Toscana. Codice del Commercio, via libera alla nuova legge regionale. Simone Bezzini."

L’aula del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il nuovo Codice del Commercio della Regione Toscana a termine di un dibattito franco e partecipato.

“Con questa norma si riconosce un nuovo valore al commercio: c’é un segno politico diverso rispetto alla tendenza alla deregolamentazione del settore dominante negli ultimi anni in Italia, si punta su regolazione e concertazione. E lo si fa senza dirigismo, anzi spingendo verso la semplificazione, ma sempre con la consapevolezza che il mercato e i cambiamenti richiedano moderne politiche pubbliche tese a mitigare le distorsioni e gli squilibri che spesso si producono – spiega Simone Bezzini, primo firmatario di un ordine del giorno collegato alla legge –.  È fondamentale considerare la funzione sociale di qualificazione del tessuto urbano che il commercio svolge soprattutto in alcuni contesti. In relazione a questo abbiamo presentato un ordine del giorno che impegna la Giunta in tempi rapidi a predisporre misure per dare attuazione alle previsioni degli articoli 25, 110 e 111: mi riferisco al contrasto ai fenomeni di desertificazione del commercio al dettaglio in aree rurali e montane, allo sviluppo di ulteriori iniziative per supportare i Centri Commerciali Naturali e soprattutto alle azioni per sostenere i comuni che intenderanno usufruire delle possibilità che la legge prevede per tutelare le aree di particolare interesse per situazioni di pregio da salvaguardare, di criticità della rete commerciale da affrontare e di degrado da contrastare. Nessuno ha la bacchetta magica rispetto a fenomeni di trasformazione globale e non aspettatevi che la nuova norma abbia una funzione salvifica. La direzione presa però, nei limiti del possibile, é quella giusta”.

In particolare, il nuovo codice introduce alcune innovazioni come l’obbligo di applicazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali; sul commercio in sede fissa, per le medie e grandi strutture di vendita si prevede l’insediabilità solo in aree per commercio al dettaglio, con l’obbligo di contestualità tra autorizzazione amministrativa e titolo abilitativo edilizio; per le grandi strutture, invece, la decisione è demandata alle valutazioni di sostenibilità. Si introduce la disciplina dei temporary store, intesi come esercizi di vicinato per attività di vendita, dalla durata non superiore a 90 giorni, anche effettuate da aziende di produzione di beni interessate alla vendita diretta dal produttore al consumatore e alla promozione del proprio marchio, anche in occasione di eventi particolari e per la medesima durata dell’evento.


Fonti. Comunicato Stampa Siena del 07/11/2018]]>

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