Amiatanews: Siena 23/09/2019
L’adolescente di 13 anni è stata refertata al pronto soccorso delle “Scotte” che le ha riconosciuto tre giorni di prognosi.
Lo ius corrigendi non può però contemplare ciò che prevedeva una volta: le botte costituiscono reato
Non è facile essere genitori ma alcune regole essenziali non possono non essere rispettate, perché si rischia anche di andare nei guai.
Una ragazzina di 13 anni è stata picchiata dalla madre per una diatriba concernente il troppo tempo che la minore trascorre a giocare col proprio telefonino, secondo una cattiva abitudine che ormai contagia molti. Se poi il tempo trascorso a baloccarsi con un cellulare di ultima generazione va a incidere in modo negativo su degli aspetti dell’educazione ai quali un genitore tiene particolarmente, è comprensibile che questi debba assumere una posizione di severità. Lo ius corrigendi non può però contemplare ciò che prevedeva una volta: le botte costituiscono reato. E la storia non finisce qui. Perché dopo aver preso la prima serie di percosse, che d’altra parte sembra avesse indotto la minore scagliandosi fisicamente contro la madre, secondo la versione di quest’ultima, la ragazzina si è presa poi la libertà di operare una rappresaglia, andando a danneggiare il bagno e degli strumenti di lavoro del compagno della madre separata. Dal momento che da cosa nasce cosa, la 13enne le avrebbe prese di nuovo, sebbene in maniera più blanda, rifugiandosi poi nel momento più critico in un esercizio pubblico, la cui titolare, a quel punto, ha chiamato i carabinieri della Stazione di Siena Viale Bracci affinché intervenissero. La ragazzina è stata sentita in audizione protetta ed è stato innescato il previsto codice rosa, con l’intervento delle varie figure che hanno l’obbligo di tutelarla. È stata refertata al pronto soccorso delle “Scotte” che le ha riconosciuto “solo” 3 giorni di prognosi. Il tutto è stato riferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena e i vari temi verranno ora approfonditi. Si tratta di una famiglia normale e l’episodio sembra rappresentare al momento un unicum, nel contesto di una famiglia tranquilla. La ragazza ha anche espressamente richiesto di tornare a casa, perché le soluzioni alternative le erano sembrate evidentemente meno favorevoli. Insomma non si tratta di una situazione semplice. Saranno necessari degli approfondimenti da parte dei carabinieri e di tutta una serie di altri soggetti, giusto per confermare che il mestiere del genitore è molto complesso e che, laddove falliscano l’arte della persuasione e l’autorità dei genitori, tutto si complica in maniera esponenziale.
Link utili Codice Rosa —> www.regione.toscana.it – codice-rosa
Fonti
Comunicato stampa del 24/09/2019