Val d'Orcia. Il Ministero dei Beni Culturali ha posto il provvedimento di tutela sulla Quercia delle Checche.

Grande soddisfazione del Comitato a tutela, attraverso una nota stampa diffusa nelle ultime ore. Nel Maggio 2016, la Sottosegretario ai Beni Culturali e Paesaggistici Ilaria Borletti Buitoni visitò la “Querciona” Riconoscimento importantissimo quello per la “Quercia delle Checche” e felicità per il comitato a salvaguardia che, attraverso la sua coordinatrice, Nicoletta Innocenti, ha dato ieri la notizia ufficiale del decreto di tutela dal Ministero dei Beni Culturali per la splendida pianta valdorciana di circa 370 anni, deturpata il giorno di Ferragosto 2014, da vandali delinquenti che vigliaccamente provocarono la rottura di alcuni rami per la stupida volontà di salirvi sopra. Un riconoscimento, quello ministeriale, che assume ancora più importanza visto anche il fatto che è la prima volta che un cosiddetto “monumento verde” verrà difeso e tutelato alla stregua di un edificio storico e artistico, venne deturpata da alcuni vandali che salendoci sopra ne provocarono la rottura di alcuni rami della pianta di oltre 370 anni di età. Ma, più delle nostre, sono le parole contenute nella nota stampa di Nicoletta Innocenti e che riportiamo integralmente, per non toglier nulla a un sentimento profondo di rispetto per l’ambiente in generale e per la unicità della Quercia, rimasta comunque bellissima, pur menomata. Parole che vanno ben oltre il riconoscimento, con assunzione di responsabilità e proposte per la tutela e un futuro nuovo e consapevole per la “Querciona”, uno dei simboli della Val d’Orcia, conosciuto a livello internazionale. Ilaria_Borletti_Quercia_delle_Checche

E’ con vera gioia, e con una certa emozione, che comunichiamo che il Ministero dei Beni Culturali ha posto il provvedimento di tutela sulla Quercia delle Checche.   Si apre con la nostra esperienza una nuove generazione di tutele nella direzione di un sempre maggiore rispetto per l’ambiente.  Si tratta della prima volta che in Italia un monumento verde venga tutelato alla stregua di una chiesa, un castello, un palazzo storico. La Val d’Orcia con la magnifica Quercia delle Checche costituisce il prototipo dell’evoluzione del concetto di monumento. Da termine applicato ad un manufatto artistico monumento transla e attribuisce il proprio senso ad una matriarca di oltre 370 anni, certamente vetusta e maestosa, ma anche straordinariamente viva, percepita dalle popolazioni come simbolo dello spirito identitario di un territorio, valore storio e antropologico del vissuto di generazioni e culture. A ciò crede fortemente il Sottosegretario ai Beni Culturali con delega al Paesaggio Ilaria Borletti Buitoni, promotrice con il Ministro Franceschini dell’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio, che il 20 maggio dell’anno passato su nostra richiesta e sollecitazione effettuò un sopralluogo alla Quercia delle Checche. Siamo consapevoli della responsabilità che tale riconoscimento attribuisce a tutti noi che in questi tre anni abbiamo fatto della salvaguardia della Quercia delle Checche un modello di comportamento partecipativo nell’ambito di una idea di progettualità del destino delle nostre terre, che passa principalmente attraverso l’impegno e la condivisione. Ora è necessario operare non meno tenacemente perché la salvaguardia divenga concretamente operativa con la costituzione di un comitato tecnico-scientifico che sappia monitorare lo stato di salute dell’albero, valutando i rischi di perdita di equilibrio statico, protezione dall’aggressione di agenti patogeni, opportunità di ossigenazione e pacciamatura del suolo, forme di tutela rispetto al rischio che comportamenti incongrui possano lesionare nuovamente le grandi branche. Sarà necessario attribuire al Comitato locale S.O.S. QUERCIA DELLE CHECCHE un riconoscimento formale che consenta di continuare a svolgere in forma volontaristica, così come fatto fino ad oggi, tutti i lavori di manutenzione ordinaria dell’area. Sarà opportuno circoscrivere nuovamente il perimetro dell’area come indicato nel decreto di tutela e come consigliato dal dott. Daniele Zanzi, in ragione anche di un apparato radicale esteso che non può correre il rischio di subire danni in ragione di agenti chimici o fisici alteranti. Riteniamo inoltre doverosa la realizzazione di pannelli informativi, in italiano e in inglese, al fine di fornire elementi utili alla percezione di questo straordinario monumento verde, oltrechè invitare i visitatori al rispetto e alla cura. Il nostro obiettivo è inoltre quello di coinvolgere le scuole elementari e medie in specifiche attività didattiche e giungere, quando sarà possibile anche in virtù di eventuali sostenitori, alla realizzazione di una pubblicazione monografica sulla Quercia delle Checche che raccolga tutte le testimonianze, fotografiche, orali e testuali, emerse in questi anni di ricerca e grande coinvolgimento emotivo ed affettivo verso la Querciona.

