A Celle sul Rigo, una bella mostra sul Centenario della Guerra ‘ 15-18 “Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro, di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto, ma nel mio cuore nessuna croce manca, è il mio cuore il paese più straziato” (G.Ungaretti – San Martino sul Carso). Solo Ungaretti, attraverso le sue poesie, può farci rivivere il dramma e l’orrore della Grande Guerra ‘15-‘18, di cui domenica scorsa abbiamo celebrato il centenario. E proprio a questa guerra, forse dimenticata, che costò sei milioni di vite umane italiane, è dedicata la mostra che si sta tenendo a Celle sul Rigo, in questi giorni, in occasione della sagra dei Pici. Marcello Gigliozzi, un Sancascianese con il cuore e la vita a Celle sul Rigo, ha voluto recuperare una parte di storia di quella guerra, attraverso documenti inediti, fotografie, ricordi, ricostruzione di luoghi dove si svolse il conflitto. Celle sul Rigo, pagò, pur essendo una piccola frazione di San Casciano dei Bagni, il suo tributo di vittime con 35 morti, come attesta la lapide all’ingresso del paese. Nomi che il Gigliozzi, ha voluto far rivivere con le loro storie e la loro morte. La mostra, che ha coinvolto tutte le associazioni del paese, ha avuto il contributo del Monte dei Paschi, nota positiva anche pensando che, allo stato attuale e con le vicende ad essa connesse, non era davvero facile ricevere un aiuto economico, come ha sottolineato lo stesso Gigliozzi; ma la tematica era davvero interessante da non poter dir di no. La mostra, allestita nei locali della Banda musicale di Celle sul Rigo, si apre con documenti e lettere inviate dal fronte. Lettere commoventi, lettere di “addio”, scritte a pochi giorni dalla morte del soldato. E poi ancora oggetti preziosi, che raccontano le mille difficoltà di chi dovette combattere senza un perché, con il dolore nel cuore e la mente alle proprie case e famiglie. Ben ricostruita una trincea, mentre nella sala, si possono ammirare manifesti e proclami originali, bollettini di guerra, lettere della nunziatura apostolica con le informazioni sui prigionieri da trasmettere ai familiari. C’è molto da imparare visitando questa mostra, che dovrebbe essere visitata dai giovani di oggi. Giovani che dovrebbero imparare la lezione della storia, una lezione fatta di sangue, dolore, rabbia, ma che è stata, e rimane, una lezione di libertà. Una galleria fotografica con le foto di Giuseppe Serafini [gallery columns="4" link="file" ids="9463,9466,9465,9464,9462,9461,9460,9459"]]]>