Amiatanews: 07/10/2019
Il progetto sperimentale è rivolto a residenti di Siena e dei Comuni limitrofi
Non si è “Mai soli” con l’assistenza domiciliare per i pazienti sottoposti a cure palliative. E’ quello che accade a Siena e nei Comuni limitrofi grazie a un progetto sperimentale, chiamato appunto “Mai soli”, finalizzato a rafforzare la presa in carico della persona malata nel fine vita, garantendo la continuità dell’assistenza nella propria abitazione nell’ambito delle cure palliative domiciliari.
Un progetto, questo, che consente di evitare il ricorso a interventi sanitari di emergenza urgenza inappropriati, accessi al Pronto Soccorso ed eventuali ricoveri in ospedale. Il domicilio diviene, quindi, il luogo di cura privilegiato per mantenere le proprie abitudini, i ritmi di vita, le relazioni e il contatto con le persone care.
Inoltre, allevia l’angoscia dei familiari in caso di improvviso aggravamento ed evita al malato ulteriori sofferenze. Per i familiari, e per coloro che si prendono cura del malato, significa ricevere la continuità dell’assistenza nei momenti di maggiore solitudine anche nelle ore notturne e nei giorni festivi.
“I familiari delle persone che si trovano in questa fase così delicata della loro vita hanno molto apprezzato il progetto – ha commentato la dottoressa Antonia Loiacono, responsabile dell’Unità Funzionale Cure Palliative dell’Ausl Toscana sud est – . Abbiamo ricevuto lettere dalle parole toccanti che ci hanno molto commosso. Per un familiare non c’è nulla di più prezioso della qualità della vita e del rispetto della dignità dei loro cari vinti dalla malattia”.
Il progetto è reso possibile grazie alla collaborazione tra Ausl Toscana sud est e il terzo settore, rappresentato dalla Quavio, un’associazione onlus che ha recepito la volontà dei gruppi dei donatori di sangue delle Contrade di Siena di voler intervenire sulla tematica dell’assistenza domiciliare con un contributo economico.
Il progetto, approvato dal Comitato Etico e dalla direzione aziendale della Sud Est, prevede il coinvolgimento degli infermieri, che già operavano in assistenza domiciliare attraverso il modello dell’infermiere “tutor assistenziale”.
“Questo modello si basa sull’identificazione dell’infermiere responsabile dei processi assistenziali, assicurando una relazione orientata alla persona e personalizzata sui bisogni attraverso la costante condivisione del progetto di assistenza infermieristica con il paziente e i familiari – ha spiegato Mariella Taccioli del dipartimento delle Professioni Infermieristiche e Ostetriche dell’Ausl Toscana Sud Est -. Ogni persona ha come riferimento assistenziale un infermiere tutor che garanttisce l’analisi dei bisogni, la pianificazione assistenziale con definizione di obiettivi e priorità, nonché la valutazione periodica degli esiti, concorrendo così alla presa in cura in team con gli altri professionisti” .
Il progetto viene attivato dal medico palliativista e dall’infermiere tutor in accordo con la famiglia coinvolta, nell’ultima parte del percorso. Da quel momento, l’infermiere tutor assicura la risposta ai bisogni assistenziali infermieristici h 24.
Da dicembre 2018 (data di attivazione del progetto) a giugno 2019 l’équipe di Cure Palliative ha seguito 175 persone, a cui sono stati assicurati 3.058 interventi infermieristici domiciliari finalizzati al controllo dei sintomi e della qualità della vita e garantendo continuità al bisogno assistenziale.
I dati estratti dal software di rilevazioni flussi di assistenza domiciliare “Insel mercato” evidenziano una sostanziale riduzione dei decessi avvenuti in ospedale dei pazienti presi in cura. Dal 17% del 2017 si passa al 7% del 2019, con tendenza ad ulteriore diminuzione.
Fonti.
Comunicato Stampa USL Sud Est Toscana del 09/10/2019