Sentirsi bene. Chemioterapia e alimentazione

Come affrontare la terapia e le conseguenze fisiche e psicologiche ad essa legata Gli obiettivi della terapia nutrizionale nel paziente oncologico Mi sono chiesta come una persona reagisca alla diagnosi di tumore e come possa affrontare la terapia e le conseguenze fisiche e psicologiche ad essa legata: le prime questioni che personalmente mi sono venute in mente sono quelle di cercare di aiutare i trattamenti antitumorali nella loro azione con tutte le armi a disposizione e gestirne gli effetti collaterali. Gli obiettivi della terapia nutrizionale nel paziente oncologico sono infatti prevenire e trattare la malnutrizione, potenziare gli effetti della terapia antitumorale, ridurre gli effetti collaterali della terapia antitumorale, migliorare la qualità della vita e cercare di ridurre il rischio di recidiva. Il rapporto cibo-tumore ha una valenza multipla: l’alimentazione tesa alla prevenzione dell’insorgenza del tumore, l’alimentazione usata come trattamento adiuvante nella gestione clinica del paziente con neoplasia, e alimentazione come trattamento della malnutrizione cancro-correlata. Quindi se da una parte c’è la necessità di garantire al paziente in trattamento uno stato nutrizionale adeguato, dall’altra c’è la necessità che l’alimentazione contribuisca a favorire la prognosi e contrastare le recidive. In generale le raccomandazione per la prevenzione alimentare del tumore valgono anche per chi è ammalato (con alcune eccezioni come vedremo successivamente), quindi le regole da osservare sono riassunte dal “Decalogo della salute” del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro Cancro, riportate di seguito. Donna


“Decalogo della salute”

