Val di Chiana. L’aglione iscritto nel Repertorio regionale e all’Anagrafe agrobiodiversità

Amiatanews: Firenze 08/02/2021
Salvato dall’estinzione assieme al Grano 23, varietà di frumento tener

L’Aglione della Val di Chiana, così come il Grano 23, sotto tutela; entrambi i prodotti rischiavano una possibile estinzione ma oggi, grazie all’iscrizione nel Repertorio Regionale e all’Anagrafe Nazionale dell’Agrobiodiversità, può rappresentare una nuova occasione di sviluppo per l’agricoltura toscana.
Un’azione che costituisce il primo importante passo per la messa in sicurezza di un patrimonio unico per il più conosciuto condimento dei  picii, già conosciuto come “Prodotto tradizionale agroalimentare” anche a livello nazionale.

L’Aglione (foto di copertina www.aglione.it) è una varietà locale che appartiene alla specie Allium ampeloprasum var. Holmense (Mill.) Asch. et Graebn, da non confondersi con l’aglio (specie Allium sativum).
La pianta si caratterizza per spicchi molto più grandi di quelli dell’aglio comune, che arrivano a pesare 70-80g, e i bulbi superano normalmente I 500g. Più dolce e molto meno invasivo dell’aglio, è presente in molte ricette della tradizione toscana. Una volta provato è difficile farne a meno.
Salvato da alcuni agricoltori locali, è stato riscoperto, recuperato e valorizzato dagli agricoltori e dagli enti locali e dalle loro associazioni e consorzi; tuttavia risulta ancora a rischio di estinzione. 

Stessa scelta anche per il Grano 23, varietà di frumento tener (inizialmente nota come “Avanzi 3”), una farina particolarmente idonea a prodotti poco lievitati, ben rappresentati nei numerosi PAT (prodotti agroalimentari tradizionali) appartenenti al territorio della Lunigiana. 

“La salvaguardia delle varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi e delle razze animali autoctone  è uno dei fondamenti delle nostre politiche agricole – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Proteggere dal rischio di estinzione e valorizzare questo patrimonio di biodiversità è elemento irrinunciabile della nostra strategia, volta a garantire l’identità di un territorio, la sua cultura rurale, il lavoro  degli agricoltori che ci vivono e delle loro comunità. Ma oggi fondamentale è anche l’impegno a reimmettere queste varietà, o almeno alcune di queste, in un circuito produttivo.  La loro presenza non solo può sostenere attività di rilancio economico, specie nelle zone considerate marginale, ma anche rafforzare l’immagine della Toscana come luogo di qualità grazie all’equilibrio fra ambiente, agricoltura e attività dell’uomo, un vero e proprio agroecosistema”. 

Ad oggi sono oltre 700, su un totale di 880, le varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi autoctoni e razze animali della Toscana che, rischiando di scomparire, sono state mantenute in vita grazie al sistema di salvaguardia della biodiversità agricola della Regione Toscana, sistema basato sulla azione dei “Coltivatori custodi” e  sulle  “Banche del germoplasma”.

Ulteriori approfondimenti sull’aglione: www.aglione.it

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