Toscana. Espansione della geotermia anche nel P.R.S.

Definito “l’architrave delle politiche regionali”, il Prs individua ventisei progetti (e 6,4 miliardi di risorse regionali) Il progetto “Contrasto ai cambiamenti climatici, si legge nel Prs, si concentra in particolare «sullo sviluppo della produzione energetica derivante dalle risorse geotermiche che rappresentano, uniche in Italia, un asset produttivo di rilevanza strategica. Promuovere lo sviluppo della fonte geotermica può significare infatti contribuire alla crescita socio-economica ed occupazionale dei territori e, più in generale del sistema economico e produttivo toscano». Ulteriore doccia fredda, per non dire gelata, su chi pensava che la moratoria regionale di sei mesi sulla geotermia e il documento Marras (dal nome del capogruppo PD in Consiglio Regionale che l’ha presentato) potessero costituire un ripensamento su indirizzi e obiettivi in cui trovassero maggiore spazio le aspettative e le esigenze dei cittadini e delle amministrazioni locali interessate. Già nel PAER (Piano Ambientale ed Energetico Regionale), varato dalla regione Toscana l’11 febbraio 2015, l’obiettivo del Burden Sharing è prevalentemente orientato all’incremento di energia elettrica dalla geotermia (rispetto al 2011 si prevede un incremento di 68,7 ktep pari a nuovi impianti per 113,7 MW), sottostimando il contributo del fotovoltaico. In data 15.12.2015 la Giunta Regionale Toscana ha approvato delle norme per l’inserimento degli impianti nel territorio praticamente insussistenti (lasciando larga discrezionalità alla Giunta nelle autorizzazioni), senza  attendere gli esiti della “riforma del settore geotermico” richiesto dalla Risoluzione parlamentare del 15.04.2015 verso il Governo, che è attualmente in corso. Nelle stime della regione al 2020, la quota assegnata alla geotermia è stata ulteriormente aumentata in seguito all’accordo con la Rete Geotermica (145,1 ktep di incremento pari a nuovi impianti per 225 MW di cui 150MW da assegnare ai permessi di ricerca e 15MW alle centrali pilota). Arriva ora da parte della Giunta regionale della Toscana la proposta del nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS) relativo al quinquennio 2016-2020, sul quale sarà chiamato ad esprimersi il Consiglio Regionale. Definito “l’architrave delle politiche regionali”, il Prs individua ventisei progetti (e 6,4 miliardi di risorse regionali): «Progetti concreti su cui lavorare», sottolinea il presidente Rossi, che intervengono su molteplici temi, dall’occupazione allo sviluppo economico, dall’ambiente e l’energia alla scuola e l’università, dal contrasto alla povertà ad uno stop deciso al consumo di suolo. Per quanto riguarda i temi ambientali e in particolare le misure per favorire l’uso efficiente delle risorse e ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’obiettivo 3 (ovvero: ridurre del 20% le emissioni di gas serra; portare al 20% il consumo energetico proveniente da fonti rinnovabili; migliorare l’efficienza energetica del 20%) è perseguito dal progetto “Contrasto ai cambiamenti climatici”,  la cui finalità è quella di sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, attraverso un uso più efficiente delle risorse energetiche e della materia in generale e la diffusione delle energie rinnovabili e delle tecnologie a queste collegate. Il progetto, si legge nel Prs, si concentra in particolare «sullo sviluppo della produzione energetica derivante dalle risorse geotermiche che rappresentano, uniche in Italia, un asset produttivo di rilevanza strategica. Promuovere lo sviluppo della fonte geotermica può significare infatti contribuire alla crescita socio-economica ed occupazionale dei territori e, più in generale del sistema economico e produttivo toscano». Nel dettaglio, il Prs prevede: «L’introduzione di tecnologie sempre più sostenibili, compatibili comunque con le vocazioni dei territori; l’incremento di forme di recupero energetico, già in parte avviate con impianti di teleriscaldamento, e di forme di utilizzo del calore a fini produttivi; una maggiore sinergia tra gli stakeholders, tra cui i Comuni geotermici, i loro consorzi ed i soggetti privati titolari dei titoli abilitativi, funzionali ad una sostenibilità ambientale della produzione geotermoelettrica». Per guanto riguarda in particolare lo “sviluppo della risorsa geotermica”, il Piano regionale di sviluppo, anticipa la prossima «definizione di un programma di “saturazione” della potenza geotermoelettrica installata con i gestori delle concessioni, a partire dalla revisione dell’Accordo sulla geotermia del 20 dicembre 2007 sottoscritto con Enel spa. Il programma, sulla base del quale costruire il nuovo Accordo, potrà favorire una potenza aggiuntiva, rispetto all’attuale, che, partendo dalle centrali esistent,i consenta di: favorire l’efficientamento ed il potenziamento delle centrali esistenti; ridurre al massimo gli impatti ambientali attraverso l’introduzione delle migliori tecnologie disponibili». La Giunta individua inoltre la necessità di elaborare «un programma di sviluppo della media entalpia, mediante la definizione di un Accordo con i Comuni interessati, funzionale a consentire attività di ricerca volte a favorire la realizzazione di piccole centrali di potenza massima 5 MW», nonché quella di predisporre «un progetto, con il coinvolgimento di CoSviG, volto alla creazione di una filiera produttiva, anche di tipo agricolo, a valle delle centrali esistenti e di nuova realizzazione».]]>

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