1. Mantenersi snelli per tutta la vita. Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile è utile calcolare l’indice di massa corporea (BMI = peso in Kg diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato: ad esempio una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,74 ha un BMI = 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1.), che dovrebbe rimanere verso il basso dell’intervallo considerato normale (fra 18,5 e 24,9 secondo l’Organizzazione mondiale della sanità). 2. Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni In pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l’esercizio fisico fino ad un’ora o praticare uno sport o un lavoro più impegnativo. L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. 3. Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra “limitare” ed “evitare”. Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai quotidianamente, l’uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà. 4. Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno (per circa 600g); si noti fra le verdure non devono essere contate le patate. 5. Limitare il consumo di carni rosse. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana. Si noti la differenza fra il termine di “limitare” (per le carni rosse) e di “evitare” (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio. 6. Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore 7. Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi. 8. Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l’importanza della varietà. L’assunzione di supplementi alimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro è invece sconsigliata. 9. Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi. 10. Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato.
Andando più nello specifico il tumore influenza lo stato nutrizionale con calo ponderale nel 30-80% dei casi e le cause sono anoressia, nausea e vomito, precoce ripienezza gastrica dovuti all’effetto della terapia e/o a fattori psicologici; la maggior parte dei pazienti deve però la perdita di peso alla produzione di sostanze infiammatorie da parte del tumore o del tessuto che ne è colpito. Oltretutto l’infiammazione potrebbe potenziare la crescita neoplastica. Ecco quindi che possiamo agire sull’alimentazione cercando di ridurre il consumo di quegli alimenti che favoriscono l’infiammazione come i cibi animali eccetto il pesce e aumentare invece quelli che la diminuiscono come cereali integrali, alimenti che contengono grassi omega-3 come i semi di lino, la soia, le erbe selvatiche e le verdure in generale (in particolare cipolle, crucifere come cavolo cappuccio, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, verza, broccolo e ad eccezione di pomodori, melanzane e peperoni). Si può cercare di non far proliferare il tumore anche rendendo difficile la disponibilità di nutrienti primo fra tutti il glucosio, perciò consumare alimenti che tengano bassa la glicemia che può aiutare anche a tenere bassa l’insulinemia che opera come fattore di crescita: spazio quindi ai cereali integrali soprattutto in associazione con i legumi verdure, semi e frutti oleaginosi; evitare pane bianco, dolciumi, patate, zucchero, riso bianco, i fiocchi di mais. Un discorso a parte va fatto per la frutta infatti per molti autori va selezionata con cura in quanto in essa ci sono sostanze che potrebbero ostacolare la guarigione dei pazienti ammalati come le poliamine (che aiutano la proliferazione cellulare, presenti negli agrumi, nelle banane, nei kiwi e nei frutti tropicali) e sostanze antiossidanti (che potrebbero ostacolare l’efficacia della terapia antitumorale che userebbe i radicali liberi per uccidere le cellule tumorali); per altri autori invece sarebbero necessarie 4 o più porzioni di frutta al giorno considerando che in alcuni studi la presenza di vitamine antiossidanti potenziava l’effetto di alcuni farmaci (tamoxifene e cisplatino). Il consiglio potrebbe essere quello di mangiare la frutta secondo abitudine selezionando quella di stagione e tipica del nostro territorio, cercando di variare il più possibile in modo da non eccedere con quelle varietà sconsigliate. Una delle evidenze più solida è che chi è in sovrappeso si ammala di più di vari tipi di tumore e chi si è ammalato ha più difficoltà a guarire e la restrizione calorica potrebbe essere uno strumento valido per tenere a bada anche glicemia, insulinemia lo stato infiammatorio e lo stress ossidativo, ma potrebbe non essere attuabile nei casi di malnutrizione gravi; in questi casi potrebbe essere utile effettuare brevi periodi di digiuno.
Medico_paziente Concluderei con i consigli dell’AIRC per affrontare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici e delle radiazioni:
Nausea e vomito
Spuntino: ecco la parola d’ordine per continuare a nutrirsi anche quando nausea e vomito non danno tregua. La soluzione migliore può essere quella di mangiare poco e spesso, spezzando i tre pasti principali in sei-otto snack al giorno. Meglio dimenticare i piatti troppo elaborati o pesanti. È più utile:
  • mettere sotto i denti cibi secchi, come pane e cereali integrali;
  • evitare i cibi con sapori e odori troppo forti;
  • mangiare cibi freschi invece di cibi caldi o piccanti;
  • evitare gli alimenti che sono troppo dolci, grassi, fritti o piccanti, come dessert e patatine fritte;
  • evitare troppi liquidi durante i pasti e assumere solo piccoli sorsi di liquidi per evitare di sentirsi pieni;
  • bere la maggior parte dei liquidi tra i pasti preferendo acqua e tisane tiepide (che noi vi consigliamo a base di zenzero);
