Toscana. Inizia la sQuola: non buttiamo in cielo un passero senza ali, in fondo, alla scuola ci si va con le scarpe.

Inizia l’anno scolastico in Toscana, che terminerà il 10 Giugno prossimo Ma c’è chi alla scuola va tra la guerra, vivo tra le macerie di uno dei tanti terremoti nel mondo, tra uomini vestiti di nero col mitragliatore ben appoggiato al petto, schiavi di dittatori nucleari e narcotrafficanti. In Italia, tornare all’abbecedario, è troppo (…forse), ma il resto…è troppo anch’esso. Si riparte…come si dice ogni tanto…ma poi per dove?!?! Stavolta non sono vacanze, cari ragazzi… la ripartenza è quella della squola…anzi…della scuola! Per alcuni è il primo giorno di un’avventura comunque attesa, quasi ingelositi nel vedere, fino a ieri, gli altri “più grandi”, entrare da quell’entrone che spalanca verso un mondo nuovo; per chi invece, la strada la conosce, saprà quel che fare, forse. Eppure, fino al 1977, alla scuola ci s’andava tutti il 1° Ottobre, San Remigio, al punto che chi era scolaro per la prima volta, prendeva proprio il nome di “Remigino”. Ancor oggi, nonni e genitori più grandicelli, penseranno a questo, rivivendo negli occhi e nei comportamenti dei loro ragazzi, di ogni età, questa particolarità, pensando al tempo che passa attraverso quei ricorsi storici vichiani che gli studenti impareranno a conoscere.


L’augurio di un buon anno scolastico è per tutti, scolari e maestri, studenti e professori, genitori e nonni, presidi e responsabili. L’augurio affinché sia un anno dove famiglia e scuola, ricordino il proprio ruolo, che non sostituisce ma integra, dove lo studente sia protagonista della propria vita passando per l’ascolto e la conoscenza per raggiungere la propria libertà intellettuale, vera espressione della forza della mente e dell’anima, da non essere confusa e ombrata da guidate astensioni al lavoro o manifestazioni perditempo. C’è bisogno del giovane che diventi uomo e non di uomini che diventino giovani; c’è bisogno di futuro e non di passato; c’è bisogno di proposta e non di protesta. C’è bisogno di alunni che imparino e liberino la propria conoscenza a volare sopra quelle brutte scuole sbagliate e perditempo, che ci sono… e ci sono. Giovani che devono andare oltre, non farsi legare alla catena dell’inefficienza di alcuni istituti, legati al pessimo opportunismo di cosiddetti dirigenti scolastici che vogliono dirigere altri ma non se stessi, giudicando vite. alunno_siria Ma si… aspettiamo i prossimi scioperi, magari al primo ponte, per la carta igienica mancante o il colore delle mattonelle che non piace, oppure per il salario dello stato o per una mobilità non gradita. Forse sarebbe meglio pensare a chi alla scuola va tra la guerra, vivo tra le macerie di uno dei tanti terremoti nel mondo, tra uomini vestiti di nero col mitragliatore ben appoggiato al petto, schiavi di dittatori nucleari e narcotrafficanti. Ci vanno a piedi…a piedi nudi, tra la polvere, senza fiocco, col lapis di un colore solo, tenuto di conto senza farlo mai cadere; forse con un tozzo di pane ammuffito e un vestito usato ricevuto da qualche volontario che invece ci va senza fiocco, perché qualche politico ha detto che la divisa (grembiule e fiocco) non è segno di libertà e democrazia. E da quelle scuole nascono comunque ingegneri, medici, architetti, scienziati, letterati, scrittori… uomini comunque. Un San Filippo Neri, un Don Milani, un Don Bosco, una Montessori, un Don Luigi Sturzo, per stare ai tempi più recenti o a noti personalità, sarebbero  una “buona scuola”; uomini e donne che hanno creato e riformato la nostra scuola, dimenticati su carta moneta ormai non più in circolazione. Così come Alberto Manzi e Carlo Piantoni che negli anni ’60 insegnavano alla nazione e con metodo, le nozioni della lingua e della matematica. Rivolgiamo lo sguardo a loro che non sono passato, ma insegnamento che rinnova il presente e il futuro, al cospetto di una scuola che ancora non si ritrova nell’essenza, schiava di progetti e progettini che non fanno altro che presupporre insegnamento migliore, di qualità e completezza da affiancare a libri sempre meno sfogliati. Tornare all’abbecedario, è troppo (…forse), ma il resto…è troppo anch’esso. In fondo, tutto dovremmo sapere…di non sapere. Comunque la pensiate ragazzi, ricordatevi che gli anni della scuola non torneranno più; viveteli bene, col giusto atteggiamento, con divertimento e con studio. Avrete amici per sempre. I buoni maestri, insegnanti e professori sono il vostro faro: non perdetelo di vista. Buona Scuola a tutti. “Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttao in cielo un passerotto senz’ali” don_milani_frase_lavagna]]>

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