Toscana. Bando per l'occupazione da 3 milioni di Euro. Riconosciuta l'area di crisi dell'Amiata

Si stima che si possa dare una risposta occupazionale a oltre 1000 lavoratori Nel recente incontro in Regione un nuovo piano di sviluppo per l’Amiata, a partire dalla valorizzazione della risorsa geotermica. Nell’incontro del 16 maggio scorso tra i vertici regionali e alcuni Comuni dell’Amiata (Abbadia San Salvatore, Castell’Azzara, Castiglione D’Orcia, Piancastagnaio, Radicofani, Santa Fiora) tenutosi per discutere del problema occupazionale che sta vivendo la zona e per dar vita ad una riflessione sul futuro dell’antico vulcano, si è convenuto sulla redazione di un piano di sviluppo, quasi un secondo “Progetto Amiata”, a partire dalla valorizzazione della risorsa geotermica. A tal proposito il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, sottolineando che non tutti i sindaci sono stati invitati a partecipare, ha auspicato la creazione di «un tavolo a cui siedano tutte le amministrazioni dell’Amiata e non solo quelle dei comuni ex minerari». Anche Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso e presidente dell’Unione dei comuni dell’Amiata grossetana, considera l’incontro fiorentino «l’inizio di un percorso positivo, che tuttavia non può non coinvolgere anche gli altri comuni dell’Amiata». In una lettera aperta al presidente Rossi, Marini ha dunque sottolineato che «l’Amiata è una, ma possiede tante vocazioni», e come dunque la geotermia sia «una risorsa importante ma al pari di tante altre: agricoltura di qualità, impresa manifatturiera, terzo settore, turismo, patrimonio naturalistico e boschivo e serbatoio d’acqua». Secondo il sindaco di Arcidosso «Enel negli ultimi anni, a partire soprattutto dal protocollo del 2007, ha modificato il modo di rapportarsi con i territori dimostrando molta più attenzione. E la centrale di Bagnore 4 ne è la testimonianza concreta». Partendo da quanto conquistato negli anni, Marini sottolinea che «l’attività geotermica deve creare occupazione e lavoro» e auspica un “Progetto Amiata” che «non sia assistenzialismo, ma vera valorizzazione delle risorse». Piancastagnaio_Floramiata_800x600_09  rivart_saviola Nell’incontro è stato deciso di riconoscere l’area dell’antico vulcano, con apposito provvedimento di Giunta, come area di crisi regionale, un atto per consentire di attivare tutta una serie di premialità per le imprese sui bandi regionali, per i finanziamenti allo sviluppo e la possibilità di partecipazione al bando sui lavori di pubblica utilità a favore dei lavoratori privi di protezione sociale. Il bando è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale e prevede una serie di lavori di pubblica utilità. Fino al 31 luglio i soggetti pubblici che intendono presentare progetti possono fare domanda, sia per posta che on line, per interventi finalizzati all’occupabilità di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro e per contrastare la disoccupazione di lunga durata. L’intervento punta a fronteggiare le difficoltà legate al perdurare della crisi economica, con particolare attenzione alle aree di crisi già decretate dalla giunta, come Piombino, Livorno e Massa Carrara, cui si aggiunge l’area dell’Amiata. Al bando potrà partecipare anche l’area di Volterra, in particolare per la vicenda della Smith. Questo strumento, infatti, secondo le indicazioni approvate a suo tempo dalla giunta, è utilizzabile nei territori in cui si siano verificate procedure di licenziamento collettivo o cessazioni di attività per almeno 50 lavoratori di enrico_rossiuna stessa impresa. Grazie a questo bando si stima che si possa dare una risposta occupazionale a oltre 1000 lavoratori che, dopo la fine del progetto, potranno inoltre tornare ad usufruire dell’Aspi (l’ex indennità di disoccupazione) in ragione del periodo lavorativo svolto. “Per questo bando – spiega il Presidente della Regione Enrico Rossi – sono state stanziate risorse del bilancio regionale per 3 milioni di euro, per confermare ed estendere uno strumento che ha già dimostrato una sua utilità nel sostegno al reddito e nel contenimento delle situazioni sociali più critiche. La giunta prossimamente varerà, a favore di chi ha svolto lavori di pubblica utilità, un voucher formativo per favorirne il rientro nel mercato del lavoro. Solo continuando a sostenere i lavoratori in difficoltà e scongiurando ricadute sociali troppo pesanti  potremo portare avanti, insieme alle istituzioni locali e alle forze sociali, il lavoro già cominciato di rilancio dell’economia e dello sviluppo”. Gli ambiti di intervento su cui si potranno presentare i progetti sono:

  • valorizzazione del patrimonio ambientale, tutela degli assetti idrogeologici, bonifica delle aree industriali dismesse e interventi di bonifica dall’amianto;
  • valorizzazione del patrimonio pubblico urbano, extraurbano e rurale, compresa la relativa manutenzione straordinaria;
  • valorizzazione dei beni culturali e artistici anche mediante l’attività di salvaguardia, promozione, allestimento e custodia di mostre relative a prodotti, oggetti, attrezzature del territorio, nonché riordino o recupero e valorizzazione di beni archivistici, librari e artistici di interesse storico e culturale;
  • riordino straordinario di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico o amministrativo;
  • attività ausiliarie di tipo sociale a carattere temporaneo. 
A presentare i progetti dovranno essere, secondo specifiche modalità, le pubbliche amministrazioni,  anche con partner privati. In particolare, sono due le grandi tipologie di intervento:
  • la prima, che potrà contare su 2 milioni e 500 mila euro, riguarda le aree di crisi regionale, ovvero i Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto, Sassetta; Livorno, Collesalvetti, Rosignano Marittimo; i Comuni della Provincia di Massa Carrara.
  • l’altra tipologia di progetti, coinvolgerà, per circa 500 mila euro di contributi, i Comuni del resto della Toscana nei quali vi siano stati licenziamenti collettivi per almeno 50 lavoratori di una stessa impresa, oppure cessazioni di attività che abbiano coinvolto almeno 50 lavoratori di una stessa impresa.
Novità L’avviso introduce una quota di contributo a carico della Regione del 65%.  Una decisione presa anche grazie ad un confronto con i Comuni. Si è inoltre deciso di inserire la previsione che almeno il 50% dei progetti debba riguardare lavoratori licenziati. Terza novità, l’ampliamento dei soggetti che possono presentare i progetti e di coloro che possono partecipare al partenariato con una o più amministrazioni pubbliche. Fra questi, anche le controllate dei Comuni a vario titolo, enti in house, cooperative, associazioni, fondazioni, consorzi no profit. La quota di finanziamento è pari a 6.500 euro per ciascun lavoratore assunto, mentre la parte restante è a carico del soggetto attuatore. L’impegno del lavoratore dovrà essere riferito ad un impegno settimanale non superiore a 20 ore per un massimo di 12 mesi, (proporzionalmente ridotto in funzione delle ore indicate dal contratto). Per la prima tipologia di progetti (aree crisi) l’importo finanziabile va da un minimo di 50 ad un massimo di 600 mila euro. Per la seconda (licenziamenti collettivi) si va da 50 mila a 150 mila euro a progetto. L’intervista a Fabrizio Tondi, Sindaco di Abbadia San Salvatore e Presidente pro tempore dell?unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, in occasione dell’VIII^ Giornata Nazionale delle Miniere del 28/05/2016 ]]>

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