Amiatanews: Firenze 30/03/2021
“L’iniziativa può essere utile a farci fare un ulteriore salto di qualità nella cura dei pazienti oncologici, soprattutto a domicilio e nei territori dove vivono”
(Riprendiamo da Toscana Notizie, Agenzia di Informazione della Giunta Regionale) Articolo del 30/03/2021 di Maria Antonietta Cruciata
Al via un progetto sperimentale di riorganizzazione delle attività oncologiche a livello territoriale, proposto, coordinato e monitorato da Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica).
La riorganizzazione delle attività oncologiche, resa necessaria in relazione alla gestione dell’emergenza Covid, ha determinato la messa in atto di alcune soluzioni organizzative, attraverso l’attivazione di modelli sperimentali di presa in carico a distanza, a livello territoriale e domiciliare, del paziente con tumore.
Ne è conseguita da parte di Ispro una proposta di progetto (approvata di recente dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla sanità Simone Bezzini), per arrivare a un modello organizzativo omogeneo in tutta la Toscana, con l’obiettivo di capitalizzare l’esperienza maturata nella gestione della fase di emergenza sanitaria determinata dal Covid, e di ridefinire l’organizzazione complessiva dell’assistenza oncologica nell’ambito del servizio sanitario regionale, promuovendo lo sviluppo e la disponibilità di competenze adeguate per la gestione delle persone con tumore, anche al di fuori dell’ospedale, andando così a rafforzare la rete oncologica oltre la sua stessa logica organizzativa di integrazione ospedale-territorio a oggi utilizzata.
“L’esperienza di Ispro può essere utile a farci fare un ulteriore salto di qualità nella cura dei pazienti oncologici, soprattutto a domicilio e nei territori dove vivono, laddove abbiano bisogno di essere particolarmente seguiti anche sul piano psicologico, riabilitativo e nutrizionale per esempio – spiega il presidente Eugenio Giani -. La rete oncologica, che fa capo a Ispro, può fare molto, visto che il processo di integrazione e collaborazione tra l’alta intensità di cura ospedaliera e la presa in carico delle strutture territoriali ha permesso a oggi ottimi risultati. La pandemia ci ha costretto a rivedere i modelli organizzativi tradizionali sperimentandone altri, che perfezionati in modo omogeneo e diffusi nei singoli territori, ci offrono una nuova strada da percorrere a vantaggio dell’assistenza più ampia possibile del malato oncologico”.
“Al termine della progetto, Ispro produrrà un documento tecnico con i risultati della sperimentazione e l’indicazione dei requisiti organizzativi del modello e i relativi indicatori di monitoraggio – commenta l’assessore Bezzini -. Questo documento sarà messo a nostra disposizione per l’eventuale adozione a regime del modello e la progressiva estensione e a tutto il territorio. Il nostro obiettivo è rafforzare la rete oncologica a livello territoriale in raccordo con gli ospedali di riferimento per fornire risposte coerenti e proporzionate al reale fabbisogno espresso dai pazienti oncologici”.
“In Italia come in Toscana i casi tumorali registrati hanno fatto emergere bisogni assistenziali molto diversi tra loro, dall’alta intensità di cura ospedaliera alla presa in carico terapeutica, riabilitativa e sociale a livello territoriale – aggiunge Gianni Amunni, direttore generale di Ispro -. Le competenze oncologiche che abbiamo, in ospedale come sul territorio in stretta collaborazione con la medicina generale, hanno dovuto confrontarsi con una sfida epocale dovuta al Covid. La difficoltà del momento e la necessità di riorganizzarsi velocemente, per continuare a garantire l’assistenza clinica e la continuità della cura dei pazienti oncologici fuori dall’ospedale, ci ha offerto l’opportunità di sperimentare nuovi modelli organizzativi per una gestione sempre più adeguata dei percorsi di controllo nel corso della terapia dopo l’intervento clinico”.
Il progetto sperimentale di Ispro, della durata di 12 mesi, per un costo complessivo di 290mila euro, prevede di: identificare le attività prioritariamente candidate alla delocalizzazione e le competenze attribuite all’oncologo territoriale per ciascuna di esse; identificare le tipologie, non esaustive, di pazienti oncologici sulle quali focalizzare l’attenzione circa un’eventuale richiesta di inserimento in uno dei luoghi previsti per le cure intermedie; realizzare il progetto in tre Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) di medici di medicina generale, una per ciascuna delle 3 Aree vaste (Centro, Nord Ovest, Sud Est).
La programmazione, il coordinamento complessivo e monitoraggio del progetto è affidato a Ispro in collaborazione con il Coordinamento dei Dipartimenti oncologici, e con i settori regionali competenti (Qualità dei servizi e reti cliniche, Organizzazione delle cure e percorsi cronicità, Sanità digitale e innovazione) e con l’apporto del Laboratorio MeS.