Per il Consorzio, l’emergenza non è solo nelle vigne, ma è a rischio anche il ciclo vitale dei boschi e la prossima stagione turistica nella campagna senese In merito all’emergenza ungulati, il Consorzio del vino Orcia esprime pieno appoggio all’ATC Siena (Ambiti Territoriali di Caccia), che lo scorso 13 ottobre aveva fatto appello a tutte le associazioni agricole, ai consorzi di tutela dei vini e ai cacciatori per denunciare gli insufficienti piani di abbattimento che la Regione stabilisce. La Presidente del Consorzio vino Orcia, Donatella Cinelli Colombini, già aveva più volte espresso molta preoccupazione a riguardo di questa paradossale situazione “I nostri vigneti sono letteralmente depredati dai cinghiali. Come è ben noto, in Toscana la selvaggina di grandi dimensioni è 4 volte superiore alla media nazionale ed è concentrata nella Provincia di Siena dove, per anni, il contenimento degli ungulati è stato particolarmente carente.” Nonostante le proteste degli agricoltori, i piani di caccia proposti dall’ATC Siena (l’ultimo approvato riguarda il daino) e l’ultima azione che la Regione ha compiuto dotandosi di una buona legge con precisi obiettivi di riduzione della presenza di queste specie, lo scenario gestionale non sembra tendere al cambiamento. Il principale ostacolo è rappresentato dai pareri dell’ISPRA (Istituto Nazionale per la Ricerca e Protezione Ambientale), davanti ai quali gli enti preposti alla gestione caccia e al risarcimento dei danni rimangono impotenti. Questo Ente Nazionale, completamente distaccato dalla realtà locale, continua a defalcare i piani di abbattimento degli ungulati, provocando la frustrazione degli ATC. Come il Consorzio Orcia, anche l’Associazione Avito, che rappresenta circa 5mila aziende vitivinicole e il 70 % della produzione vinicola toscana, condivide la mozione del Consiglio Regionale dello scorso 14 settembre 2016 in cui si chiede di riconoscere, oltre ai pareri di ISPRA, quelli di autorevoli istituti come il CIRD e MAF. L’emergenza ungulati è già costata, negli ultimi cinque anni, 100milioni di euro di danni all’agricoltura ed è la causa di 3 incidenti stradali al giorno. Secondo Coldiretti Toscana sono 450 mila gli esemplari a “piede libero”, il 70% sono cinghiali colpevoli di contribuire all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco provocando anche danni ambientali. La minaccia degli ungulati rischia di incidere fortemente anche sul settore turistico, forza trainate dell’economica nella provincia di Siena e nel territorio di produzione del vino Orcia. Sempre più spesso veniamo a conoscenza di disavventure di turisti messi in fuga dai cinghiali o addirittura aggrediti. Basti pensare che il 65% delle aziende produttrici di vino Orcia possiede anche un agriturismo e coloro che scelgono di trascorrere le vacanze negli agriturismi della campagna toscana, molto frequentemente si imbattono in queste bestie selvatiche, che potrebbero trasformare un lieto soggiorno in una brutta esperienza. Sono rischio anche tutte le attività turistiche connesse alla campagna, il trekking, le passeggiate in bicicletta insomma il cosiddetto slow tourism. Dunque la situazione è grave e pericolosa. Non si tratta dei soli prodotti agricoli, di cui gli ungulati puntualmente si alimentano, ma la questione riguarda anche la sicurezza pubblica e l’economia turistica del nostro territorio.
Fonti Comunicato stampa – Consorzio del vino Orcia del 28/11/2016]]>