Giubileo: un anno straordinario per proclamare la Misericordia di Dio. “Misericordia”: la terza delle 12 parole per capire e camminare verso il Giubileo. Più che parlare del senso etimologico della parola “misericordia”, cioè “possedere un cuore misero”, aperto alla pietà e alla condivisione delle pene altrui, vorremmo, questa volta, parlare di questa terza parola legata all’anno Santo, indetto da Papa Francesco, dalla scrittura, che in tante occasioni, ci parla del rapporto d’amore, tra Dio, manifestatosi in Cristo, e l’uomo, da essi creato. Nell’Antico Testamento, se la legge del taglione diventa una necessità per poter tenere insieme una comunità ribelle, i figli d’Israele, tanto fedeli quanto irriconoscenti, nel Nuovo Testamento, Gesù fa della pietà, un cardine della sua missione. Egli usa comprensione, pietà e misericordia. Tanti gli episodi e le parabole che ci mostrano il volto del Misericordioso. Un appellativo, questo, che trova anche in altre fedi, vedi l’Islam, una grande condivisione, che viene giustamente inserito nei cento nomi attribuiti ad Allah, il Santo e appunto il Misericordioso. La Misericordia, o compassione, cioè essere con te nella passione personale, si è trasformata nel corso della storia, in applicazione concreta delle opere di misericordia corporali, ossia quegli impegni tesi a sollevare dalle necessità umane, i fratelli e le sorelle del nostro cammino. C’è, però, una Misericordia che parte dal cuore di Dio e a cui, l’uomo di fede, tende a rivolgersi come piena comunione di un figlio al padre. San Giovanni Paolo II, Karol Woytila, nel suo lungo pontificato, ha insistito molto sul significato di Misericordia, dando esempi molto forti, di umana comprensione e perdono. Chi non ricorda, le sue frequenti visite ai carcerati romani, e più ancora, l’incontro commovente avuto con il suo attentatore, Mehmet Ali Ağca, nel carcere di Rebibbia. Lo stesso Pontefice, si fa promotore, della canonizzazione della suora polacca, Faustina Kowalska, mistica del secolo scorso, la quale, nelle sue allocuzioni con Cristo, è stata testimone di eventi prodigiosi, che riporterà, sotto l’obbedienza del proprio confessore, in un diario molto profondo e bello. Alla parola Misericordia, si oppone, il termine “sacrificio”, una forma di espiazione personale, una rinuncia, a volte offerta, come nelle antiche civiltà pagane, per placare l’ira degli Dei. Attraverso i profeti, Dio esclude categoricamente questa pratica. Il profeta Osea, dice: “Voglio l’amore e non il sacrificio”. Parole, che riprenderà Gesù, in più occasioni, condannando un certo culturalismo di facciata. Papa Francesco, indicendo questo Anno Santo straordinario, ha inteso dedicarlo appunto alla Misericordia, come ritorno di cuori bisognosi d’amore, alla fonte primaria, che è il Padre. Ed infatti, il logo del Giubileo, realizzato dal grande artista Marco Rupnik, raffigura Gesù con la pecorella sulle spalle e la citazione di Matteo “Misericordiosi come il Padre”. All’inizio di questa nuova Quaresima, sentiremo parlare, nella Liturgia, di Misericordia, amore, disponibilità ai bisogni del fratello. Ulteriori documenti di viaggio, per vivere, quel cammino iniziato a Dicembre, che è il Giubileo. ]]>
Redazione. Le parole del Giubileo: "Misericordia"
- Autore dell'articolo:Redazione
- Articolo pubblicato:07/02/2016
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