  • mangiare a una tavola ben apparecchiata, ascoltando la musica preferita o insieme a qualcun altro.
Perdita di appetito
La perdita dell’appetito rischia di scatenare un vero effetto domino, portando con sé malnutrizione, stanchezza e perdita di peso. Per non cadere in questo circolo vizioso si possono adottare piccoli accorgimenti, come quelli già elencati, utili a combattere nausea e vomito. È inoltre fondamentale mantenersi fisicamente attivi il più possibile. Aiuta iniziare lentamente, e aumentare l’attività nel corso del tempo. A volte una breve passeggiata (anche solo di 10 minuti) un’ora prima dei pasti può aiutare a farsi tornare un po’ d’appetito.
Stipsi
Farmaci, scarsa attività fisica e nuove abitudini alimentari possono rendere l’intestino pigro. Per dargli la sveglia si può cominciare con una dieta ricca di acqua e fibre. La prima cosa da fare è bere 8-10 bicchieri al giorno tra acqua e bevande varie come tè o succo di prugne. Poi, una volta sentito il parere del medico, si può optare per cibi ricchi di fibre, come cereali integrali, verdura e frutta con la buccia. Per alleviare il malessere, può essere utile anche non esagerare con cibi che favoriscono la formazione di gas, come legumi, broccoli e cipolle, ma si possono mangiare a piccole dosi facendone delle creme. Contro la stipsi non aiutano né i chewing-gum, né le bevande gasate.
Diarrea
Oltre alla stitichezza, le cure antitumorali possono indurre anche il problema opposto, ovvero la diarrea, provocando disidratazione, perdita di peso, debolezza e scarso appetito. Anche in questo caso le raccomandazioni sono di bere lontano dai pasti e di mangiare piccoli pasti distribuiti durante la giornata. È un po’ più lunga, invece, la lista dei cibi cui bisogna prestare attenzione. È bene sapere che oltre a evitare i cibi grassi, fritti, o speziati, dolci, latte e latticini e le gomme da masticare, può essere utile mangiare alimenti ricchi di potassio e di sodio (come le minestre di verdure) e di fibre solubili (come il riso e i fiocchi d’avena), magari ridotti in crema.
Spossatezza
Per i malati affetti da cancro, la stanchezza e la mancanza di forze possono diventare scomode compagne di vita. Quando non basta dormire per ricaricare le pile e le normali attività quotidiane appaiono come ostacoli insormontabili, si parla di fatigue, una vera malattia nella malattia, che condiziona pesantemente la vita di tutti i giorni. Per combatterla la scelta più ovvia potrebbe sembrare quella di fare il pieno di dolciumi ricchi di zucchero, ma secondo gli esperti dell’American Cancer Society non è la cosa migliore: questi alimenti possono dare una carica immediata, ma l’effetto degli zuccheri svanisce rapidamente. Dopo c’è il rischio di sentirsi ancora più a terra e di nutrire il tumore che è “ghiotto” di zuccheri. Da qui il suggerimento di puntare su cibi integrali, legumi, fibre con un po’ di olio extravergine di oliva che aiutano a mantenere livelli di energia più stabili nel tempo. Per fare una merenda veloce e leggera si può mangiare una porzione di frutta essiccata o qualche noce, mandorla o nocciolina che, contenendo magnesio, aiutano a combattere la fatigue. Inoltre il tè è preferibile al caffè perché la sua teina è a lento rilascio (a differenza della caffeina) e svolge un’azione che si prolunga di più nel tempo.
Fastidi in bocca
Alcuni tipi di chemioterapia e la radioterapia localizzata su testa e collo possono ridurre il flusso di saliva e causare una fastidiosa secchezza della bocca, rendendo difficile la masticazione e la deglutizione. Per avere un po’ di sollievo può essere utile bere spesso e a piccoli sorsi, ma anche succhiare cubetti di ghiaccio e ghiaccioli alla frutta. Un altro utile suggerimento può essere quello di evitare cibi che richiedono una masticazione faticosa, come quelli più asciutti e che tendono a impastare la bocca (crackers, grissini e affini). Se il fastidio è accompagnato anche da piccole ulcere della mucosa orale, allora è meglio evitare tutto ciò che è troppo salato, speziato o caldo, così come i cibi secchi e duri (tra cui anche il pane integrale al quale preferire un pane di semola di gran duro), l’alcol o il caffè e preferire delle creme di cereali integrali o di legumi. Le cure possono provocare un sapore cattivo in bocca, amaro o metallico: sorseggiare dell’acqua con qualche goccia di limone può contribuire a eliminare questa fastidiosa sensazione.
Vampate
Le terapie ormonali, come quelle usate per la cura e la prevenzione dei tumori al seno, possono scatenare vampate di calore simili a quelle che compaiono in menopausa. Molte donne riferiscono che il disturbo è scatenato da tè, caffè o altre bevande contenenti caffeina, dall’alcol, dai cibi speziati, oltre che dal fumo, che è quindi meglio evitare. Può essere di aiuto mangiare legumi tra cui anche la soia.
Fonti BIBLIOGRAFIA
  • Fatati G. Dietetica e Nutrizione. Clinica, terapia e organizzazione. ” Neoplasie, alimentazione e malnutrizione”.Il pensiero scientifico editore, 2007.
  • Ovadia D. Stili di vita anticancro. www.airc.it
  • Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro Cancro. www.dietandcancerreport.org
  • Berrino F. La dieta per i malati oncologici. www.coachalimentare.it
  • Agnello E, Amerio ML. Nutrizione nel paziente oncologico. Rivista della Società Italiana di Medicina Generale.2011; 3.

Foto_Beatrice_girataDott.ssa Beatrice Giglioni – Biologo Nutrizionista Viale Roma, 1271 – 53025 Piancastagnaio (Si) mobile 338 5841427]]>

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