Di seguito la cronistoria degli accadimenti relativi alla Quercia delle Checche

La Quercia delle Checche, uno degli alberi più antichi d’Italia, ha subito nel pomeriggio del 15 agosto 2014, per cause purtroppo attribuibili all’incuria dell’uomo e all’assenza di sensibilità e rispetto di taluni verso lo straordinario ambiente che ci circonda, il grave distaccamento di una grande branca costituente una parte cospicua del volume della pianta. Dalle ore immediatamente successive a tale evento si è avviata spontaneamente una importante mobilitazione popolare concretizzatasi in un gruppo fb che oggi annovera oltre 4.450 iscritti. Il gruppo S.O.S. QUERCIA DELLE CHECCHE, con la propria modalità determinata e propositiva, ha cercato da subito di raccordarsi con le istituzioni locali, creando informazione e sensibilizzazione versoi cittadini, condividendo scelte, consultando esperti e tecnici del settore degli alberi monumentali. Il comitato, con il volontariato e con la propria quotidiana dedizione ha inoltre costituito un’importante risorsa per le soluzioni adottate sia durante la fase emergenziale che durante i quasi tre anni di manutenzione ordinaria dell’area. E’ emerso dai primi contatti con la Regione Toscana che la Quercia delle Checche non era stata inserita, pur essendo stata censita dal Corpo Forestale dello Stato, nell’elenco regionale delle piante monumentali sottoposte a tutela. La proprietà risultava privata e il Comune di Pienza, competente territorialmente, non aveva mai avviato un percorso di acquisizione o cessione da parte della proprietà. www.amiatanews.it Il primo importante distaccamento della grande branca si aggravò per gravità durante la settimana successiva, in assenza di interventi tempestivi da parte di privato e istituzioni, e si fu così costretti ad eseguire una dolorosa amputazione della branca rivolta verso il fiume Orcia. Operarono il taglio gli arboricoltori della SIA il 9 settembre 2014. Poi il nulla per mesi. Dopo numerosissime sollecitazioni da parte del comitato locale S.O.S. QUERCIA DELLE CHECCHE  il Comune di Pienza inviò alla Regione Toscana la richiesta di inserimento della Quercia delle Checche nell’elenco regionale delle piante monumentali, ma senza programmare interventi di natura strutturare e di indagine sullo stato di salute della quercia, limitandosi a transennare l’area. Il 18 settembre 2014 fu presentata al Ministro Franceschini da parte del deputato Michele Anzaldi una interrogazione parlamentare. Il 14 novembre 2014 il consigliere regionale Mauro Romanello presentò alla giunta regionale e al Presidente Rossi analoga interrogazione. La stampa locale e nazionale pubblica copiosamente articoli relativi alla Quercia delle Checche e alle sollecitazioni che il Comitato locale produce verso Comune di Pienza e Regione Toscana.  Il 31 agosto 2014 esce un bell’articolo su La Repubblica a firma Pippo Russo. A gennaio 2015, grazie all’amico vivaista Enzo Margheriti, avemmo l’opportunità di conoscere Daniele Zanzi, agronomo e dottore forestale di fama internazionale, il quale si appassionò alla nostra causa, tanto da redigere una importante relazione sullo stato di salute della quercia e formulare le prime ipotesi sulle cause del distaccamento della grande branca. Le informazioni da noi raccolte, anche pareri illustri di accademici e botanici, profilavano ipotesi di grave rischio per la nostra matriarca, soprattutto si temeva e tutt’ora si teme, in assenza di analisi e costante monitoraggio dello stato di salute, il rischio di