Salute e nutrizione. AIDEPI conferma i suoi impegni nel seguire le indicazione dell'EFSA. E l'addio all'olio di palma.

Per AIDEPI, che rappresenta marchi famosi come Ferrero, Mulino Bianco, Bauli, le inidicazioni dell’EFSA sono riferimento imprescindibile come il continuare ad onorare il patto di fiducia con i consumatori Con un comunicato stampa del 5 maggio l’AIDEPI (Associazione industriali della pasta e del dolce italiani che rappresenta tutti i marchi famosi come Ferrero, Mulino Bianco, Bauli)  comunica di aver “seguito con la massima attenzione la diffusione del parere dell’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare) sulla presenza dei contaminanti 3 MCPD e GE (sostanze cancerogene e genotossiche, ndr) in molti alimenti inclusi alcuni prodotti da forno e, come sempre abbiamo fatto in passato, ci impegniamo fin da ora a fare, nel più breve tempo possibile, tutte le scelte necessarie per la massima tutela della salute del consumatore. Ogni indicazione dell’EFSA è per noi un riferimento imprescindibile, anche rispetto alle nostre strategie aziendali e associative, e quindi non mancheremo di intraprendere i percorsi necessari per onorare il patto di fiducia che sa sempre abbiamo con i nostri consumatori. Con questo obiettivo ci siamo già messi in contatto con il Ministero della Salute per valutare insieme come procedere dando la nostra massima disponibilità e collaborazione. AIDEPI rappresenta aziende e imprenditori che si sono sempre distinti per responsabilità sociale, avviando spesso percorsi a tutela della salute pubblica prima ancora che si trasformassero in obblighi di legge. Anche questa volta faremo la nostra parte”. Si tratta in pratica dell’addio all’olio di palma, dopo la petizione lanciata 18 mesi fa su Change.org da Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade contro l’invasione dell’olio tropicale e sostenuta da 176 mila firme. In questo periodo non sono mancate manovre lobbiste, veline, pareri di dubbio valore scientifico e un investimento da 10 milioni di euro in spot e annunci pubblicitari dove si è detto che l’olio di palma è un ingrediente sano, naturale e rispettoso dell’ambiente. Tutto ciò mentre nel Sud-Est asiatico, nell’Africa sub-Sahariana e in America centrale continua la rapina delle terre (land grabbing) a danno delle popolazioni locali, si deforestano migliaia di ettari per lasciare spazio alle coltivazioni, rendendo l’aria irrespirabile e provocando la morte degli oranghi. Si spera ora cessi l’ostracismo contro i dossier delle Autorità sanitarie francesi, del Belgio e della FDA americana sulla nocività dell’olio di palma. L’ennesimo documento è di 10 giorni fa, ed è firmato dall’Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM). In Italia si è arrivati al paradosso che il parere richiesto dal Ministero della salute all’Istituto Superiore di Sanità nel febbraio 2016, pur evidenziando i rischi del palma per i bambini e adolescenti, è stato distorto dalla maggior parte dei giornali e dai siti con articoli dove il giudizio del l’Istituto Superiore di Sanità appariva allineato con quello dei produttori. Si spera anche che il ripensamento sull’uso dell’olio di palma sia la prosecuzione di un impegno più vasto e sentito per la sicurezza alimentare e non solo l’effetto della vistosa riduzione delle importazioni di palma. Non è passato inosservato, anzi è stato oggetto anche dell’attenzione del “Guardian”, che molti “consumatori” – ma io preferirei chiamarli cittadini – italiani non solo non comprano più biscotti e merendine contenenti olio di palma, ma leggono anche con maggiore attenzione le etichette, storcendo il naso su emulsionanti, conservanti e altre sostanze su cui la comunità scientifica ha espresso fondati dubbi di nocività. E l’embargo dovrebbe cominciare dalla produzione, non dalla commercializzazione.]]>

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