Fanno discutere le nomine del nuovo CdA dell’azienda a capitale pubblico-privato. Piancastagnaio alza la voce, mentre Federconsumatori denuncia i costi record delle bollette di Siena e Grosseto C’eravamo fermati alla semplice notizia della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dello scorso 30 Settembre con Presidente Emilio Landi, già Sindaco di Arcidosso per due legislature, ma, visti gli ultimi vivaci giorni di discussione sulla faccenda da parte di alcuni Sindaci (in particolare quello di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini) e di scelte amministrative (come il probabile aumento delle tariffe), torniamo sull’argomento per fare il punto della situazione, almeno fino a ieri, 8 Ottobre. Acquedotto del Fiora SpA, Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato, a capitale pubblico in maggioranza (60% delle azioni detenute dai Comuni all’interno della Conferenza Territoriale Ombrone 6 e il 40% dal soggetto privato Ombrone SpA il cui principale azionista è la romana Acea SpA – fonte www.fiora.it), ha nominato, come si diceva dinanzi, oltre al Presidente Emilio Landi, il nuovo C.d.A. costituito in tutto da ben nove Consiglieri, così come nel precedente nominato nel 2013. Li ricordiamo: Aldo Stracqualursi, amministratore delegato e uomo di riferimento del socio privato Acea, Roberto Renai, con compiti di presidente vicario e al secondo forse terzo mandato, Roberto Baccheschi, avvocato grossetano, Biancamaria Rossi, che del Fiora era vicepresidente fino a pochi giorni fa ed è direttore dell’azienda pubblica “Asp Città di Siena”, Aviano Savelli, amministratore unico di Apslo, Emanuela Cartoni, già ad di altre società del gruppo Acea, Giovanni Paolo Marati, già AD di altre società del gruppo Acea, Iolanda Papalini dirigente Acea. Non tutti nomi nuovi, almeno a confrontarli con quelli presenti nel sito internet ufficiale dell’Acquedotto del Fiora, nella pagine dedicata ai componenti del CdA: Stracqualursi, viene confermato Amministratore Delegato, Roberto Renai (che possiamo definire rappresentantre amiatino) da Consigliere passa a Presidente Vicario al posto di Biancamaria Rossi che rimane comunque Consigliere, così come la Papalini. Sparisce la figura di Tiberio Tiberi, amitiano di Castel del Piano, Presidente uscente della società, il cui nome (gioco del destino), appare ancora nella sua ex carica sul sito dell’azienda a circa dieci giorni dalla nomina di Landi. Come c’era da prevedere, e come la normalità di certe faccende vuole, non sono mancate alcune prese di posizione relativamente alle nomine. Le cronache, riportate da media ben più importanti e considerati del nostro, raccontano delle prese di posizioni del sindaco di Piancastagnaio, Luigi Vagaggini, in carica dal Maggio 2014, che ha fatto sentire la propria voce relativamente all’elezione del CdA. Il motivo sembra essere stato quello del metodo, nella forma e nella sostanza, considerato un vero e proprio “strappo alle istituzioni” dal primo cittadino pianese, che ha parlato sui giornali di scelte calate dall’alto, ovvero dal Sindaco di Siena Valentini Partito Democratico), indicato come colui che ha deciso i nomi dei Consiglieri per la “parte della provincia di Siena”, senza che Piancastagnaio fosse presa in considerazione. In aggiunta a questa posizione, il Sindaco amiatino (di area non PD e capolista di una lista civica), anche quella molto critica della nomina a Presidente Vicario di Roberto Renai (di Piancastagnaio anch’egli, ad oggi di area Partito Democratico e già Consigliere di Acquedotto del Fiora SpA), non ritenuto rappresentante sia dell’Amministrazione Comunale, sia della comunità pianese. Alla base di questa presa di posizione avversa contro la nomina del C.d.A., il fatto che Piancastagnaio sia, ad oggi, il terzo comune che approvvigiona le acque gestite da Acquedotto del Fiora SpA che, secondo Vagaggini, sono motivo di considerazione nelle scelte politiche e amministrative dell’azienda, di cui il Comune di Piancastagnaio ne è socio. Se tutto non bastasse, anche la notizia di un possibile aumento delle tariffe a venire (il 4% ?), notizia che segue quella del 29 Settembre u.s., relativa alla denuncia del Presidente Federconsumatori di Siena, Luca Falciani, che indicava le province di Siena e Grosseto (quelle di Fiora Spa sostanzialmente) tra le più care d’Italia per il costo delle bollette dell’acqua (nel 2015 663 Euro a fronte della media nazionale di 376 Euro) – leggi articolo su http://www.amiatanews.it/siena-e-provincia-federconsumatori-in-toscana-lacqua-piu-cara-ma-a-siena-e-la-piu-cara-della-toscana/). Insomma una settimana dove dalla sorgente della politica, perché è questa che sembra essere divenuta l’acqua, al di là di personali prese di posizioni, la nostra riflessione è che i cittadini anche amiatini, chiamati a votare su una sorta di referendum alcuni anni fa, rischiano di trovarsi, o ritrovarsi, nel mezzo a un brutto acquitrino, proprio in quelle di acque ritenute tra le più buone in assoluto, tanto invidiate e tanto regalate a destra e a manca, che il buon Petrarca avrebbe dovuto conoscerne almeno il sapore. Forse la verità sta nel mezzo, come ci garba spesso dire in Italia. Magari un po’ più di attenzione da parte di tutti, prima, durante e dopo. Ci saremmo aspettati un po’ più di dialogo dinanzi a un bene, l’acqua ovviamente, che è, come tutti si dice (politica compresa, ovviamente), un “bene di tutti” e non “potere di pochi.” Siamo certi che Acquedotto del Fiora SpA, il suo CdA e i suoi azionisti nel momento delle decisioni assembleari, sapranno fare le giuste cose, dando valore e motivo ai denari della gente, anche ascoltando pareri di tutti i 56 Comuni soci, cercando di tutelare le cosiddette minoranze e, quest’ultime, di dare il motivo e la maniera di farsi tutelare, evitando, da una parte e dall’altra, la storica frase andreottiana, così vera quanto mai intesa fino in fondo. Beviamoci sopra.]]>