sbilanciamento in ragione di una sostanziale perdita del proprio equilibrio naturale. Ancora oggi urge uno studio che valuti la nuova distribuzione dei carichi, la nuova reazione e relazione della quercia ai venti, l’eventuale rischio di attacco da parte di agenti patogeni nell’area del distaccamento della branca e quant’altro possa determinare la necessità di interventi a protezione della patriarca della Val d’Orcia. Il 12 gennaio 2015 il Comune di Pienza convoca un comitato d’emergenza sono presenti alcuni esperti per le prime valutazioni, noi richiediamo la presenza del dott. Zanzi e siamo invitati come Comitato locale a partecipare ai lavori. La riunione si chiude con un nulla di fatto per divergenza di opinioni. Successivamente il Comune avvierà la pratiche per l’acquisizione dell’area da parte del privato, iter che a tutt’oggi non è dato sapere se si è concluso dato che non abbiamo ancora ricevuto risposta alla richiesta presentata da Italia Nostra di accesso agli atti. Nella primavera del 2016 preoccupati dell’immobilismo da parte delle istituzioni in cui versa il destino della Quercia_delle_Checche_03Quercia delle Checche, prendiamo contatto con il Ministero dei Beni Culturali nella figura del Sottosegretario con delega all’Ambiente. Il 20 maggio 2016 il Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni viene a fare visita alla Quercia. Per tale occasione invitiamo anche il Prefetto di Siena e la dott.ssa Angela Farina responsabile delle Monumentali del Corpo Forestale dello Stato. All’incontro erano presenti anche l’arch. Anna Di Bene Soprintendente Belle Arti e Paesaggio delle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Fu un’occasione straordinariamente importante in cui furono gettate le basi del risultato che oggi abbiamo l’onore di annunciare: uno specifico strumento di tutela per la Quercia delle Checche, apri pista e primo esempio in Italia di tutela da parte del Ministero per un momumento verde. Ad oggi il nutrito gruppo locale dei volontari e degli amici affezionati della Quercia delle Checche ha catalizzato intorno a sé la disponibilità e l’impegno di molte altre associazioni locali a difesa del territorio e del patrimonio storico artistico, Italia Nostra sezione di Siena, Club UNESCO sezione Siena, e molti altri gruppi minori che hanno riconosciuto alla battaglia per la salvaguardia dellaQuerciona il valore di un impegno finalizzato all’affermazione di un forte rapporto identitario tra la gente di Val d’Orcia (vecchia e nuova) e la terra; impegno responsabile, a volte tenace quando tutti ci dicevano che non ci sarebbe stato niente da fare, sempre affettivo e costante, con la consapevolezza di chi crede che le sorti del nostro futuro e della nostra terra dipendono in gran parte dal senso individuale della responsabilità e dalla voglia di impegnarsi in cause comuni. Il nome “Quercia delle Checche” deriva da un uccello comune che nidifica tra i suoi rami: la Gazza che in dialetto toscano è detta anche Cecca o Checca. La sua ombra appare come un rifugio ancestrale da sempre, un punto di riferimento e di sosta per le popolazioni locali, per i turisti, per i pellegrini, per i viandanti, oltreché in passato per gli eserciti che hanno sfilato davanti a lei e vi hanno sostato, dai soldati napoleonici agli americani e ai franco-marocchini di De Gaulle nella seconda Guerra mondiale. www.amiatanews.it
Fonti Comunicato stampa Gruppo fb S.O.S. QUERCIA DELLE CHECCHE  – BLOG Laquerciadellechecche]]>

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