramid. È una rassegna di libri, arti, idee parole dedicata alla stazione di posta fatta costruire da Francesco I dei Medici. Qui, una sorta di albergo di lusso per gli standard dell’epoca, sostarono grandi viaggiatori diretti a Roma: Casanova, Dickens, Mozart, Papa Pio VI, Ghoete, Ruskin, Stendhal. Oggi altri personaggi si fermano a Radicofani, stavolta per raccontare passioni ed esperienze.

Sabato 22 si comincia (ore16) con Magnifica Terra. Una rivista in Val d’Orcia: un progetto editoriale di cultura fertile sul territorio a cura di un grande giornalista, Antonio Cipriani (già caporedattore dell’Unità, ha diretto l’Ora e altre testate, ha collaborato con la BBC). Si tratta di una rivista che nasce tra le mura di una vineria dove il senso critico, la narrazione e la poesia agiscono per lo stupore e il desiderio, per un abitare civile che non accolga passivamente la visione scintillante e conformista del tempo.
Valerio Aiolli, finalista Premio Strega 2019 (ore 17) presenta il suo ultimo romanzo: Nero ananas. Dodici dicembre 1969, Piazza Fontana. Gli estremisti di destra, invisibili, si incontrano, commentano, ricordano, tramano. Un anarchico si trascina di città in città, di nazione in nazione, di sconfitta in sconfitta, in attesa del momento del riscatto. Un politico, così devoto da essere soprannominato il Pio, comincia la sua lenta ma inesorabile scalata al potere. Poi ci sono i servizi segreti che provano a capire, sapere, influenzare. E c’è un ragazzino che quel giorno ha visto sparire sua sorella e farà di tutto per riuscire a ritrovarla. Quattro anni incandescenti della storia d’Italia, dal 1969 al 1973, raccontati con precisione e sorprendente capacità evocativa.
A seguire (ore 18) Paolo Brogi affronta un episodio spinoso della cronaca di cinquanta anni fa con il suo Pinelli. L’innocente che cadde giù. Dalle carte sugli Affari Riservati nuova luce su depistaggi e montature. L’autore ci sofferma su un verbale rimasto sepolto tra le carte dell’Archivio centrale dello Stato illumina le zone d’ombra di un caso attorno al quale si è costruita un’intera letteratura di menzogne e contraddizioni. Giornalista e scrittore, dopo l’impegno nella redazione di Lotta Continua, Brogi ha lavorato per Reporter, L’Europeo e il Corriere della Sera. Tra i suoi ultimi libri, La lunga notte dei Mille (2011), Eroi e poveri diavoli della Grande Guerra (2015) e ’68. Ce n’est qu’un début (2017).


Domenica 23 si comincia (ore 16) con la Lectio magistralis di Maria Rosa Tinti e Graziano Valent, sulla follia come stile di vita. È una riflessione che getta lo sguardo oltre i recinti della clinica per riscoprire il valore antropologico della follia come forma di vita in relazione dialettica con la normalità: un viaggio teorico e letterario attraverso le voci di coloro che incarnano la forza esplorativa e trasgressiva della follia, ovvero l’irresistibile richiamo che il folle sente a sovvertire i significati dell’esperienza umano e farsi così testimone di un altro senso possibile.
Quindi (ore 17) Vera Pegna presenta il suo libro: Autobiografia del Novecento. L’infanzia ad Alessandria d’Egitto, gli insegnamenti del nonno, la disciplina del collegio, il debutto in società. Poi gli anni in Svizzera, l’università, l’interpretazione, l’incontro con il buddismo. Il lungo viaggio verso Palermo per conoscere Danilo Dolci, il Partito Comunista e la lotta contro la mafia. L’arrivo a Milano, l’impegno nel comitato Vietnam, la difesa della causa palestinese sotto il vessillo del laicismo, il trasferimento a Roma, gli incontri con Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Karol Wojtyla.
Quindi (ore 18) due direttori dell’Unità raccontano le vicende di un giornale sinonimo di passione, politica e impegno civile. Sono Sergio Staino (tra il 2016 e il 2017) ed Emanuele Macaluso (tra il 1982 e il 1986). Da due anni a questa parte il quotidiano di sinistra fondato da Antonio Gramsci nel 1924, non esce più nelle edicole. I due direttori ne ripercorrono la storia, in un incontro appassionato, raccontando aneddoti e quanta passione viveva in quella china stampata sulle pagine lette dal popolo come dagli intellettuali.


Fonti
Comunicato stampa del 15/06/2019

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